Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, 28si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli
domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
29Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore
nostro Dio è l’unico Signore; 30amerai il Signore tuo Dio con
tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta
la tua forza”. 31Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo
come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
32Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo
verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; 33amarlo
con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il
prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
34Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse:
«Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di
interrogarlo.
Parola del Signore
Lode a Te o Cristo
Amerai Dio con
tutto il tuo cuore. Amerai il prossimo tuo come te stesso.
Che cosa c’è al centro della fede? Ciò che più di ogni cosa dona felicità
all’uomo: amare. Non obbedire a regole né celebrare riti, ma semplicemente,
meravigliosamente: amare.
Gesù non aggiunge
nulla di nuovo rispetto alla legge antica: il primo e il secondo comandamento
sono già nel Libro. Eppure il suo è un comando nuovo. La novità sta nel fatto
che le due parole fanno insieme una sola parola, l’unico comandamento.
L’averli
separati è l’origine dei nostri mali. La risposta di Gesù inizia con la formula:
shemà Israel, ascolta popolo mio. Fa tenerezza un Dio che chiede: «Ascoltami,
per favore. Voglimi bene, perché io ti amo. Amami! » Invocazione, desiderio
di Dio. Cuore del comandamento, sua radice è un’invocazione accorata, non una
ingiunzione. Dio prega di essere amato.
Amare «è tenere con
tenerezza e passione Dio e l’uomo dentro di sé: se uno ama, l’altro è come se
dimorasse dentro di lui» (A. Casati). Amare è desiderio di fare felice qualcuno,
coprirlo di un bene che si espande oltre lui, va verso gli altri, inonda il
mondo... Amare è avere un fuoco nel cuore.
Ma amare che
cosa? Amare l’Amore stesso. Se amo Dio, amo ciò che lui è: vita,
compassione, perdono, bellezza. Amerò ogni briciola di cosa bella che scoprirò
vicino a me, un atto di coraggio, un abbraccio rassicurante, un’intuizione
illuminante, un angolo di armonia. Amerò ciò che Lui più ama: l’uomo, di cui è
orgoglioso.
Ma amare come?
Mettendosi in gioco interamente, cuore, mente, anima, forza. Gesù sa che fare
questo è già la guarigione dell’uomo. Perché chi ama così ritrova l’unità di se
stesso, la sua pienezza felice: «Questi sono i comandi del Signore vostro Dio...
Ascolta, o Israele, e bada di metterli in pratica; perché tu sia felice '
(Dt 6,1-3). Non c’è altra risposta al desiderio profondo di felicità dell’uomo,
nessun’altra risposta al male del mondo che questa soltanto: amare.
Ama il tuo
prossimo come te stesso. Quasi un
terzo comandamento: ama anche te stesso, insieme a Dio e al prossimo. Come per
te ami libertà e giustizia così le amerai anche per tuo fratello, sono le orme
di Dio. Come per te desideri amicizia e dignità, e vuoi che fioriscano talenti e
germogli di luce, questo vorrai anche per il tuo prossimo. Ama questa polifonia
della vita, e farai risplendere l’immagine di Lui che è dentro di te. Perché
l’amore trasforma, ognuno diventa ciò che ama. Se Lo amerai, sarai simile a Lui,
cioè creatore di vita, perché «Dio non fa altro che questo, tutto il giorno: sta
sul lettuccio della partoriente e genera» (M. Eckhart). Amerai, perché l’amore
genera vita sul mondo.