Labirinto!? ... È il percorso della vita, di ogni giorno. Non per confondere ma per ricordarci che c'è un percorso, anche nella confusione dei nostri giorni. C'è la via che conduce al centro della vita. Il racconto è la parabola della nostra ricerca la testimonianza della nostra scoperta. |
||
|
![]() |
DI
FRONTE |
Cosa mi darà la terra
Puoi
essere consolato della tua sofferenza se sai quello che sei. Non intendo quello che sei diventato dopo una vita. Non
intendo neanche quello che, nascendo, Sto parlando invece di: "Io so, di essere un calicanto", ancora prima di sbocciare. So che possiedo un profumo. So che il mio colore sa resistere al freddo e sa illuminare l'inverno. Sono un attimo del sorriso amabile di Dio. La mia fioritura sarà uno spettacolo! Penso
ad una donna che sta partorendo e che soffre per le contrazioni Penso poi ad una persona malata che prova dolore. Che enorme differenza nel portare il peso della sofferenza. La donna che soffre per mettere al mondo un bambino "sa, che sarà un calicanto" e lascia che sia; e più lascia e meno il dolore la tormenterà. Il suo corpo non le appartiene, in quel momento è come se lo prestasse al mondo; così piange, si lamenta, grida, forse, ma sa che è l'unico modo perché sbocci quel fiore. Lei partecipa attraverso il dolore. Così è per la vita dell'anima che ha molte prove perché possa germinare. Una lunga incubazione, un lungo inverno, ma... "lo so, è un calicanto". È questo che mi ricorda il mio Dio, ciò che è quello che non si vede e si sta perfezionando invisibile in questo condensato di emozioni che è il mio corpo, in questa rete di pensieri che è il mio cervello. Non resta che diventare mansueti di
fronte a questa anima che è Maria Rosa, Qualcosa
cioè che non è ancora del tutto mio perché ancora non rivelato, Una responsabilità grande, un valore da custodire, di cui avere cura, un
seme da concimare con innumerevoli prove; Quanta delicatezza devo usare per la mia anima! Quanta sollecitudine nell'intervenire perché maturi! Quanta mitezza e umiltà nel considerare che mi è stata affidata! Perché io mi riconosca in lei piuttosto che in ciò che la contiene. Ma anche quanto stupore nel sapere che proprio attraverso i miei pensieri, attraverso il mio corpo lei diventerà capace di germogliare e farsi visibile a me stessa. L'amore di Dio mi dice questo: "Non temere, Maria!". E così ritorno a credere al valore dei miei atti, delle mie scelte, alla necessità della mia mitezza di fronte alle prove, alla fiducia nel bagaglio delle mie esperienze, del mio intuito, dei miei doni particolari, al colore del mio movimento nel mondo. Tutto per questa anima che vuole rivelarsi, che vuole parlare del suo Creatore. Ovunque Lui voglia. Nel modo che Lui le suggerisce. E se ti capita di incontrare qualcuno in questo mondo che intravede la tua anima e ti dice contento: "Com'è bella!"... Ecco, è questo il miracolo! Tu sei felice e ci credi di più. |