L'appello del Vescovo di Bafatà
Cari amici,
in Guinea-Bissau non mancano motivi per la paura e la tristezza. Uno di
questi è la guerra alla frontiera della Guinea-Bissau con il Senegal. Questa
guerra ha obbligato le popolazioni a dislocarsi dalle loro residenze, vivere con
grandi difficoltà e sopravvivere alla mancanza d’acqua, di cibo, di
medicinali, di comunicazione e piangere la morte della loro amata gente. Oltre a
questo, come è possibile parlare di sviluppo, di miglioramento delle condizioni
di vita, senza una buona base di stabilità sociale, politica e militare?
Tuttavia, come cristiani siamo chiamati alla gioia e alla speranza, perché, in
mezzo a tanto egoismo ed ingiustizia, ci sono persone generose che non desistono
di operare per la pace, per il bene delle persone e famiglie più
sofferenti. È quello che sta succedendo alla frontiera tra la
Guinea-Bissau ed il Senegal: le varie organizzazioni umanitarie, le missioni
Cattoliche di Suzana, Ingorè, Chacheu, Bula, Chanchungo, e tante persone di
buona volontà non hanno fatto altro che non sia lottare quotidianamente per
diminuire la sofferenza di quel popolo.
Siamo chiamati alla gioia e alla speranza perché le religioni, fondate nella
fede nello stesso Dio, sono unite nella ricerca della pace nei due paesi. In
questo senso sono stati realizzati due incontri interreligiosi. Il primo in
Bissau tra i Vescovi della Guinea-Bissau ed il Consiglio Superiore per le
Questioni Islamiche. In questo incontro è stato deciso di invitare le comunità
cristiane, islamiche e di religione tradizionale affinché intensificassero la
preghiera in favore della pace e delle persone morte vittime del conflitto; il
secondo nel quale erano presenti 25 leader religiosi, tra cristiani, mussulmani
e di religione tradizionale, è stato realizzato nella Curia Diocesana di
Bafatà giovedì 6 Aprile scorso. Abbiamo deciso che il venerdì santo,
cristiani, mussulmani e religione tradizionale, faremo un giorno di digiuno per
la pace in Guinea-Bissau e nel Senegal e, sabato 22 Aprile, ci riuniremo per
pregare per questa intenzione.
Invito tutti i diocesani, amici e benefattori affinché si uniscano a noi in
questo atto fondamentale di solidarietà con questi nostri fratelli.
A tutti i miei saluti di una Pasqua felice. Che il Signore risorto ci riempia di
gioia, di speranza e di pace.
Dom Pedro Carlos
Zilli,
Vescovo di Bafatà