I
Domenica di Quaresima Anno C
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era
guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non
mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il
diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi
pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: "Non di solo pane vivrà l’uomo"».
Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della
terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me
è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione
dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: "Il
Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto"».
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse:
«Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: "Ai
suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano"; e
anche: "Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non
inciampi in una pietra"». Gesù gli rispose: «È stato detto: "Non
metterai alla prova il Signore Dio tuo"».
Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al
momento fissato.
Le tre tentazioni di Gesù nel deserto, sono le tentazioni dell’uomo
di sempre. «Le grandi tentazioni non sono quelle di cui è preoccupato un certo
cristianesimo moralistico, non sono quelle, ad esempio, che riguardano il
comportamento sessuale, ma quelle che vanno a demolire la fede » (O. Clément).
C’è un crescendo nelle tre prove: vanno da me, agli altri, a Dio. La prima
tentazione: pietre o pane? Una piccola alternativa che Gesù apre, spalanca. Né
di pietre né di solo pane vive l’uomo. Siamo fatti per cose più grandi; il
pane è buono, è nel Padre Nostro, è indispensabile, ma più importanti ancora
sono altre cose: le creature, gli affetti, le relazioni. È l’invito a non
accontentarsi, a non ridurre i nostri sogni a denaro.
Non di solo pane vive l’uomo!
Il pane è buono, il pane dà vita, ma più vita viene dalla Parola di
Dio.
Poi il tentatore alza la posta. Da me agli altri: io so come conquistare
il potere! Tu ascoltami e ti darò il potere su tutto... È come se il diavolo
dicesse a Gesù: Vuoi cambiare il mondo? Allora usa il potere, la forza, occupa
i posti chiave. Vuoi salvare il mondo con niente, con l’amore, addirittura con
la croce? Sei un illuso! Cosa se ne fa il mondo di un crocifisso in più? Vuoi
avere gli uomini dalla tua parte? Assicuragli pane, autorità, spettacolo,
allora ti seguiranno! Ma Gesù vuole liberare, non impossessarsi dell’uomo,
lui sa che il potere non ha mai liberato nessuno. Il male del mondo non sarà
vinto da altro male, ma per una insurrezione dei cuori buoni e giusti.
Il diavolo chiede ubbidienza e offre potere. Fa un commercio, un mercato
con l’uomo. Esattamente il contrario di come agisce Dio, che non fa mercato
dei suoi doni, ma offre per primo, dà in perdita, senza niente in cambio...
L’ultimo gradino è una sfida aperta a Dio, demolisce la fede facendone
l’imitazione: « Chiedi a Dio un miracolo ». E ciò che sembra essere il
massimo della fede, ne è invece la caricatura: non fiducia in Dio ma ricerca
del proprio vantaggio, non amore di Dio ma amore di sé, fino alla sfida.
Buttati verranno gli angeli.
Gesù risponde «no»: «Io so che Dio è presente, ma a modo suo, non a
modo mio. Dio è già in me forza della mia forza».
E gli angeli mi sono attorno con occhi di luce. Dio è presente, è
vicino, intreccia il suo respiro con il mio. Forse non risponde a tutto ciò che
io chiedo, eppure avrò tutto ciò che mi serve. Interviene, ma non con un volo
di angeli, bensì con tanta forza quanta ne basta al primo passo.