Ogni giorno su di noi una pioggia di semi di Dio
Dal Vangelo secondo Matteo
1Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. 2Si
radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a
sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
3Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco,
il seminatore uscì a seminare. 4Mentre seminava, una parte
cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. 5Un’altra
parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò
subito, perché il terreno non era profondo, 6ma quando
spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. 7Un’altra
parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. 8Un’altra
parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta
per uno. 9Chi ha orecchi, ascolti».
10Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero:
«Perché a loro parli con parabole?». 11Egli rispose loro:
«Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non
è dato. 12Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza;
ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. 13Per
questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non
ascoltano e non comprendono.
14Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice:
"Udrete, sì, ma non comprenderete,
guarderete, sì, ma non vedrete. 15Perché il cuore di questo
popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso
gli occhi, perché non vedano con gli occhi,
non ascoltino con gli orecchi
e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca!".
16Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri
orecchi perché ascoltano.
17In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno
desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che
voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!
18Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. 19Ogni
volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e
ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo
la strada. 20Quello che è stato seminato sul terreno sassoso
è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, 21ma
non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o
una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. 22Quello
seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del
mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto.
23Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la
Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il
trenta per uno».
Parola del Signore
Lode a Te o Cristo
Egli parlò
loro di molte cose con parabole. Magia delle parabole: un linguaggio che
contiene di più di quel che dice. Un racconto minimo, che funziona come un
carburante: lo leggi e accende idee, evoca immagini, suscita emozioni, avvia un
viaggio. Gesù amava i campi di grano, le distese di spighe, di papaveri, di
fiordalisi, osservava la vita e nascevano parabole. Oggi osserva un seminatore e
nel suo gesto intuisce qualcosa di Dio.
Il seminatore uscì a seminare: la parabola non perde tempo in preamboli o
analisi, racconta un fatto o una esperienza. Il seminatore, non un; il
Seminatore per eccellenza, Colui che con il seminare si identifica, perché non
fa altro che questo: dare vita, fecondare. Seminatore: uno dei più belli nomi di
Dio. E subito l'immagine d'un tempo antico ci riempie gli occhi della mente: un
uomo con una sacca al collo che percorre un campo, con un gesto largo della
mano, sapiente e solenne.
Ma il quadro collima solo fin qui. Il seminatore della parabola è diverso,
eccessivo, illogico: lancia manciate generose anche sulla strada e sui rovi. È
uno che spera anche nei sassi, un prodigo inguaribile, imprudente e fiducioso.
Un sognatore che vede vita e futuro ovunque.
Una pioggia continua di semi di Dio cade tutti i giorni sopra di noi. Semi di
Vangelo riempiono l'aria. Si staccano dalle pagine della Scrittura, dalle parole
degli uomini, dalle loro azioni, da ogni incontro. Ma per quanto il seme sia
buono, se non trova acqua, luce e protezione, la giovane vita che ne nasce
morirà presto. Il Seminatore getta il seme, ma è il terreno che permette di
crescere. Allora io voglio farmi terra buona, terra madre, culla accogliente per
il piccolo germoglio. Come una madre, che sa quanto tenace e desideroso di
vivere sia il seme che porta in grembo, ma anche quanto fragile, vulnerabile e
bisognoso di cure, dipendente quasi in tutto da lei.
Essere madri della parola di Dio, madri di ogni parola d'amore. Accoglierle
dentro sé con tenerezza, custodirle e difenderle con energia, allevarle con
sapienza. Ognuno di noi è una zolla di terra, ognuno è anche un seminatore che
cammina nel mondo gettando semi. Ogni parola, ogni gesto che si stacca da me, se
ne va per il mondo e produrrà qualcosa. Che cosa vorrei produrre? Tristezza o
germogli di sorrisi? Paura, scoraggiamento o forza di vivere?
«Il cristiano è uno ben consapevole che la sua vita darà frutto, ma senza
pretendere di sapere come, né dove, né quando. Ha però la sicurezza che non va
perduto nessun atto d'amore per Dio, non va perduta nessuna generosa fatica,
nessuna dolorosa pazienza. Tutto ciò circola nel mondo come una forza di vita».
(E.G. 278-279).