Una spiga di grano vale più dell'intera zizzania
Dal Vangelo secondo Matteo
Conquistare anche noi lo
sguardo di Dio, che non si posa mai per prima cosa sul male o sul peccato di una
persona, ma privilegia il bene. Quel campo seminato di buon seme e assediato
dalle erbacce è il nostro cuore. I servi dicono: Andiamo e sradichiamo la
zizzania. Il padrone del campo li blocca: No, rischiate di strapparmi anche il
buon grano! L'uomo violento che è in noi dice: strappa subito da te tutto ciò
che è immaturo, sbagliato, puerile, cattivo. Invece il Signore dice: abbi
pazienza, non agire con violenza, perché il tuo spirito è capace di grandi cose
solo se ha grandi valori.
Quanti difetti sono riuscito a sradicare in tutti questi anni? Neppure uno. La
via è un'altra: mettersi sulla strada di come agisce Dio. Per vincere la notte
accende il mattino, per far fiorire la steppa sterile semina milioni di semi,
per sollevare la pasta immobile immette un pizzico di lievito. Questa è
l'attività solare, positiva, vitale da esercitare verso noi stessi: non
preoccupiamoci prima di tutto della zizzania, delle debolezze, dei difetti,
nessuno è senza zizzania nel cuore; ma preoccupiamoci di coltivare una
venerazione profonda per tutte le forze che Dio ci consegna, forze di bontà, di
generosità, di bellezza, di libertà. Facciamo che queste erompano in tutta la
loro forza, in tutta la loro bellezza, in tutta la loro potenza, e vedremo le
tenebre scomparire.
Noi dobbiamo conquistare lo sguardo di Dio: una spiga di buon grano conta più di
tutta la zizzania del campo, il bene conta più del male; la luce è sempre più
forte del buio. Addirittura la spiga futura, il bene possibile domani è più
importante del peccato di ieri. Il male di una vita non revoca il bene compiuto,
non lo annulla, è invece il bene che revoca il male. La nostra strategia è
coprire il male di bene, soffocarlo di bontà, di generosità, di coraggio, di
canto, di luce. Ed è il bene, quel pezzetto di Dio in noi, che dice la verità di
una persona. Il peccato non è rivelatore, mai: nessun uomo, nessuna donna
coincidono con il loro sbaglio o con la zizzania che hanno in cuore. Tu non sei
le tue debolezze, ma le tue maturazioni. Tu non sei creato a immagine del nemico
e della sua notte, ma a immagine del Creatore e del suo giorno. Allora il nostro
vero lavoro religioso è portare a maturazione il buon seme, i talenti, i germi
divini che Dio immette in noi con la fiducia del buon seminatore. E far maturare
dolcemente e tenacemente, come il grano che matura nel sole, coloro che Dio ci
ha affidato. Tu pensa al buon grano, ama i tuoi germi di vita, custodisci ogni
germoglio, sii indulgente con tutte le creature, e anche con te. E tutto il tuo
essere fiorirà