Gesù accende la vita e la rende felice
(Audio)
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, 10le folle interrogavano Giovanni, dicendo:
«Che cosa dobbiamo fare?». 11Rispondeva loro: «Chi ha due
tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».
12Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli
chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». 13Ed egli disse
loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».
14Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa
dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a
nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».
15Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni,
si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, 16Giovanni
rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più
forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi
battezzerà in Spirito Santo e fuoco.
17Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per
raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco
inestinguibile».
18Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il
popolo.
Parola del Signore
Lode a Te o Cristo
Un Vangelo di
comportamenti concreti, un ritorno al semplice quotidiano, dopo i voli sul
venire di Dio per monti e burroni; un ritorno alle nostre relazioni
interpersonali come strada per il venire di Dio nel mondo. Infatti il modo con
cui ci rivolgiamo agli uomini raggiunge Dio. Ogni nostro gesto umano apre
finestre sull'infinito.
Giovanni il Battista propone tre regole. La prima: chi ha due tuniche, ne dia
una a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto. Una regola
d'oro, che da sola basterebbe a cambiare la faccia della terra: condivisione. Un
piccolissimo verbo: «dare qualcosa», in cui si riassume il gesto sul quale
saremo giudicati (cfr Matteo 25). La nuova legge di un altro mercato, che si può
semplificare così: ciò che io ho, e tu non hai, lo condivido con te.
Invece dell'accumulo, il dono; invece dello spreco la sobrietà. Perché tu vali
quanto me, anzi di più. C'è tanto pane nel mondo che, a condividerlo, basterebbe
per tutti. A non sprecarlo, sazierebbe la fame di tutti. La prima regola per il
nostro abitare la terra: prenderci cura gli uni degli altri.
La seconda regola: Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato.
Così semplice da sembrare scontata: il ritorno dell'onestà, l'insurrezione degli
onesti, come salvezza della storia comune. Non esigete nulla di più:
perché la cupidigia di denaro è l'idolo assoluto, l'insaziabilità è la radice di
ogni corruzione: deridere le leggi, sfruttare le persone, vendersi per denaro.
Giovanni conosce la strada buona: prendersi cura dell'onestà, semplicemente;
ricominciare dalla legalità, con tenacia, ma a partire da me e dai miei
comportamenti più minuti: onesto perfino nelle piccole cose.
La terza regola è per i soldati, per chi ha ruoli di autorità e di forza, in
tutti i campi: non maltrattate e non estorcete niente a nessuno. Non
approfittate del ruolo per umiliare; non abusate della vostra forza per far
piangere. Sempre lo stesso principio: prima le persone, prima il rispetto: che è
guardare negli occhi l'altro, alzarsi in piedi davanti a lui, sempre, come
davanti a un principe. La bestemmia è mettere le cose prima delle persone.
Viene uno più forte di me e vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. È il
più forte, Gesù, perché è l'unico che parla al cuore. E lo segui. È il più
forte, perché è l'unico che «battezza nel fuoco», ha la forza del fuoco che
trasforma le cose, che è la morte delle cose morte e la loro resurrezione, nella
luce e nel calore.
Gesù ha acceso milioni e milioni di vite, le ha accese e rese felici. Questo fa
di lui il più forte. E il più amato.