MISSIONE AMICIZIA

NATI DUE VOLTE...

PROGETTI MISSIONARI

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Mamme e bimbi in Guinea Bissau...

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In Guinea Bissau è nato un progetto il cui scopo è quello di interrompere
la trasmissione del virus dell'Hiv dalla mamma al bambino.
Grazie all’iniziativa di un Missionario del Pime e alla collaborazione di tanti amici.

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La catena dell’Aids si può spezzare. Sin dall’inizio. In Guinea Bissau succede da poco, grazie a un progetto dell’ "Associazione Cielo e Terre Onlus", di cui è presidente Padre Alessandro Sacchi del Pime, che ha lo scopo di interrompere la trasmissione del virus dell’Hiv dalla mamma al bambino. Per spezzare la catena basta poco: la somministrazione di Nevirapina alla mamma che sta per partorire e di un cucchiaino di sciroppo della stessa medicina al bambino appena nato. Poi si rende necessario l’allattamento artificiale del bambino.
"Sono stato missionario in India!", racconta Padre Sacchi. "Ma la prima missione che ho visitato è stata la Guinea Bissau. Ci sono tornato quattro anni fa e mi ha colpito profondamente il dramma dell’Aids, e soprattutto il fatto che in Guinea non venisse affrontato in alcun modo. Una volta tornato ne ho parlato con diversi amici, fra cui alcuni medici. Avevo ricevuto un’eredità e con quella abbiamo avviato il progetto". È nata così l’ "Associazione Cielo e Terre", che conta attualmente una settantina di soci. Persone che sostengono l’iniziativa, offrendo anche le proprie competenze per dare una mano al progetto.
"In Guinea siamo partiti subito con l’intenzione di creare un servizio in stretta collaborazione con il governo. Non volevamo solo dare dei fondi, ma lavorare insieme al personale locale!", racconta Padre Sacchi. Ci siamo riusciti grazie alla Dottoressa Fanny Rankin, cubana, che da molti anni vive e lavora in Guinea. Intorno a lei si è creata un’equipe di una decina di persone. Abbiamo affittato un locale all’interno di una clinica privata, dopo un anno di attesa abbiamo ricevuto i permessi del governo e siamo partiti". Ora a collaborare è anche il personale statale, un’ottantina fra medici e paramedici, che a partire da 12 centri di salute sparsi sul teritorio contattano le mamme in attesa e individuano i casi a rischio.
Dal 2002 il centro sanitario ha somministrato la Nevirapina a 300 bambini. Tutti nati da mamme sieropositive. Ora la maggior parte di loro avrà la possibilità di vivere. Il farmaco, purtroppo, non funziona in tutti i casi. "Bisogna aspettare 18 mesi dalla nascita per verificare se la Nevirapina ha fatto effetto e il bambino è salvo!", dice Padre Sacchi. "Abbiamo fatto i primi test su 28 bambini e 25 non hanno il virus". Un contributo decisivo, fin da subito, lo ha dato l’Ospedale Sacco di Milano, grazie soprattutto alla convinzione del Professor Mauro Moroni. "Ci procurano i farmaci e mettono a disposizione le conoscenze tecniche. Non solo. Medici e infermieri vengono in Guinea per aiutare nella formazione il personale locale. Chi per brevi periodi, chi anche per diversi mesi".
A portare avanti il progetto, a Bissau, è un’associazione tutta guineana nata apposta per questo scopo. Tra Italia e Guinea è nato così una specie di "triangolo virtuoso": l’ "Associazione Cielo e Terre" in Italia, l’associazione guinenana e l’Ospedale Sacco. L’attuazione del progetto a Bissau prosegue con il tran tran quotidiano dei centri di salute: visite, prelievi, invio delle provette in laboratorio, distribuzione del latte pediatrico. Rimane tuttavia un’emergenza non da poco conto da affrontare. Se i bambini sono salvi, che ne è delle madri? "L’ultima volta che sono stato in Guinea ho incontrato alcune mamme, giovani e sorridenti, che stavano allattando artificialmente i loro bambini!", racconta il Missionario del Pime. "Mi è venuto un tuffo al cuore: tra qualche anno, non certo molti, i loro bambini saranno orfani. Mi sono detto: non è giusto, bisogna fare qualcosa per curare le mamme. Ne stiamo discutendo e vorremmo partire con una seconda fase del progetto nel 2005, per il trattamento dell’Aids nelle mamme con i farmaci antiretrovirali. Ma le difficoltà sono tante: da quelle parti una cura che richiede una somministrazione di farmaci per tutta la vita, con controlli regolari e attenzioni specialistiche, sembra ancora un’utopia irrealizzabile. Speriamo di farcela, anche grazie alle persone che ci stanno sostenendo!".
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Per sostenere questo progetto: (rif. K027) - Pime, Ufficio Aiuto Missioni - Tel.02-438201.
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Emmanuela Citterio
("Missionari del Pime" - Gennaio 2005)