RACCONTI   I CORMORANI   DIARIO

"Guardali. Guardali adesso!". La tua intonazione era quasi infantile, contenta, rivelatrice di una meraviglia, di una rarità della Natura.

Al di là della strada, sulla scogliera illuminata dal sole, due cormorani bruni allargavano le ali al calore ritrovato. Dopo l'improvvisa pioggia pomeridiana cercavano, (proprio come noi!), un raggio di tepore ristoratore. "Sono belli!". Dicevi ancora mentre io, grata e commossa, non avevo parole per la tua sorprendente innocenza. Il tuo dono per me, generoso come sempre, aveva trovato l'atteso riscontro. Sì, perché magari mi avevi portata laggiù proprio sperando di potermeli mostrare, quei cormorani, simbolo grandioso della libertà di spirito cui, da sempre, entrambi aneliamo. Riscatto al troppo dolore. Riposo alla vista spesso offuscata da nuvoloni. E dal sognare qualcosa che ci è stata strappata, ritorni inutilmente anelati. Fratelli anche in questo, purtroppo o per fortuna, tu ed io!

"Guardali. Guarda adesso come fanno!". Ed io guardavo. In silenzio. Riscaldata soltanto dall'azzurro dorato di quell'angolo incantato. Non so dire, sai, se erano più belli i cormorani dalle ali spiegate o la tua voce, piccino mio, così grondante di meraviglia! Ma ho guardato a lungo. Senza neppure una lacrima e senza più veli. E davvero li ho visti! I cormorani sugli scogli. Che indicavano impavidi una rotta. Tra cielo e mare. Seguendo la scia del sole. Sul lungomare di Formia.

Sandra Cervone