La legge della vita: per stare bene l'uomo deve dare
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, 10le folle interrogavano Giovanni, dicendo:
«Che cosa dobbiamo fare?». 11Rispondeva loro: «Chi ha due
tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».
12Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli
chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». 13Ed egli disse
loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».
14Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa
dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a
nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».
15Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni,
si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, 16Giovanni
rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più
forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi
battezzerà in Spirito Santo e fuoco.
17Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per
raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco
inestinguibile».
18Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il
popolo.
Parola del Signore
Lode a Te o Cristo
«Esulterà, si rallegrerà, griderà di gioia per te, come nei giorni di festa».
Nelle parole del profeta, Dio danza di gioia per l'uomo. Appare un Dio felice,
il cui grido di festa attraversa questo tempo d'avvento, e ogni tempo dell'uomo,
per ripetere a me, a te, ad ogni creatura: «tu mi fai felice». Tu, festa di Dio.
La sua gioia è stare con i figli dell'uomo. Il suo nome è Io-sono-con-te: «non
temere, dovunque tu andrai, in tutti i passi che farai, quando cadrai e ti farai
male, non temere, io sono con te; quando ti rialzerai e sorriderai di nuovo, io
sarò ancora con te». È con te Colui che mai abbandona, vicino come il cuore e
come il respiro, bello come un sogno. Tutti i giorni, fino al consumarsi del
mondo.
Mai nella Bibbia Dio aveva gridato. Aveva parlato, sussurrato, tuonato, aveva la
voce dei sogni; solo qui, solo per amore Dio grida. Non per minacciare, per
amare di più.
Il profeta intuisce la danza dei cieli e intona il canto dell'amore felice,
dell'amore che rende nuova la vita: "ti rinnoverà con il suo amore".
Il Battista invece, quasi in contrappunto, risponde alla domanda più feriale,
che sa di mani e di fatica: "e noi che cosa dobbiamo fare?". E il profeta che
non possiede nemmeno una veste degna di questo nome, risponde: "chi ha due
vestiti ne dia uno a chi non ce l'ha".
Colui che si nutre del nulla che offre il deserto, cavallette e miele selvatico,
risponde: "chi ha da mangiare ne dia a chi non ne ha". Nell'ingranaggio del
mondo Giovanni getta un verbo forte, "dare". Il primo verbo di un futuro nuovo.
In tutto il Vangelo il verbo amare si traduce con il verbo dare (non c'è amore
più grande che dare la vita per quanti si amano; Dio ha tanto amato il mondo da
dare suo Figlio, chiunque avrà dato anche solo un bicchiere d'acqua fresca…). È
legge della vita: per stare bene l'uomo deve dare.
Vengono pubblicani e soldati, pilastri del potere: "e noi che cosa faremo?" "Non
prendete, non estorcete, non accumulate". Tre parole per un programma unico:
tessere il mondo della fraternità, costruire una terra da cui salga giustizia.
Il profeta sa che Dio si incarna attraverso il rispetto e la venerazione verso
tutti gli uomini, come energia che libera dalle ombre della paura che ci
invecchiano il cuore. L'amore rinnova (Sofonia), la paura paralizza, ruba il
meglio della vita.
«E io, che cosa devo fare?». Non di grandi profeti abbiamo bisogno, ma di tanti
piccoli profeti, che là dove sono chiamati a vivere, giorno per giorno, siano
generosi di giustizia e di misericordia, che portino il respiro del cielo dentro
le cose di ogni giorno. Allora, a cominciare da te, si riprende a tessere il
tessuto buono del mondo.