A due a due per annunciare la luce
(Audio)
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù 7chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a
due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. 8E ordinò
loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né
sacca, né denaro nella cintura; 9ma di calzare sandali e di
non portare due tuniche. 10E diceva loro: «Dovunque entriate
in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. 11Se
in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e
scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
12Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse,
13scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e
li guarivano.
Parola del Signore
Lode a Te o Cristo
Partono i discepoli a
due a due. E non ad uno ad uno. Perché, se è solo, l'uomo è portato a
dubitare perfino di se stesso. La prima predicazione è senza parole, è già in
questo accompagnarsi, l'uno al passo dell'altro. Partono forti di una parola e
di un amico: ordinò loro di non prendere nient'altro che un bastone. Solo
un bastone a sorreggere il passo e un amico a sorreggere il cuore. Un bastone
per appoggiarvi la stanchezza, un amico per appoggiarvi la solitudine.
E proclamarono che la gente si convertisse, ungevano con olio molti infermi e
li guarivano. Il loro messaggio è conversione: giratevi verso la luce,
perché la luce è già qui. Le loro mani sui malati annunciano: Dio è già qui, è
vicino a te con amore, e guarisce la vita, girati verso di lui. Quello dei
dodici è un viaggio dentro l'uomo più autentico, liberato da tutto il superfluo:
non portate né pane né sacca né denaro, perché la nostra vita non dipende
dai nostri beni, voi vivrete di fiducia: fiducia in Dio, che non farà mancare
nulla, e fiducia negli uomini, che apriranno le loro case. «Bagaglio leggero
impone il viaggio e cuore fiducioso. Domani non so se qualcuno aprirà la porta
ma confido nel tesoro d'amore disseminato per strade e città, mani e sorrisi che
aprono case e ristorano cuori...» (M. Marcolini).
I dodici, senza parole, con il loro stile di vita, contestano il mondo
dell'accumulo, dell'apparire, del denaro. Proclamano: «ci sono due mondi noi
siamo dell'altro» (Cristina Campo). In questo mondo altro, la forza non
risiede nei grandi mezzi materiali, ma nel fuoco interiore, nel suo contagio
misterioso e lucente. La povertà dei discepoli fa risaltare la potenza creativa
dell'amore. Invece le cose, il denaro, i mezzi, lungo i secoli hanno spento la
creatività della Chiesa. L'annunciatore deve essere infinitamente piccolo, solo
così l'annuncio sarà infinitamente grande. Sono partiti a due a due, con niente.
Ma i dodici avevano un fuoco. Il fuoco si propaga col fuoco.
Entrati in una casa lì rimanete. Ecco il punto di approdo: la casa, il luogo
dove la vita nasce ed è più vera, abbracciata dal cerchio degli affetti che
fanno vivere.
E il Vangelo deve essere significativo lì, nella casa, deve parlare e guarire
nei giorni delle lacrime e in quelli della festa, quando il figlio se ne va,
quando l'anziano perde il senno o la salute... Se in qualche luogo non vi
ascoltassero, andatevene, al rifiuto i discepoli non oppongono risentimenti
solo un po' di polvere scossa dai sandali. E non deprimetevi per una sconfitta,
non abbattetevi per un rifiuto: c'è un'altra casa poco più avanti, un altro
villaggio, un altro cuore. All'angolo di ogni strada germoglia l'infinito.