DAL BANGLADESH, P. FABRIZIO
PROVE DI FUTURO!
Dinajpur, Novembre 2006
Carissimi amici,
dopo tre mesi di vacanza in Italia, sono tornato alla base tra i ragazzi dell’ostello, al "St. Philip Boarding", lo scorso settembre. Sono arrivato sotto un acquazzone tipico della stagione monsonica. Molti dei ragazzi stavano giocando a basket e a pallone, fradici fino al midollo. Sorte che è toccata anche a me perché, trovandomi circondato e dopo tanti abbracci calorosi, ero zuppo anch’io.
È difficile descrivere la gioia di ritrovarsi, ma i nostri visi assolvevano egregiamente al compito: credo brillassero. Il mio di sicuro: non tentavo neppure di trattenere la contentezza. Nella cerimonia di bentornato non è mancata, secondo la loro cultura, la lavanda dei piedi, rito a cui mi sono sottoposto volentieri e che mi emoziona sempre.
La vacanza italiana ha sortito in me l’effetto di amplificare la voglia di spendermi per loro, di aiutarli come meglio posso. Sarà stato forse per il contrasto con l’opulenza della nostra società e lo scarto di risorse che continuamente avvertivo; o forse semplicemente per la nostalgia per questi ragazzi, che ormai sono la mia famiglia.
Sono tornato alla vita di tutti i giorni; lo studio, il gioco, la preghiera, le chiacchierate in cortile, i dispetti, le complicità, le ferite da medicare…
E naturalmente un pegno da saldare: non si vince il quarto mondiale senza poi pagarne le conseguenze. Quattro giorni di carne per tutti, alla salute dei francesi!
Un abbraccio e a presto!
P. Fabrizio Calegari
("Mondo e Missione", Novembre - Dicembre 2006)
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IL PROGETTO
Un ostello per tutti!
Un ostello per ragazzi delle
scuole superiori, dedicato a san Filippo Neri. Padre Fabrizio Calegari,
missionario del Pime, è responsabile da circa tre anni del "St. Philip’s
Hostel", nato oltre mezzo secolo fa con l’obiettivo di offrire ai ragazzi
dei villaggi di Dinajpur, in Bangladesh, la possibilità di continuare gli
studi. Attualmente la struttura ospita 120 giovani, tra i 12 e i 19 anni,
provenienti da tutte le parrocchie della diocesi, e da alcune chiese di altre
diocesi.
Appartengono a varie etnie: mahali, santal, oraon, kotryo, munda, bengalesi,
raut. Quasi tutti sono battezzati, ma non mancano eccezioni, la maggioranza
provenienti dal mondo indù. Si tratta in ogni caso di famiglie che sono in
contatto con la missione e che approvano l’istruzione cristiana, anche se
questo non significa che un giorno sceglieranno il battesimo.
Oltre ai ragazzi sostenuti dalle adozioni a distanza, è in corso un progetto
che prevede l’ampliamento dell’ostello, con la costruzione di un nuovo
fabbricato di due piani, più i servizi esterni.