IL "DRAMMA" DEL CILE, DOPO IL "SISMA"
L’"intervista" all’"Arcivescovo" di Concepción, Monsignor Ricardo Ezzati Andrello...
«Le azioni di "solidarietà"
più forti dei "vandalismi"»
Il
"Presule" celebra ogni giorno la "Messa" nell’"atrio"
della "Cattedrale",
che il "sisma" di Sabato ha reso "inagibile":
«Vengono in molti,
hanno bisogno di sentire che la "Chiesa" condivide le loro
"sofferenze"».
«In questi giorni, ho visto tantissimi giovani ed adulti condividere
"acqua" e "provviste",
sostenere sulle spalle i "feriti", dare una mano in ogni modo
possibile».
Monsignor Ricardo Ezzati Andrello:
«I "saccheggi" sono stati come un secondo "terremoto", di
ordine "morale".
E questo mi ha "scosso" più di tutto».
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Lucia
Capuzzi
("Avvenire",
6/3/’10)
«Ogni giorno, quando finisce il
"coprifuoco", celebro la "Messa" nell’atrio della
"Cattedrale", che il "sisma"
ha reso inagibile. Vengono in tanti. Hanno bisogno di sentire che la
"Chiesa" è vicina alla gente. Che sente e condivide le loro
"sofferenze"». È sfinito, Monsignor
Ricardo Ezzati Andrello,
"Arcivescovo" di Concepción,
luogo simbolo del "terremoto", che qui si è accanito con particolare
forza.
Dal 27 Febbraio, quando il "sisma" ha straziato di colpo la città e l’intera
"regione", non si è fermato un minuto. Troppe mani da stringere,
lacrime da asciugare, persone da ascoltare.
Per giorni è rimasto isolato, senza telefono e con "Internet" fuori
uso. Solo ora è riuscito a "connettersi" e a mettersi in contatto con
"Avvenire". In mezzo alla "tragedia",
il "Presule" non si è perso d’animo. Attraverso la
"radio", l’"Arcivescovo" inviava un "messaggio
quotidiano" di "speranza" agli abitanti della zona. Per spingerli
a non lasciarsi sopraffare dalla "catastrofe".
Monsignor Ezzati, com’è la "situazione" ora? Anche Concepción, come Santiago, sta ritornando alla "normalità"?
Il "terremoto" ha devastato la città e i dintorni. Dovunque si possono vedere le "ferite" lasciate dal "sisma". A cui si sono aggiunti i "saccheggi". Solo ora, con l’intervento delle "forze armate" e il "coprifuoco" fino a mezzogiorno, si comincia a ristabilire un po’ d’"ordine", di "sicurezza".
Ecco, i "saccheggi" appunto. L’"opinione pubblica" "internazionale" è rimasta "choccata" dalle "immagini" di alcuni "vandali", che rovistavano e rubavano tra le "macerie"...
Il Cile è stato devastato da due "terremoti". Il primo è il "cataclisma" che ha "polverizzato" in un minuto e mezzo le principali città delle "zone" di Maule e Bio Bio. C’è stato, però, anche un secondo "sisma". Quello "morale", ancora più doloroso, che ha fatto emergere gli "istinti" più indegni della "natura umana". È questo il "terremoto" che mi ha scosso di più e che ha scosso anche la maggior parte della popolazione.
I "Cileni" non si aspettavano che "scene" del genere si verificassero nel loro "Paese", considerato tra i più "sviluppati", dal punto di vista "sociale" ed "economico", dell’"America Latina"...
No, nessuno se lo aspettava. Da molto tempo, però, i "Pastori" e gli "educatori" dicevano che l’"educazione" impartita non era sufficiente. Perché metteva al centro solo il "sapere" e la "tecnica". La persona umana dev’essere formata a "trecentosessanta gradi". I soldi non bastano. Uno "sviluppo" che è solo "crescita materiale" non è vero "sviluppo". Due anni fa, come membro del "Consiglio Presidenziale per l’Educazione", sono, più volte, intervenuto su questo punto. Voglia il cielo che questa dolorosa esperienza si trasformi in una volontà di recupero dei valori "morali" e "sociali". Per fortuna che i gesti di "solidarietà" sono stati molti di più, anche se meno visibili, degli "atti vandalici".
Ci vuole raccontare qualcuna di queste "storie" «invisibili», che hanno «sconfitto», per così dire, gli "atti" di "vandalismo"?
Non potrò mai dimenticare una signora anziana che ha trovato il modo di preparare del "pane" cuocendolo sotto la cenere. La sua casa era in gran parte distrutta, la cucina inservibile. Quel "pane" era l’ultimo rimastole. Ma non l’ha tenuto per sé. L’ha donato ai vicini che avevano perso tutto. In questi giorni, ho visto tantissimi giovani ed adulti condividere "acqua" e "provviste", sostenere sulle spalle i "feriti", dare una mano in ogni modo possibile.
In che modo la "Chiesa Cilena" sta aiutando le persone "colpite"?
Cerchiamo in ogni modo di stare al fianco delle persone. La gente mi ferma per strada per chiedere una "benedizione", per avere una parola di "conforto". È commovente vedere tante persone, che hanno perso tutto, inginocchiarsi e "ringraziare" Dio per aver salvato loro e i loro cari. Il compito della "Chiesa" è, ora più che mai, infondere "coraggio" e "speranza". Da ieri, inoltre, tutte le "Parrocchie" sono impegnate in una grande "campagna" di "solidarietà" in favore delle "vittime" della "tragedia".