LA CINA CHE MI HA OSPITATO...   DALLA CINA, P. MARIO MARAZZI   L'INSEGNAMENTO DEI SEMPLICI!

A servizio dell’amore!

Stando con i disabili si scoprono le proprie debolezze e fragilità,
perché "non tutti gli alberi sono creati per dare frutti ma anche per fare ombra".

P. Mario Marazzi in visita a una comunità di disabili a Xi'an.

Fino ad un paio di anni fa conoscevo poco dei portatori di handicap. Avevo stima di alcuni miei confratelli che si erano messi al servizio di queste persone, ma per loro non nutrivo particolare interesse. Da quando ho cominciato a vivere in una casa-famiglia con dei disabili, condividendo le loro gioie e pene e quelle dei loro familiari, la mia vita è cambiata.

"Dio non ha creato tutti gli alberi per dare frutti, ma qualcuno anche per fare ombra. E non per questo va tagliato. Anche lui è utile". Sono stato colpito da questa frase che mi ha fatto pensare alla condivisione di vita che ho avuto la fortuna di fare con persone disabili. Ho pensato all'influsso positivo che hanno avuto sulla mia vita. Sono stati alberi che mi hanno offerto la loro ombra.

I disabili mi hanno un po' evangelizzato. Ho imparato a guardare a queste persone con un altro sguardo, a considerarle un dono, a vedere in loro Gesù sofferente che chiede di essere compreso ed amato. Stando con loro ho scoperto che hanno dei difetti, che sono deboli e fragili. Ma mi hanno aiutato a capire che

anch'io ho le mie debolezze, le mie fragilità, con cui devo convivere, che devo accettare.

Stando con persone portatrici di handicap, ho imparato a conoscere il pensiero di Jean Vanier, un canadese della mia età che circa quarant' anni fa ha lasciato una brillante carriera per mettersi al servizio dei disabili mentali. Nei suoi scritti, Vanier sottolinea che la nostra società esalta la forza fisica e 1'edonismo. Non avendo queste doti, i disabili vengono considerati scarto. Nel mondo di oggi, dove ogni cosa è fatta con professionalità e valutata da un punto di vista economico, i portatori di handicap mentale rischiano di essere messi da parte perché costano troppo e non producono. Sono un enigma per tanti. La loro stessa presenza fa sorgere domande a cui non è facile rispondere. La gente fa fatica a vedere il significato della loro esistenza. Incapaci di sviluppare volontà e ragione, la loro vita appare senza frutto ed inutile. Nella società odierna, ben organizzata e strutturata, sono visti come un peso economico. La loro presenza disturba.

Una società che mette da parte coloro che sono deboli e non producono rischia un esagerato sviluppo della ragione, dell'efficienza, dell'aggressività e della voglia di dominare. Diventa una società senza cuore, competitiva, facile alla rivalità e infine alla violenza. Il Vangelo ci rivela il vero significato dei poveri, dei deboli, di coloro che non producono. Il messaggio di Gesù è chiaro: la Buona Notizia è annunziata ai poveri. E la Buona Notizia è che essi sono amati dal Padre che si prende cura di loro. In questo spirito, nelle comunità di disabili, persone che la società tende a sottovalutare sono considerate importanti e capaci di risvegliare in noi ciò che è più prezioso: il cuore, la generosità, la compassione. Ci spingono a mettere 1'intelligenza a servizio dell'amore.

P. Mario Marazzi PIME
("Missionari del Pime" - Giugno/Luglio 2005)

http://www.huiling.org/