Questo mondo ne porta un altro nel grembo
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 25«Vi saranno
segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in
ansia per il fragore del mare e dei flutti, 26mentre gli
uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla
terra.
Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. 27Allora
vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
28Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e
alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
34State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si
appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel
giorno non vi piombi addosso all’improvviso; 35come un laccio
infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta
la terra. 36Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate
la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al
Figlio dell’uomo».
Parola del Signore
Lode a Te o Cristo
L'Avvento è
il tempo che prepara nascite, il tempo di santa Maria nell'attesa del parto,
tempo delle donne: solo le donne in attesa sanno cosa significhi davvero
attendere.
Ci saranno segni nel sole, nella luna, nelle stelle e sulla terra angoscia. Il
Vangelo ci prende per mano, ci porta fuori dalla porta di casa, a guardare in
alto, a percepire il cosmo pulsare attorno a noi, a sentirci parte di un'immensa
vita. Che patisce, soffre, si contorce come una partoriente (Isaia 13,8), ma per
produrre vita. Il presente porta nascite nel grembo. Ogni giorno c'è un mondo
che muore, ogni giorno c'è però un mondo che nasce.
«Quanto morir perché la vita nasca» (C. Rebora): abbiamo tutti nella memoria la
notte di Parigi. Notte di morte. Eppure il nostro atto di fede è: neppure la
violenza è eterna, neppure il terrore; il regno di Dio viene. Giorno per giorno,
continuamente, adesso, Dio viene. Anche se non lo vedi, anche se non ti accorgi
di lui, è in cammino su tutte le strade.
Noi pensiamo che la presenza del Signore si sia rarefatta, il Regno allontanato;
che siano altri i regni emergenti: i califfati, l'Isis, l'economia, il mercato,
l'idolo del denaro, il profitto. Invece no: il mondo intero è più vicino al
Regno oggi, di dieci o vent'anni fa: risollevatevi, alzate il capo, la vostra
liberazione è vicina.
Il Vangelo d'Avvento ci aiuta a non smarrire il cuore, a non appesantirlo di
paure e delusioni: state attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si
appesantiscano.
Ci sarà sempre un momento in cui ci sentiremo col cuore pesante. Ho provato
anch'io lo scoraggiamento, molte volte, ma non gli permetto di sedersi alla mia
tavola, di mangiare nel mio piatto. Il motivo è questo: fin dentro i muscoli e
le ossa io so una cosa, come la sapete voi, ed è che non può esserci
disperazione finché ricordo perché sono venuto sulla terra, di Chi sono al
servizio, Chi mi ha mandato qui. E Chi sta venendo: allora vedranno il Figlio
dell'uomo venire con grande potenza e gloria.
Questo mondo contiene Lui! Che viene, che è qui, che cresce dentro; c'è un
Liberatore, esperto di nascite, in cammino su tutte le strade.
Alzatevi, guardate in alto e lontano, perché la vostra liberazione è vicina.
Uomini e donne in piedi, a testa alta, occhi alti e liberi: così vede i
discepoli il Vangelo. Gente dalla vita verticale e dallo sguardo profondo.
Il Vangelo ci insegna a leggere la storia come grembo di futuro, a non fermarci
all'oggi: questo mondo porta un altro mondo nel grembo. Da coltivare e custodire
con combattiva tenerezza. Un mondo più buono e più giusto, dove Dio viene,
vicino e caldo come il respiro, forte come il cuore, bello come il sogno più
bello.