In quel tempo Gesù disse: 25«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra,
perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai
piccoli. 26Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua
benevolenza. 27Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno
conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e
colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. 28Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi
darò ristoro. 29Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate
da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. 30Il
mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». Parola del Signore Lode a Te o Cristo
Un momento di incanto di Gesù davanti ai
piccoli, ai suoi: Ti rendo lode, Padre, perché queste cose le hai rivelate
ai piccoli. I piccoli di cui è pieno il vangelo, gli ultimi della fila che
sono i preferiti di Dio. Gesù è il primo dei piccoli: viene come figlio di
povera gente, nasce in una stalla, non ha in mano nessun potere e la sua
rivoluzione si compie su di una croce. Ma «un uomo vale non sulla misura
della sua intelligenza, ma quanto vale il suo cuore» (Gandhi).
«Venite a me, voi tutti, che siete stanchi e
oppressi, e io vi darò ristoro» .
Gesù non viene, con obblighi e divieti;
viene recando una coppa colma di pace. Gesù non porta precetti nuovi, ma una
promessa: il regno di Dio è iniziato, ed è pace e gioia nello Spirito ( Rm
14, 17 ).
E se ti lasci riempire dalla pace del
signore, «attraverso il riposo e la pace del vostro cuore, poi a decine, a
migliaia attorno a voi saranno confortati, troveranno ristoro» (A. Louf ).
«Imparate da me, che sono mite e umile di
cuore . Imparate dal mio cuore. Cristo si
impara imparandone il cuore, cioè il modo di amare. Il maestro è il cuore.
La pace si impara. La pienezza della vita si
impara. A vivere si impara, imparando il cuore di Dio.
E la scuola è la vita di Gesù, quest’uomo
senza poteri, libero come il vento, leggero come la luce, dignitoso e alto, che
nulla e nessuno ha mai potuto piegare.
Imparate dal mio modo di amare:
umile, senza arroganza, e mite, senza violenza. Ristoro dell’esistenza di
ciascuno è un cuore così, amore umile e mite, una creatura in pace, che
diffonde un senso di serenità nell’arsura del vivere. E la nostra vita si
rinfranca accanto alla sua.
Inizia, allora, il discepolato del cuore, per
tutti, bambini e anziani, donne e uomini, preti e religiosi, per noi che ci
sentiamo intelligenti, ma che corriamo il rischio di restare degli analfabeti
del cuore. Funzionari delle regole e analfabeti del cuore.
Perché Dio non è un concetto, non è una
regola, non si riduce ad un sapere: Dio è il cuore dolce e forte della vita.
Dice Gesù: «Prendete su di voi il mio
giogo. Il mio giogo è dolce e il mio carico leggero » . Nel linguaggio
della Bibbia «giogo» indica la legge: «Prendete su di voi la mia legge».
Prendete su di voi l’amore, è un re
leggero, è un tiranno amabile, che neanche per un istante ferisce il cuore, non
colpisce ciò che è al cuore dell’uomo, ma è instancabile nel generare,
partorire, curare, confortare, dare ristoro. Non è uno fra i tanti maestri, è
«il» maestro di una vita piena, con dentro il gusto e il calore di Dio.