Commento di Ermes Ronchi
Dio è sempre dalla parte dell'uomo
(Audio)
Dal Vangelo secondo Luca
1Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli
avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, 2come ce li
hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e
divennero ministri della Parola, 3così anch’io ho deciso di
fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un
resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, 4in modo che tu
possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto. In quel
tempo, 4,14Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello
Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. 15Insegnava
nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. 16Venne a Nàzaret,
dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e
si alzò a leggere. 17Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa;
aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
18«Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha
consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
19e proclamare l’anno di grazia del Signore». 20Riavvolse
il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di
tutti erano fissi su di lui. 21Allora cominciò a dire loro:
«Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Parola del Signore
Lode a Te o Cristo
Un racconto di una modernità unica, dove Luca, il migliore scrittore del Nuovo
Testamento crea una tensione, una aspettativa con questo magistrale racconto,
che si dipana come al rallentatore: Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò e
sedette.
Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui.
E seguono le prime parole ufficiali di Gesù:
oggi la parola del profeta si è fatta carne.
Gesù si inserisce nel solco dei profeti, li prende e li incarna in sé.
E i profeti, da parte loro, lo aiutano a capire se stesso, chi è davvero, dove è
chiamato ad andare: lo Spirito del Signore mi ha mandato ai poveri, ai
prigionieri, ai ciechi, agli oppressi. Adamo è diventato così, per questo
Dio prende la carne di Adamo.
Da subito Gesù sgombra tutti i dubbi su ciò che è venuto a fare: è qui per
togliere via dall'uomo tutto ciò che ne impedisce la fioritura, perché sia
chiaro a tutti che cosa è il regno di Dio: vita in pienezza, qualcosa che porta
gioia, che libera e da luce, che rende la storia un luogo senza più disperati.
E si schiera, non è imparziale Dio; sta dalla parte degli ultimi, mai con gli
oppressori. Viene come fonte di libere vite, e da dove cominciare se non dai
prigionieri? Gesù non è venuto per riportare i lontani a Dio, ma per portare Dio
ai lontani, a uomini e donne senza speranza, per aprirli a tutte le loro immense
potenzialità di vita, di lavoro, di creatività, di relazione, di intelligenza,
di amore.
Il primo sguardo di Gesù non si posa mai sul peccato della persona, il suo primo
sguardo va sempre sulla povertà e sulla fame dell'uomo. Per questo nel Vangelo
ricorre più spesso la parola poveri, che non la parola peccatori. Non è
moralista il Vangelo, ma creatore di uomini liberi, veggenti, gioiosi, non più
oppressi.
Scriveva padre Giovanni Vannucci: «Il cristianesimo non è una morale ma una
sconvolgente liberazione». La lieta notizia del Vangelo non è l'offerta di una
nuova morale migliore, più nobile o più benefica delle altre. Buona notizia di
Gesù non è neppure il perdono dei peccati.
La buona notizia è che Dio mette l'uomo al centro, e dimentica se stesso per
lui, e schiera la sua potenza di liberazione contro tutte le oppressioni
esterne, contro tutte le chiusure interne, perché la storia diventi "altra" da
quello che è. Un Dio sempre in favore dell'uomo e mai contro l'uomo.
Infatti la parola chiave è "liberazione". E senti dentro l'esplosione di
potenzialità prima negate, energia che spinge in avanti, che sa di vento, di
futuro e di spazi aperti. Nella sinagoga di Nazaret è allora l'umanità che si
rialza e riprende il suo cammino verso il cuore della vita, il cui nome è gioia,
libertà e pienezza. Nomi di Dio.