Siamo mendicanti d'amore invitati a una festa
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, 1Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi
dei sacerdoti e ai farisei] e disse: 2«Il regno dei cieli è
simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. 3Egli
mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano
venire.
4Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: Dite agli
invitati: "Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali
ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!". 5Ma
quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari;
6altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero.
7Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere
quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.
8Poi disse ai suoi servi: "La festa di nozze è pronta, ma gli
invitati non erano degni; 9andate ora ai crocicchi delle
strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze". 10Usciti
per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e
buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.
11Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che
non indossava l’abito nuziale. 12Gli disse: "Amico, come mai
sei entrato qui senza l’abito nuziale?". Quello ammutolì. 13Allora
il re ordinò ai servi: "Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre;
là sarà pianto e stridore di denti".
14Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».
Parola del Signore
Lode a Te o Cristo
Il regno dei cieli è
simile a una festa. Eppure nella affannata città degli uomini nessuno sembra
interessato: gli invitati non volevano venire... forse temono una festa senza
cuore, il formalismo di tutti, l'indifferenza reciproca.
Non volevano venire, forse perché presi dai loro affari, dalla liturgia del
lavoro e del guadagno, dalle cose importanti da fare; non hanno tempo, loro, per
cose di poco conto: le persone, gli incontri, la festa. Hanno troppo da fare per
vivere davvero.
Ascoltando questa parabola provo una fitta al cuore: sono pochi i cristiani che
sentono Dio come un vino di gioia; sono così pochi quelli per cui credere è una
festa, le celebrazioni liturgiche che emanano gioia, festive non solo di nome.
Allora il re disse ai suoi servi: andate ai crocicchi delle strade e tutti
quelli che troverete, chiamateli alle nozze. L'ordine del re è favoloso: tutti
quelli che troverete, cattivi e buoni, senza badare a distinzioni, a meriti, a
moralità. Invito solo all'apparenza casuale, che mostra invece la chiara volontà
del re che nessuno sia escluso.
È bello questo Dio che, quando è rifiutato, anziché abbassare le attese, le
alza: chiamate tutti! Che non si arrende alle prime difficoltà, e che non
permette, non accetta che ci arrendiamo, con Lui c'è sempre un «dopo».
Un Re che apre, allarga, gioca al rilancio, va più lontano; e dai molti invitati
passa a tutti invitati: ed entrarono tutti, cattivi e buoni. Addirittura prima i
cattivi... Non perché facciano qualcosa per lui, ma perché lo lascino essere
Dio! Alla fine la sala si riempì di commensali. Lo immagino così il Paradiso,
come quella sala, pieno non di santi ma di peccatori perdonati, di gente come
noi.
Un invitato però non indossa l'abito delle nozze: amico, come mai sei entrato
qui senza l'abito nuziale? Di che cosa è simbolo quell'abito, il migliore che
avrebbe dovuto possedere? Di un comportamento senza macchie? No, nella sala si
mescolano brave persone e cattivi soggetti. Indica il meglio di noi stessi:
quella trama nuziale che è la chiave di volta di tutta la Bibbia, la fede come
una storia d'amore. Dal momento che Dio ti mette in vita, ti invita alle nozze
con lui. Ognuno a suo modo sposo. Parola di profeti, di salmi, di Gesù: la
storia della salvezza è la storia di due mendicanti uno d'amore ed è Dio,
l'altro d'amore ed è l'uomo. Quell'invitato si è sbagliato su Dio e quindi su se
stesso, sulla vita, su tutto: non ha capito che Dio viene come uno Sposo, intimo
a te come un amante, esperto di feste: che si fa festa in cielo per un peccatore
pentito, per un figlio che torna, per ogni mendicante d'amore che trova e
restituisce un sorso d'amore, una sorsata di vita.