Lasciarsi
amare per capire la verità
(Audio)
Dal
vangelo secondo Giovanni
Quando Giuda fu uscito dal cenacolo, Gesù disse: «Ora il Figlio dell'uomo è
stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato
glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà
subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi
amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni
gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore
gli uni per gli altri».
Amatevi,
come io vi ho amato. Lo specifico del cristiano non è amare (lo fanno
molti, dovunque, sempre, e alcuni in un modo che dà luce al mondo) ma amare
come Cristo. Con il suo modo unico di iniziare dagli ultimi, di lasciare le
novantanove pecore al sicuro, di arrivare fino ai nemici.
La prima caratteristica dell’amore evangelico: amare come
Cristo. Non: quanto Cristo, impresa impossibile all’uomo, il
confronto ci schiaccerebbe. Nessuno mai amerà quanto Lui. Ma come Lui:
con quel sapore, in quella forma, con quello stile.
Con quel suo amore creativo, che non chiude mai in un verdetto,
che non guarda mai al passato, ma apre strade. Amore che indica passi,
almeno un passo in avanti, sempre possibile, in qualsiasi situazione. Amore che
ti fa debole eppure fortissimo: debole verso colui che ami, ma in guerra contro
tutto ciò che fa male.
La seconda caratteristica: « Come io ho amato voi ».
L’amore cristiano è anzitutto un amore ricevuto, accolto. Come un’anfora
che si riempie fino all’orlo e poi tracima, che diventa sorgente. L’amore
non nasce da uno sforzo di volontà, riservato ai più bravi; l’amore viene da
Dio, non dalla mia bravura: amare comincia con il lasciarsi amare .
Non siamo più bravi degli altri, siamo più ricchi. Ricchi di Dio.
È un amore che perdona ma non giustifica ogni sbaglio. Giustifica la
fragilità, lo stoppino smorto, la canna incrinata, ma non l’ipocrisia dei pii
e dei potenti. Ama il giovane ricco ma attacca l’idolo del denaro.
Se il male aggredisce un piccolo, Gesù evoca immagini potenti e dure
come una macina al collo.
Amore guerriero e lottatore.
Ma se il male è contro di Lui allora è agnello mite che non apre bocca.
Terza caratteristica « Amatevi gli uni gli altri »: tutti,
nessuno escluso; guai se ci fosse un aggettivo a qualificare chi merita il mio
amore e chi no. È l’uomo. Ogni uomo, perfino l’inamabile. Gli uni gli
altri significa inoltre reciprocità. Non siamo chiamati solo a spenderci
per gli altri, ma anche a lasciarci amare: è nel dare e nel ricevere amore che
si pesa la beatitudine della vita.
Amore è intelligenza e rivelazione; amare è capire più a fondo: Dio,
se stessi e il cuore dell’essere. Come Gesù quando fa emergere la verità
profonda di Pietro: «Mi ami tu, adesso?». E non gli importa di quando
nel cortile di Caifa, Cefa, la Roccia, ha avuto paura di una serva. Amore che
legge l’oggi, ma intuisce già il domani del cuore. E ripete a Pietro e a me:
il tuo desiderio di amore è già amore.