(Messa vespertina
nella Vigilia)
In questa Messa vespertina della Vigilia dell'Assunzione la liturgia ci propone tre testi: il primo ricorda l'introduzione dell'arca dell'alleanza nella tenda eretta da Davide; nel secondo testo Paolo, scrivendo ai Corinzi, parla del giorno in cui il nostro corpo sarà rivestito d'incorruttibilità; il testo evangelico contiene un elogio di Maria da parte di una donna, e un elogio diverso da parte di Gesù.
La prima lettura simboleggia l'assunzione, perché racconta come l'arca dell'alleanza è stata introdotta nel santuario di Dio, vicino a Dio stesso. Questo era un evento molto importante, per il quale Davide aveva convocato tutto Israele.
E questo evento ci fa pensare all'assunzione di Maria, che è la vera arca dell'alleanza e che, per mezzo dell'assunzione, è stata introdotta nel santuario celeste di Dio, nell'intimità di Dio.
Il brano invita alla gioia, perché questo evento era considerato di primaria importanza per la vita del popolo eletto. L'arca dell'alleanza era stata presa dai filistei dopo una battaglia e portata in esilio; in seguito era stata restituita al popolo d'Israele.
L'arca era al tempo stesso amata e temuta, perché rappresentava la santità di Dio. Perciò Davide stesso non aveva osato introdurla subito nella tenda preparata per essa. Ma, vedendo che essa procurava grazie a chi l'ospitava, si fece coraggio e organizzò questa grandiosa cerimonia.
I cantori con gli strumenti musicali - le arpe, le cetre, i cembali - erano presenti e facevano udire i suoni di gioia.
Così l'arca di Dio venne sistemata al centro della
tenda. Si offrirono olocausti e sacrifici di comunione a Dio. E alla fine Davide
benedisse il popolo nel nome del Signore.
Noi abbiamo un motivo di gioia più grande, perché Maria è la vera arca dell’alleanza.
Nell'arca dell'alleanza erano conservate le due tavole della legge di Mosè, che manifestavano la volontà di Dio di mantenere l'alleanza con il suo popolo, alle condizioni espresse appunto dalla legge.
Maria è l'arca dell'alleanza, perché ha accolto in sé colui che fonda e riassume nella propria persona la nuova alleanza: Gesù. Egli ha fondato la nuova alleanza con l'offerta del suo corpo e del suo sangue: corpo e sangue che egli ha ricevuto da Maria. Perciò la Chiesa volentieri invoca Maria come «arca dell'alleanza».
Quest'arca dell'alleanza nel giorno dell'Assunzione è stata introdotta vicino a Dio e a Gesù, nella gloria del cielo.
Noi siamo pieni di gioia, perché la madre di Gesù è onorata, lei che è al tempo stesso la nostra madre, il nostro modello, la persona che guida la nostra vita spirituale verso Gesù e ci consente di accogliere la grazia di Dio in modo più perfetto.
Il Vangelo esprime la relazione fisica tra Gesù e sua madre. Una donna alza la voce di mezzo alla folla e dice a Gesù: «Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte !».
Questa donna è piena di ammirazione per Gesù, perché lo ha sentito parlare. «Mai un uomo ha parlato come quest'uomo!», dicono le guardie inviate dai sommi sacerdoti e dai farisei per arrestare Gesù (Gv 7,46). Esse erano rimaste come suggestionate dal modo in cui egli parlava.
Questa donna esprime la sua ammirazione per Gesù parlando della madre di lui. Ed è vero che è un privilegio unico essere la madre di Gesù, la madre in cui il Figlio di Dio si è formato un corpo, per venire a vivere la nostra umile vita umana e rivelarci le ricchezze della bontà e dell' amore di Dio e della redenzione.
Gesù però corregge in un certo senso la beatitudine pronunciata da questa donna, e dice: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».
Possiamo notare che nel Vangelo Gesù cerca di elevare sempre il livello dei discorsi, passando da una relazione fisica a una spirituale, una relazione aperta anche alle altre persone, e in particolare agli ascoltatori del momento.
Mentre Gesù parla, molte persone lo ascoltano; egli vuol far capire loro che esse hanno un privilegio importante: quello di ascoltare la parola di Dio e di custodirla.
