La fede è libera risposta all'amore di Dio
Dal Vangelo secondo Luca
11 Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e
la Galilea. 12Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci
lebbrosi, che si fermarono a distanza 13e dissero ad alta voce:
"Gesù, maestro, abbi pietà di noi!". 14Appena li vide, Gesù disse
loro: "Andate a presentarvi ai sacerdoti". E mentre essi andavano, furono
purificati. 15Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando
Dio a gran voce, 16e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per
ringraziarlo. Era un Samaritano. 17Ma Gesù osservò: "Non ne sono
stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? 18Non
si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all'infuori
di questo straniero?". 19E gli disse: "Àlzati e
va'; la tua fede ti ha salvato!".
Parola del Signore
Lode a Te o Cristo
Dieci lebbrosi
all'ingresso di un villaggio, nove giudei e un samaritano insieme. La sofferenza
li ha uniti, la guarigione li separerà. Insieme pregano Gesù ed egli: appena
li vede... Notiamo il dettaglio: subito, senza aspettare un secondo
di più, appena li vede, con un'ansia di guarirli. La sua fretta mi ricorda un
verso bellissimo di Twardowski: affrettiamoci ad amare, le persone se ne
vanno così presto! Affrettiamoci ad amare...
Gesù disse loro: Andate a presentarvi ai sacerdoti. E mentre andavano, furono
purificati. Sono purificati non quando arrivano dai sacerdoti, ma mentre
camminano, sui passi della fede.
Nove dei guariti non tornano: scompaiono nel vortice della loro felicità, dentro
gli abbracci ritrovati, ritornati persone piene, libere. Unico, un eretico
straniero torna indietro e lo fa perché ascolta il suo cuore, perché intuisce
che la salute non viene dai sacerdoti, ma da Gesù; non dall'osservanza di leggi
e riti, ma dal rapporto vivo con lui. Per Gesù conta il cuore e il cuore non ha
frontiere politiche o religiose. Il centro del brano è l'ultima parola: la
tua fede ti ha salvato. Nove sono guariti, ma uno solo è salvato. Per
fede. Nel racconto possiamo distinguere i tre passi fondamentali del cammino del
credere: ho bisogno / mi fido / ringrazio e mi affido.
La fede nasce dal bisogno, dal grido universale della carne che soffre,
dalla nostra fame di vita, di senso, di amore, di salute, quando non ce la fai e
tendi le mani. Poi «mi fido». Il grido del bisogno è ricco di fiducia:
qualcuno ascolterà, qualcuno verrà, già viene in aiuto. I dieci si fidano di
Gesù e sono guariti. Ma a questa fede manca qualcosa, una dimensione
fondamentale: la gioia di un abbraccio, una relazione, una reciprocità, una
risposta.
Il terzo passo: ti ringrazio è compiuto dallo straniero. Il filosofo
Hegel dice: denken ist danken, pensare è ringraziare, perché siamo
debitori, di tutto. E il poeta Turoldo: io vorrei dare una cosa al mio
Signore, ma non so che cosa... ecco, la vita che mi hai ridato, te la rendo nel
canto.
Allora corro da lui, mi stringo a lui, come un bambino alla madre, come
l'amato all'amata, quando ciascuno mette la propria vita, e i sogni e il futuro,
nella mani dell'altro. Tutti hanno ricevuto il dono, uno solo ha risposto. La
fede è la libera risposta dell'uomo al corteggiamento di Dio. Ed entrare in
contatto con la madre di tutte le parole religiose: «grazie». Voglio fare come
quello straniero: domani inizierò la mia giornata tornando a Dio con il cuore,
non recitando preghiere, ma donandogli una cosa, una parola: «grazie». E lo
stesso farò poi con quelli di casa. Lo farò in silenzio e con un sorriso.