Gesù riconosce i suoi figli in ogni angolo del mondo
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, 22 Gesù passava per città e villaggi, insegnando,
mentre era in cammino verso Gerusalemme. 23 Un tale gli chiese:
"Signore, sono pochi quelli che si salvano?".
Rispose: 24 "Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché
molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno. 25 Quando
il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a
bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: Non vi
conosco, non so di dove siete.
26 Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua
presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze.
27 Ma
egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti
operatori d’iniquità! 28 Là ci sarà pianto e stridore di denti,
quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio e
voi cacciati fuori.
29 Verranno
da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa
nel regno di Dio. 30 Ed ecco, ci sono alcuni tra gli ultimi che
saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi".
Parola del Signore
Lode a Te o Cristo
Sforzatevi di entrare per la porta stretta. Per la
porta larga vuole passare chi crede di avere addosso l'odore di Dio, preso tra
incensi, riti e preghiere, e di questo si vanta. Per la porta stretta entra «chi
ha addosso l'odore delle pecore» (papa Francesco), l'operaio di Dio con le mani
segnate dal lavoro, dal cuore buono. È la porta del servizio.
Quando il padrone di casa chiuderà la porta, voi busserete: Signore aprici.
E lui: non so di dove siete, non vi conosco. Avete false credenziali.
Infatti quelli che vogliono entrare si vantano di cose poco significative:
abbiamo mangiato e bevuto con te, eravamo in piazza ad ascoltarti... ma
questo può essere solo un alibi, non significa che abbiano accolto davvero il
suo Vangelo. La sua Parola è vera solo se diventa carne e sangue. A molti
contemporanei di Gesù succedeva proprio questo: di sedere a mensa con lui,
ascoltarlo parlare, emozionarsi, ma tutto finiva lì, non ne avevano la vita
trasformata. Così noi possiamo partecipare a messe, ascoltare prediche, dirci
cristiani, difendere la croce come simbolo di una civiltà, ma tutto questo non
basta. La misura è nella vita. La fede autentica scende in quel tuo profondo
dove nascono le azioni, i pensieri, i sogni, e da là erompe a plasmare tutta
intera la tua vita, tutte le tue relazioni. Perché le cose di Dio e le cose
dell'uomo sono indissolubili. Infatti quelli che bussano alla porta chiusa hanno
compiuto sì azioni per Dio, ma nessuna azione per i fratelli. Non basta mangiare
Gesù che è il pane, occorre farsi pane.
Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia. Non vi conosco.
Il riconoscimento sta nella giustizia. Dio non ti riconosce per formule, riti o
simboli, ma perché hai mani di giustizia. Ti riconosce non perché fai delle cose
per lui, ma perché con lui e come lui fai delle cose per gli altri.
Non so di dove siete: i vostri modi di vedere gli altri sono lontanissimi
dai miei, voi venite da un mondo diverso rispetto al mio, da un altro pianeta.
La conclusione della parabola è piena di sorprese. Prima di tutto è sfatata
l'idea della porta stretta come porta per pochi, per i più bravi: tutti possono
passare. Oltre quella porta Gesù immagina una festa multicolore: verranno da
oriente e occidente, dal nord e dal sud del mondo e siederanno a mensa.
Il sogno di Dio: far sorgere figli da ogni dove. Li raccoglie, per una offerta
di felicità, da tutti gli angoli del mondo, variopinti clandestini del regno,
arrivati ultimi e da lui considerati primi.
Gesù li riconosce dall'odore, lui che con le pecore sperdute, sofferenti, malate
si è mischiato per tutta la vita. Li riconosce perché sanno il suo stesso odore.