Nello stesso tempo Gesù esprime la beatitudine più profonda di Maria: ella è stata la persona che ha ascoltato la parola di Dio in un modo unico. Quando l'angelo le ha annunciato l'Incarnazione del Figlio di Dio, ella ha ascoltato questa parola divina con attenzione, con riflessione, con apertura di cuore. Il suo ascolto è stato veramente perfetto, e si è tradotto nella risposta data all'angelo: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto» (Lc 1 ,38).
Occorre non soltanto ascoltare la Parola, ma anche accoglierla pienamente nella propria vita, perché essa possa realizzarsi, e così si possa compiere l'opera di Dio.
Maria è beata a causa di questa adesione perfetta al disegno del Padre, a causa di questa apertura perfetta all'amore che viene da Dio e vuole trasformare il mondo.
Proprio a causa di questa sua docilità perfetta ella è stata assunta nel cielo presso Dio. Essere la madre di Gesù dal punto di vista fisico è un privilegio, ma essere la madre di Gesù dal punto di vista spirituale è un privilegio e, al tempo stesso, un impegno spirituale, che innalza fino alla santità di Dio.
Maria è pienamente beata nell'assunzione proprio a causa di questa sua adesione perfetta alla parola di Dio e a causa della sua collaborazione perfetta alla missione di suo figlio.
La seconda lettura si riferisce all'assunzione in modo indiretto, parlando del momento in cui il nostro corpo corruttibile sarà rivestito d'incorruttibilità, e il nostro corpo mortale d'immortalità. Allora la morte sarà stata ingoiata per la vittoria. Afferma Paolo: «Dov'è, o morte, la tua vittoria? Dov'è, o morte, il tuo pungiglione?».
Nella festa dell'Assunzione proclamiamo la vittoria di Dio e di Gesù sulla morte. Infatti, nell'assunzione di Maria la morte è stata completamente vinta.
Dopo la nostra morte, noi rimaniamo uniti a Gesù, e quindi, in un certo senso, vinciamo già la morte; ma la nostra vittoria non è ancora completa, perché il nostro corpo non partecipa ancora della risurrezione. .
Maria, invece, ha ottenuto una vittoria completa sulla morte: non soltanto grazie alla sua unione spirituale con Gesù risorto, ma anche con la sua partecipazione personale alla risurrezione di Gesù. Il corpo mortale di Maria è stato rivestito d'immortalità, il corpo corruttibile di Maria è stato rivestito d'incorruttibilità. Così si è compiuta la parola della Scrittura: «La morte è stata ingoiata per la vittoria».
Tutto questo mette nei nostri cuori un senso di trionfo. Siamo felici perché la nostra Madre ha vinto la morte in un'unione perfetta con suo figlio.
Questo trionfo suscita in noi anche una grande speranza, perché l'assunzione di Maria è come il presagio della nostra vittoria completa sulla morte. Per essere completamente vittoriosi, dobbiamo aspettare la venuta di Gesù; ma abbiamo sin d'ora la speranza della vittoria, e soprattutto in questo giorno, grazie all'assunzione di Maria.
ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA
(Messa del giorno)
Oggi la liturgia ci parla dell'assunzione di Maria, innalzata alla gloria del cielo in corpo e anima. Per esprimere questo mistero, ricorre a tre testi biblici. Il primo, tratto dall' Apocalisse, parla del segno grandioso di una donna vestita di sole. Il secondo, tratto dalla Prima lettera di Paolo ai Corinzi, spiega che la risurrezione avviene secondo un certo ordine. Nel Vangelo non si parla dell'assunzione di Maria, perché questo evento non viene narrato in nessun passo del Nuovo Testamento, ma si parla della Visitazione, perché in questa occasione Maria ha espresso quei sentimenti che dovevano essere suoi anche nel grande giorno della sua assunzione: sono i sentimenti espressi nel Magnificat.
È significativo che Maria canti il suo Magnificat in un'occasione di grande carità fraterna.
Ella ha ricevuto l'annuncio che sarebbe diventata madre del Figlio di Dio; ma sapendo che Elisabetta, sua parente, aspettava un bambino malgrado la sua età avanzata, e che quindi aveva bisogno di aiuto, è stata spinta dalla carità divina ad andare a trovarla.
Il contatto con Maria è occasione di grandi grazie. Dice il Vangelo che «appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo».
In questa comunicazione di grazie, Maria esprime i suoi sentimenti di riconoscenza e di amore pieno di gratitudine a Dio, che ha fatto grandi cose in lei.
