Quel fuoco che rompe la falsa pace
(Audio)
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 49«Sono venuto a
gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!
50Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato
finché non sia compiuto! 51Pensate che io sia venuto a portare
pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. 52D’ora
innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro
due e due contro tre; 53si divideranno padre contro figlio e
figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro
nuora e nuora contro suocera».
Parola del Signore
Lode a Te o Cristo
Sono venuto a portare il fuoco sulla terra. Pensate che io sia venuto a portare
la pace? No, vi dico, ma la divisione. Credo che tutti abbiamo avuto la fortuna
di conoscere uomini e donne ardenti, appassionati di Dio e dell'uomo, di averli
visti passare fra noi come fuoco e come spada. Ricordo la sorpresa, liberante,
quando ascoltavo padre Turoldo dire: io mi sento mandato a rompere le false paci
dei conventi. Pace apparente, rotta da un modo più evangelico di intendere la
vita, da qualcuno che vuole riproporre il sogno di Dio. Forse quando va in
frantumi un vecchio equilibrio, nella casa o nella comunità, quella che si rompe
non è una pace autentica ma una situazione sbagliata, fondata su mancanza di
saggezza, su egoismi e silenzi.
Sono venuto a portare il fuoco, l'alta temperatura morale in cui avvengono le
vere trasformazioni del cuore e della storia. E come vorrei che divampasse!
Stare vicino a Lui è stare vicino al fuoco. Siamo discepoli di un Vangelo che
brucia dentro, che ci infiamma qualche volta almeno, oppure abbiamo una fede che
rischia di essere solo un tranquillante, una fede sonnifero? Disinteressati a
tutto, ai problemi ambientali, a ciò che tocca violenza e armi, passivi di
fronte alle ingiustizie, senza fuoco?
Al tempo di Gesù le donne e i bambini erano senza diritti; gli schiavi in balia
dei padroni; i lebbrosi, i ciechi, i poveri trattati con disprezzo. E Lui si
mette dalla loro parte, li chiama al suo banchetto, fa di un bambino il modello
e dei poveri i principi del suo Regno, invia le donne ad annunciare la Pasqua.
La fede è abbracciare il suo progetto di vita, convinti che un altro mondo è
possibile; non tanto mettere in pace la coscienza, ma risvegliarla! E la pace di
chi si dona, di chi ama, di chi non si attacca al denaro, di chi non vuole
dominare né vendicarsi diventa precisamente la spada, cioè l'urto inevitabile
con chi pensa che vivere è dominare, arricchire, divertirsi.
Perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto? Un invito pieno di energia
e di futuro, rivolto alla folla cioè a tutti: non seguite il pensiero dominante,
non accodatevi all'opinione della maggioranza. Così è il cristiano, intelligente
e libero, medita sulla vita e sulla bibbia, scruta i segni dei tempi e avanza:
"la differenza decisiva non è tra chi crede e chi non crede, ma tra chi pensa e
chi non pensa" (Card. Martini).Tra chi si domanda che cosa c'è di buono o di
sbagliato in ciò che accade, e chi non si domanda niente.
Giudicate da voi... Siate un po' profeti - invito forte e disatteso! - siate
profeti anche scomodi, dice il Signore, fate divampare la goccia di fuoco che lo
Spirito ha deposto in voi.