Lo sguardo di Gesù libera l'uomo
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù 1 Entrò nella città di Gerico e la stava
attraversando, 2quand'ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei
pubblicani e ricco, 3cercava di vedere chi era
Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura.
4Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo,
salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. 5Quando
giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: "Zaccheo, scendi subito,
perché oggi devo fermarmi a casa tua". 6Scese in
fretta e lo accolse pieno di gioia. 7Vedendo ciò,
tutti mormoravano: "È entrato in casa di un peccatore!". 8Ma Zaccheo,
alzatosi, disse al Signore: "Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai
poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto". 9
Gesù gli rispose: "Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché
anch'egli è figlio di Abramo. 10Il Figlio dell'uomo infatti è venuto
a cercare e a salvare ciò che era perduto".
Parola del Signore
Lode a Te o Cristo
Zaccheo ha un
handicap (la bassa statura) e un desiderio (vedere Gesù) e, a
questo conflitto tra due forze che potrebbero annullarsi, risponde con
creatività e coraggio, diventando figura di tutti coloro che, anziché chiudersi
nei loro limiti e arrendersi, cercano soluzioni, inventano alternative senza
timore di apparire diversi. Nella vita avanza solo chi agisce mosso dal
desiderio e non dalla paura.
Allora corse avanti e salì su di un albero. Correre, sotto l'urgenza del
richiamo di cose lontane, seguendo il vento del desiderio che gonfia le vele.
Avanti, verso il proprio oggetto d'amore, verso un Dio che viene non dal
passato, ma dall'avvenire. Sull'albero, in alto, come per leggere se
stesso e tutto ciò che accade da un punto di vista più alto. Perché il
quotidiano è abitato da un oltre.
Gesù passando alzò lo sguardo. Lo sguardo di Gesù è il solo che non si
posa mai per prima cosa sui peccati di una persona, ma sempre sulla sua povertà,
su ciò che ancora manca ad una vita piena. La sua parola è la sola che non porta
ingiunzioni, ma interpella la parte migliore di ciascuno, che nessun peccato
arriverà mai a cancellare. Zaccheo cerca di vedere Gesù e scopre che Gesù
cerca di vedere lui. Il cercatore si accorge di essere cercato, l'amante scopre
di essere amato, ed è subito festa: Zaccheo, scendi, oggi devo fermarmi a
casa tua.
«Devo» dice Gesù, devo fare casa con te per un intimo bisogno: a Dio
manca qualcosa, manca Zaccheo, manca l'ultima pecora, manco io. Se Gesù avesse
detto: «Zaccheo, ti conosco bene, se restituisci ciò che hai rubato verrò a casa
tua», Zaccheo sarebbe rimasto sull'albero. Se gli avesse detto: «Zaccheo scendi
e andiamo insieme in sinagoga», non sarebbe successo nulla. Il pubblicano di
Gerico prima incontra, poi si converte: incontrare uno come Gesù fa credere
nell'uomo; incontrare un uomo così rende liberi; incontrare questo sguardo che
ti rivela a te stesso fa nascere.
Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Sono poche parole:
fretta, accogliere, gioia, ma che dicono sulla conversione più di tanti
trattati. Apro la casa del cuore a Dio e la gioia e la vita si rimettono in
moto.
Infatti la casa di Zaccheo si riempie di amici, lui si libera dalle cose: «Metà
di tutto è per i poveri e se ho rubato...». Ora può abbracciare tutta intera
la sua vita, difetti e generosità, e coprire il male di bene...
Oggi mi fermo a casa tua. Dio viene ancora alla mia tavola, intimo come
una persona cara, un Dio alla portata di tutti. Ognuno ha una dimora da offrire
a Dio. E il passaggio del Signore lascerà un segno inconfondibile: un senso di
pienezza e poi il superamento di sé, uno sconfinare nella gioia e nella
condivisione.