Il Magnificat è un canto profetico, perché annuncia, in modo misterioso, l'esaltazione di Maria stessa nell'evento dell'assunzione. In effetti, al momento dell'assunzione, ella ha potuto proclamare, con un'esultanza ancora più forte: «L'anima mia magnifica il Signore [...]. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente».
Questo canto di Maria esprime veramente la sua immensa gratitudine per l'opera divina in lei.
Già alla nascita di Gesù, ella poteva dire: «Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente».
Sul Calvario, pur tra i dolori grandissimi per la morte di suo figlio, ella ha potuto dire: «Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente», perché lì è diventata madre dei discepoli di Gesù, madre nello spirito.
Infine, Maria ha potuto esprimere la sua gioia e la sua gratitudine in maniera definitiva e perfetta nel momento della sua assunzione. Allora ha potuto veramente dire: «Il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome».
In questo giorno dell'Assunzione, anno dopo anno, tutte le generazioni proclamano la beatitudine di Maria, la sua grande gioia, tutta permeata di gratitudine verso il Signore.
L'assunzione è un privilegio di Maria, perché Dio non poteva lasciare che fosse abbandonato alla corruzione il corpo che aveva accolto suo Figlio per dargli la carne e il sangue di cui aveva bisogno per compiere la redenzione del mondo.
Gesù allora è venuto a riprendere sua madre dopo la sua «dormizione» - come si dice -, per associarla pienamente alla sua gloria in cielo.
E da lì Maria continua la sua opera materna a favore della Chiesa.
Nella seconda lettura Paolo parla della risurrezione. Afferma che «come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo». Ma osserva: «Ciascuno però nel suo ordine: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo».
Possiamo aggiungere che anche tra quelli che sono di Cristo c'è un ordine. Maria, associata in modo tanto stretto alla vita, passione e morte di Gesù, merita la precedenza su tutti, e la sua assunzione esprime tale precedenza.
La prima lettura, tratta dall'Apocalisse, rivela la gloria di Maria. L'autore riferisce un segno apparso nel cielo: «una donna vestita di sole».
L'Apocalisse non parla direttamente dell'assunzione di Maria. Infatti, di questa donna vestita di sole si dice che «era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto».
Tuttavia, la gloria di Maria viene descritta con questa immagine grandiosa: «Una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle». Gli artisti si sono sforzati di rappresentare la Madonna con questi elementi meravigliosi.
Il testo non nomina Maria. Parla della lotta con il drago, che rappresenta il demonio, la potenza del male, e dice: «Il drago si pose davanti alla donna che stava per partorire, per divorare il bambino appena nato».
Questo ci fa pensare all'episodio della strage degli Innocenti ad opera di Erode: Gesù bambino veniva ricercato per essere ucciso; questo era un fatto diabolico; ma Dio ha protetto suo Figlio incarnato, che doveva realizzare la redenzione di tutti gli uomini nella pienezza della sua umanità.
«La donna partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni». Qui abbiamo una descrizione del Messia, per cui questo testo si applica in linea diretta a Maria.
Ma esso può evocare anche la relazione tra il Messia e il popolo eletto, per cui si può dire, in un certo senso, che la nazione santa è stata la madre del Messia. Tuttavia la madre del Messia in linea diretta è stata Maria.
Maria appare qui come occasione del trionfo di Dio, perché il Signore l’ha protetta. Dice il testo: «Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo». Tutto questo si è realizzato nell’assunzione di Maria.
Questa festa mette nei nostri cuori una grande gioia. Siamo felici per Maria, che non soltanto è stata preservata dalla corruzione, ma è anche glorificata presso suo figlio e presso Dio.
Nello stesso tempo sappiamo che nel cielo c'è una persona molto potente che intercede per noi. Maria è nel cielo per accogliere le nostre richieste umili e fiduciose, e per ottenerne l'esaudimento.
Tornando al Vangelo, possiamo dire che Maria assunta in cielo non smette di visitare la terra. La Visitazione segna il destino di Maria in modo molto duraturo.
Sappiamo che la Madonna è apparsa tante volte, per dare ai cristiani la fiducia di essere guidati verso Dio in modo molto sicuro. Ella viene per soccorrere i deboli, per guarire i malati, per invitare tutti alla conversione, così che alla fine potremo raggiungerla in cielo. Questa è la nostra speranza.
Maria glorificata non ci abbandona, anzi è molto vicina a noi. Perciò possiamo vivere nella gioia e nella fiducia.