Guardare avanti per vivere in pienezza
(Audio)
Dal Vangelo
secondo Luca
51Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato
elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso
Gerusalemme 52e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si
incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli
l’ingresso. 53Ma essi non vollero riceverlo, perché era
chiaramente in cammino verso Gerusalemme. 54Quando videro ciò,
i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un
fuoco dal cielo e li consumi?». 55Si voltò e li rimproverò.
56E si misero in cammino verso un altro villaggio. 57Mentre
camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada».
58E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli
del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
59A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore,
permettimi di andare prima a seppellire mio padre». 60Gli
replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e
annuncia il regno di Dio». 61Un altro disse: «Ti seguirò,
Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». 62Ma
Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è
adatto per il regno di Dio».
Parola del Signore
Lode a Te o Cristo
Vuoi che scenda
un fuoco dal cielo e li consumi? La reazione di Giacomo e Giovanni al
rifiuto dei Samaritani segue la logica comune: farla pagare, occhio per occhio.
Gesù si voltò, li rimproverò e si avviò verso un altro villaggio. Nella
concisione di queste parole si staglia la grandezza di Gesù. Che difende chi non
la pensa come lui, che capovolge la logica della storia, quella che dice: i
nemici si combattono e si eliminano. Gesù invece intende eliminare il
concetto stesso di nemico. E si avviò verso un altro villaggio. Il Signore
inventore di strade: c'è sempre un nuovo villaggio con altri malati da
guarire, altri cuori da fasciare; c'è sempre un'altra casa dove annunciare pace.
Non ha bisogno di mezzi forti o di segni prodigiosi, non cova risentimenti. Lui
custodisce sentieri verso il cuore dell'uomo, come canta il salmo: beato
l'uomo che ha sentieri nel cuore (84,6), che ha futuro e fiducia. E il
Vangelo diventa viaggio, via da percorrere, spazio aperto. E invita il nostro
cristianesimo a diventare così, a continui passaggi, a esodi, a percorsi.
Come accade anche ai tre nuovi discepoli che entrano in scena nella seconda
parte del Vangelo. Ad essi, che ci rappresentano tutti, dice: Le volpi hanno
tane, gli uccelli nidi, ma io non ho dove posare il capo.
Eppure non era esattamente così. Gesù aveva cento case di amici e amiche felici
di accoglierlo a condividere pane e sogni. Con la metafora delle volpi e degli
uccelli Gesù traccia il ritratto della sua esistenza minacciata dal potere
religioso e politico, sottoposta a rischio, senza sicurezza. Chi vuole vivere
tranquillo e in pace nel suo nido non potrà essere suo discepolo.
Noi siamo abituati a sentire la fede come conforto e sostegno, pane buono che
nutre, e gioia. Ma questo Vangelo ci mostra che la fede è anche altro: un
progetto che non assicura una esistenza tranquilla, ma offre la gioiosa fatica
di aprire strade nuove, il rischio di essere rifiutati e perfino perseguitati.
Perché si oppone e smonta il presente, quando le sue logiche sanno di
superficialità, di violenza, di inganno, per seminarvi il futuro.
Lascia che i morti seppelliscano i loro morti. Una frase durissima che
non contesta gli affetti umani, ma si chiarisce con ciò che segue: Tu va e
annunzia il Regno di Dio. Tu fa cose nuove. Se ti fermi all'esistente, al
già visto, al già pensato, non vivi in pienezza. Noi abbiamo bisogno di
freschezza e il Signore ha bisogno di gente viva. Di gente che, come chi ha
posto mano all'aratro, non guardi indietro a sbagli, incoerenze, fallimenti, ma
avanti, ai grandi campi della vita, che gli appartengono, a un Dio che viene
dall'avvenire.