XII Domenica Tempo
Ordinario - Anno C
È l’amore disarmato quello che salva
Dal vangelo secondo Luca
Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con
lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi
risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi
profeti che è risorto».
Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo
di Dio».
Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo –
disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei
sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso,
prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita,
la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà».
Le folle chi dicono che io sia?
La risposta è bella e sbagliata. Dicono che sei un profeta: una creatura di
fuoco e di luce, voce di Dio e suo respiro.
La seconda domanda arriva diretta,
esplicita: Ma voi chi dite che io sia? Preceduta da un «ma», come se i
Dodici appartenessero ad un’altra logica. Scrive Cristina Campo: ci sono due
mondi / noi siamo dell’altro.
La terza domanda, sottintesa, è
diretta a me: ma tu chi dici che io sia?
Gesù non chiede una risposta astratta:
«chi è Dio», o «chi sono io»; mette in questione ciascuno di noi: tu, con il tuo
cuore, la tua fatica, il tuo peccato e la tua gioia, « Chi sono io per te?
» Non è la definizione di Cristo che è in gioco, ma quanto di lui vive nella tua
esistenza. Allora chiudere tutti i libri e aprire la vita. Gesù ci educa alla
fede attraverso domande, perché niente è ovvio, né Dio né l’uomo, né il bene né
il male.
Non servono studi, letture,
catechismi, ma fame di pane e di assoluto. Ciascuno, che ha Dio nel sangue, deve
dare la sua risposta.
Ed è una risposta in-finita, mai
finita. Cristo non è ciò che dico di lui, ma ciò che vivo di lui; non è le mie
parole ma la mia passione. La verità è ciò che arde. « Il Tuo nome brucia su
tutte le labbra: Tu ardi » canta Efrem Siro.
Se Cristo non è io non sono.
Gesù stesso offre l’inizio della
risposta: il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, venire ucciso e poi
risorgere. Ecco chi è: un Crocifisso amore , dove non c’è inganno.
Che inganno può nascondere uno che morirà di dolore e di amore per te?
Disarmato amore
che non è mai entrato nei palazzi dei potenti se non da prigioniero, che non ha
assoldato guardie, che i nemici non li teme, li ama.
Amore vincente .
Pasqua è la prova che Dio procura vita a chi produce amore.
Amore indissolubile,
da cui « nulla mai ci separerà » (Rom 8,38). Nulla mai : due
parole assolute, perfette, totali. Niente fra le cose, nessuno fra i giorni.
Se qualcuno vuol venire dietro a me,
prenda la sua croce e mi segua .
Non è un invito alla rassegnazione, non occorreva Gesù per questo. La Croce
è invece la sintesi della sua storia: scegli per te una vita che sia il
riassunto della mia vita.
Prendi su di te la tua porzione
d’amore, altrimenti non vivi. Accetta la porzione di croce che ogni passione
porta con sé, altrimenti non ami.
Non un invito a patire di più, ma a
far fiorire di più la zolla del cuore, a conquistare la sua infinita passione
per Dio e per l’uomo, per tutto ciò che vive sotto il sole, e oltre il grande
arco del sole.