Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, 12lo Spirito sospinse Gesù nel deserto
13e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana.
Stava con
le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
14Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea,
proclamando il vangelo di Dio, 15e diceva: «Il tempo è
compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Parola del Signore
Lode a Te o Cristo
Nel giardino di pietre che è
il deserto, nuovo spettrale giardino dell'Eden, Gesù vince il vecchio, spento
sguardo sulle cose (le tentazioni) e ci aiuta a seminare occhi nuovi sulla vita.
Que sueno el de la vita: sobre aquel abiso petreo! Che sogno quello della vita e
sopra quale abisso di pietre (Miguel de Unamuno).
Il deserto e il regno, la sterilità e la fioritura, la morte e la vita: i
versetti di Marco dipingono nella prima pagina del suo vangelo i paesaggi del
cuore dell'uomo.
Gesù inizia dal deserto: dalla sete, dalla solitudine, dall'angoscia delle
interminabili notti. Sceglie di entrare da subito nel paesaggio della nostra
fatica di vivere..
Ci sta quaranta giorni, un tempo lungo e simbolico. Si fa umanità lungo le piste
aride delle mie faticose traversate.
In questo luogo di morte Gesù gioca la partita decisiva, questione di vita o di
morte. Il Messia è tentato di tradire la sua missione per l'uomo: preferire il
suo successo personale alla mia guarigione.
Resiste, e in quei quaranta giorni la pietraia intorno a lui si popola. Dai
sassi emerge la vita. Una fioritura di creature selvatiche, sbucate da chissà
dove, e presenze lucenti di angeli a rischiarare le notti.
Da quando Gesù lo ha abitato, non c'è più deserto che non sia benedetto da Dio,
dove non lampeggino frammenti scintillanti di regno.
Il regno di Dio è simile a un deserto che germoglia la vita, un rimettere al
mondo persone disgregate e ferite. Un'energia trasformativa risanante cova tra
le pietre di ogni nostra tristezza, come una buona notizia: Dio è vicino
convertitevi e credete nel Vangelo. Credete nell'amore.
All'inizio di Quaresima, come ai tornanti della vita, queste parole non sono una
ingiunzione, ma una promessa. Perché ciò che converte il cuore dell'uomo è
sempre una promessa di più gioia, un sogno di più vita. Che Gesù racchiude
dentro la primavera di una parola nuova, la parola generatrice di tutto il suo
messaggio: il regno di Dio è vicino. Il Regno di Dio è il mondo nuovo come Dio
lo sogna, e si è fatto vicino da quando Dio è venuto ad abitare, con amore, il
nostro deserto.
Gesù non viene per denunciare, ma per annunciare, viene come il messaggero di
una novità straordinariamente promettente. Il suo annuncio è un "sì", e non un
"no": è possibile per tutti vivere meglio, vivere una vita buona bella beata
come la sua.
Per raggiungerla non basta lo sforzo, devi prima conoscere la bellezza di ciò
che sta succedendo, la grandezza di un dono che viene da fuori di noi. E questo
dono è Dio stesso, che è vicino, che è dentro di te, mite e possente energia,
dentro il mondo come seme in grembo di donna. E il suo scopo è farti diventare
il meglio di ciò che puoi diventare.