La prossima "Giornata Mondiale della Gioventù"
si terrà in
Australia, dal 15 al 20 luglio 2008.
In Papua Nuova Guinea i preparativi hanno già avuto inizio
con l’arrivo della
croce e dell’icona di Maria,
simboli, pellegrini per il mondo, delle "Giornate
Mondiali".
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P. Giorgio Licini
("Missionari del Pime", Agosto-Settembre 2007)
Il sole tropicale del Venerdì Santo 2007 (6 aprile) batte forte sull’asfalto
di Port Moresby, la capitale della Papua Nuova
Guinea, ma ciò non scoraggia la
fiumana di gente che, come ogni anno, in questa circostanza, si unisce alla Via
Crucis che attraversa la città da nord a sud: 25 chilometri dal quartiere
periferico e malfamato di Gerehu alla spiaggia di Ela Beach, fin dentro la
piccola cattedrale di St. Mary.
Quest’anno la croce, che viene portata a turno dai giovani delle scuole e
parrocchie della città, è particolare. È la croce, alta quasi quattro metri,
che durante l’Anno Santo 1983 si ergeva a fianco dell’Altare della
Confessione in San Pietro e che Papa Giovanni Paolo II ha donato ai giovani del
mondo.
Nel suo peregrinare attraverso i continenti verso la prossima "Giornata
Mondiale della Gioventù" a
Sydney, in
Australia, nel luglio 2008,
la croce giubilare con l’icona della Madre di Dio ha sostato a Port Moresby
anche presso il carcere nazionale, l’ospedale, il seminario diocesano, il
palazzetto dello sport per l’ultima notte prima di ripartire per le isole
Salomone.
Con il passaggio della croce e dell’icona, i giovani hanno cominciato a
rendersi conto che "Sydney 2008" è alle porte. Da tempo si stavano organizzando.
Ogni parrocchia di Port Moresby manderà cinque rappresentati scelti dai gruppi
giovanili; un centinaio di ragazzi, quindi, che si uniranno alla delegazione
ufficiale dalla Papua Nuova Guinea.
Ma sono molti di più che vedono questa occasione come unica e da non perdere.
È la prima volta che la "Giornata Mondiale dei Giovani" si svolge in
Oceania e l’evento non si ripeterà tanto presto. O si partecipa ora o, forse,
mai più. Si parla quindi di passaporti e di visti, di parenti e amici a cui
appoggiarsi in Australia per ridurre i costi di viaggio e di permanenza, del
modo più "cheap" (economico) di attraversare l’oceano e raggiungere almeno
Cairns, nel nord dell’Australia. Poi lì… si vedrà. Il sito della
"Giornata Mondiale" annuncia possibilità di gemellaggio e di aiuto da
parte di gruppi dell’Australia e Nuova Zelanda per ragazzi di altri Paesi del
Pacifico (Timor est, Salomone, Papua Nuova Guinea…): per avere il maggior
numero possibile di giovani a Sydney, per incontrarsi, per conoscersi, per
stabilire legami e amicizie che durino nel tempo.
«Andiamo anche noi, padre?». Certo che andiamo, se ne abbiamo i mezzi! «E se
non li abbiamo?». Stiamo qui e la guardiamo in televisione la "Giornata
Mondiale dei Giovani". «Ma in televisione non è come essere là!». Lo so
bene, cari ragazzi, vedremo cosa si può fare.
Certo, un’esperienza così farebbe la differenza per tutta la vita per i
nostri giovani. Qui a Tokarara e June Valley, alla periferia nord-ovest della
capitale, i ragazzi devono fare i conti con una realtà quotidiana molto dura:
disoccupazione, criminalità, divisioni familiari, abbandono della scuola...
Io sono qui da un anno e mezzo. Ora è arrivato anche padre Silvestre Dodong
Saladaga dalle Filippine, fresco di ordinazione e alla sua prima destinazione
missionaria. Entrambi abbiamo già ricevuto il "battesimo del fuoco",
come viene scherzosamente chiamato qui il primo tentativo dei "rascals"
di prenderti la macchina, il portafoglio o altro. È un passaggio inevitabile,
quasi un rito di iniziazione che tutti i missionari della città, locali o
stranieri, ricordano con un misto di disappunto e di orgoglio: per averla
comunque fatta franca, solo con qualche danno o un graffio, ma la vita intatta.
A me la macchina l’hanno presa per qualche giorno. Padre Dodong ha deciso di
scappare via e l’ha fatta franca.
Certo, la "XXIII Giornata Mondiale dei Giovani" qui nell’area del
Pacifico manderà un segnale a tutta la società, ai governi, alla Chiesa. Il
tema, «Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete
testimoni» (At 1,8), è per noi adulti prima che per i ragazzi; che saranno
migliori solo se sapremo occuparci di loro, amarli, consigliarli e sostenerli
nei momenti di difficoltà e scoraggiamento.