XII
Domenica Tempo Ordinario
- Anno B
(Letture: Giobbe 38,1.8-11; Salmo 106; 2 Corinzi 5,14-17; Marco 4,35-41).
Dio non interviene al posto mio ma con me
Dal Vangelo secondo
Marco
35In quel giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi
discepoli: «Passiamo all’altra riva».
36E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era,
nella barca. C’erano anche altre barche con lui.
37Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano
nella barca, tanto che ormai era piena. 38Egli se ne stava a
poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro,
non t’importa che siamo perduti?».
39Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci,
calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. 40Poi disse
loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
41E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro:
«Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».
Parola del Signore
Lode a Te o Cristo
Una notte di tempesta e di
paura sul lago, e Gesù dorme. Anche il nostro mondo è in piena tempesta, geme di
dolore con le vene aperte, e Dio sembra dormire.
Nessuna esistenza sfugge all'assurdo e alla sofferenza, e Dio non parla, rimane
muto.
È nella notte che nascono le grandi domande: Non ti importa niente di noi?
Perché dormi? Destati e vieni in aiuto! I Salmi traboccano di questo grido,
riempie la bocca di Giobbe, lo ripetono profeti e apostoli. Poche cose sono
bibliche come questo grido a contestare il silenzio di Dio, poche esperienze
sono umane come questa paura di morire o di vivere nell'abbandono.
Perché avete così tanta paura? Dio non è altrove e non dorme. È già qui, sta
nelle braccia degli uomini, forti sui remi; sta nella presa sicura del
timoniere; è nelle mani che svuotano l'acqua che allaga la barca; negli occhi
che scrutano la riva, nell'ansia che anticipa la luce dell'aurora.
Dio è presente, ma a modo suo; vuole salvarmi, ma lo fa chiedendomi di mettere
in campo tutte le mie capacità, tutta la forza del cuore e dell'intelligenza.
Non interviene al posto mio, ma insieme a me; non mi esenta dalla traversata, ma
mi accompagna nell'oscurità. Non mi custodisce dalla paura, ma nella paura. Così
come non ha salvato Gesù dalla croce, ma nella croce.
L'intera nostra esistenza può essere descritta come una traversata pericolosa,
un passare all'altra riva, quella della vita adulta, responsabile, buona. Una
traversata è iniziare un matrimonio; una traversata è il futuro che si apre
davanti al bambino; una traversata burrascosa è tentare di ricomporre
lacerazioni, ritrovare persone, vincere paure, accogliere poveri e stranieri.
C'è tanta paura lungo la traversata, paura anche legittima. Ma le barche non
sono state costruite per restare ormeggiate al sicuro nei porti.
Vorrei che il Signore gridasse subito all'uragano: Taci; e alle onde: Calmatevi;
e alla mia angoscia ripetesse: è finita. Vorrei essere esentato dalla lotta,
invece Dio risponde chiamandomi alla perseveranza, moltiplicandomi le energie;
la sua risposta è tanta forza quanta ne serve per il primo colpo di remo. E ad
ogni colpo lui la rinnoverà.
Non ti importa che moriamo? La risposta, senza parole, è raccontata dai gesti:
Mi importa di te, mi importa la tua vita, tu sei importante.
Mi importano i passeri del cielo e tu vali più di molti passeri, mi importano i
gigli del campo e tu sei più bello di loro.
Tu mi importi al punto che ti ho contato i capelli in capo e tutta la paura che
porti nel cuore. E sono qui. A farmi argine e confine alla tua paura. Sono qui
nel riflesso più profondo delle tue lacrime, come mano forte sulla tua, inizio
d'approdo sicuro.