DALLA PAPUA NUOVA GUINEA, P. GIORGIO LICINI
Misteriosa Woodlark
Questa piccola e bellissima isola, in Papua Nuova
Guinea,
occupa un posto speciale nel cuore dei Missionari del "Pime".
Fu la prima destinazione dell’Istituto, che ora spera di ritornarci in forma
stabile.
P.
Giorgio Licini
("Missionari del Pime", Marzo 2008)
L’isola di Woodlark
fu il primissimo campo di lavoro del nostro Istituto nel lontano 1852-55. Dei
sette missionari inviati in Oceania
(tra cui due laici), i Padri Salerio e Raimondi e il catechista Tacchini si
stabilirono nella baia di Guasopa a Woodlark, mentre il Prefetto Reina,
Mazzucconi, Ambrosoli e il laico Corti proseguirono verso nord-ovest fino all’attuale
isola di Umboi. Si univano ai missionari "maristi" francesi, che erano
già sul posto da cinque anni, ma pensavano di ritirarsi. Padre
Timoleone Raimondi fu l’ultimo,
nel Maggio del 1856, ad allontanarsi dalla baia di Guasopa dopo esservi giunto
da Sydney alla ricerca del confratello Giovanni
Mazzucconi, del
veliero e dell’equipaggio dispersi. Erano stati tutti massacrati dai
"nativi" nel Settembre dell’anno precedente, quando la piccola
imbarcazione si era incagliata nei coralli dell’isoletta di Leu all’ingresso
della baia. La morte di Mazzucconi fu poi giudicata dalla Chiesa "in odium
fidei" e il nostro confratello fu beatificato da Giovanni
Paolo II nel 1984.
Guasopa è una striscia di sabbia bianchissima, di forma quasi
"semicircolare" e mare verde giada. Il villaggio, nascosto dalla
vegetazione, è cinquecento metri a oriente rispetto all’attuale punto d’attracco
delle imbarcazioni. Guasopa è sede della cosiddetta "Government
Station", vale a dire il centro amministrativo dell’isola di Woodlark.
Dopo l’abbandono della missione cattolica dei "maristi" e del nostro
"Seminario Lombardo", nel corso del XX secolo gli abitanti di Woodlark
hanno aderito al "metodismo" e i cattolici non raggiungono le cento
unità. Pochissimi sono i locali. La comunità più numerosa proviene dalle
isole Trobriand, un arcipelago più a ovest, la cui popolazione tende a emigrare
per carenza di terra.
Woodlark è quasi spopolata. Solo seimila persone su quasi cento chilometri
quadrati. I villaggi sono per lo più lungo le coste, ma ben distanti tra loro.
I due "clan" principali sono i "Lakeidog" e i "Malasi".
Una strada sterrata risale l’isola da Guasopa a Boiboi in direzione nord-ovest
per quasi 45 km. Leggermente verso l’interno rispetto a Boiboi, che è al
centro dell’isola e sulla costa occidentale, si trova il villaggio di
Kulamadau con la "scuola primaria" (equivalente agli otto anni del
ciclo dell’obbligo in Italia), gestita dalla diocesi cattolica e frequentata
da circa 140 ragazzi. Solo gli insegnanti e pochissimi studenti sono cattolici.
Il "Pime"
ha avuto finora due presenze stabili a Woodlark, seppur non particolarmente
prolungate: con i menzionati "pionieri" oltre un secolo e mezzo fa, e
con Padre Vijaya Kumar
nel 2004-05, in vista della celebrazione del "Centocinquantesimo
Anniversario" del martirio del Beato Giovanni Mazzucconi, il 28 Agosto
2005. In quella data una delegazione di Lecco, terra natale del Mazzucconi,
guidata dal parroco e ora vescovo di Mantova Mons. Roberto Busti, ha deposto una
"targa" in onore del martire nella baia di Guasopa. Da allora abbiamo
fatto solo delle visite a Woodlark per il ministero ordinario.
La gente è particolarmente "gelosa" dell’ambiente. Ne consente lo
sfruttamento delle risorse, ma in modo limitato e lasciando sostanzialmente
intatto l’"habitat" naturale. Si stanno ora opponendo in modo
compatto a un progetto governativo di trasformare due terzi dell’isola in un’immensa
piantagione di palma da olio. Sarebbe la fine di Woodlark. Non sarebbe più
possibile vedere la foresta, i corsi d’acqua, la flora e la fauna, che la
natura e il clima tropicale hanno prodotto nel corso dei millenni e che sono
ancora oggi intatti.
Abitare a Woodlark, soprattutto sulla collina di Kulamadau, da cui scrivo queste
note, è piacevole e rilassante. Guardare dalla baia di Guasopa verso l’isola
di Leu e pensare a quel fatidico giorno di metà Ottocento produce la stessa
sensazione della visita alle "catacombe" romane, mentre ti chiedi come
ti sia stato concesso il privilegio di vedere e calcare il terreno della prima
missione italiana dei tempi moderni, il luogo dove un gruppo di missionari
venticinquenni, forse senza saperlo, aprirono il "solco" nel quale
tutti noi ancora oggi camminiamo.
Nel corso del 2008 faremo alcune visite. Dal 2009 speriamo che Woodlark sia
sulla "mappa" delle presenze stabili del "Pime" in Papua
Nuova Guinea.
Semplicemente per stare con la gente, ascoltare, consigliare. È vero, Woodlark
rimane misteriosamente, per noi cattolici, un’isola di difficile accesso e
presenza, almeno fino a quando i "clan" non ci riconosceranno pieno
diritto di cittadinanza e offriranno un terreno su cui edificare liberamente
almeno una casa, una Cappella e un minimo di strutture comunitarie. Un passo che
ora sembra più vicino che in passato, ma ancora legato a un accordo finale tra
i "Lakeidog" e i "Malasi" per l’area di Boiboi.