Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, 20tra quelli che erano saliti per il culto
durante la festa c’erano anche alcuni Greci. 21Questi si
avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono:
«Signore, vogliamo vedere Gesù». 22Filippo andò a dirlo ad
Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. 23Gesù
rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato.
24In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in
terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. 25Chi
ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la
conserverà per la vita eterna. 26Se uno mi vuole servire, mi
segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre
lo onorerà. 27Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò?
Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora!
28Padre, glorifica il tuo nome».
Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».
29La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era
stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». 30Disse
Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. 31Ora è il
giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori.
32E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me».
Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.
Parola del Signore
Lode a Te o Cristo
Alcuni stranieri
chiedono agli apostoli: Vogliamo vedere Gesù. Una richiesta dell'anima eterna
dell'uomo che cerca, che arriva fino a noi, sulla bocca di molti, spesso senza
parole, e ci chiede: Mostrami il tuo Dio, fammi vedere in chi credi davvero.
Perché Dio non si dimostra, con alte catechesi o ragionamenti, si mostra.
Mostrando mani d'amore e occhi limpidi, una vita abitata da lui.
Gesù risponde portando gli interlocutori su di un altro piano, oltre il suo
volto, proponendo una immagine indimenticabile: Volete capire qualcosa di me?
Guardate un chicco di grano. Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore,
rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Il vero volto, la verità del
chicco consiste nella sua storia breve e splendida.
È bellissimo che Gesù adoperi il paragone del seme di frumento: non si tratta di
un'allegoria esterna, lontana, separata, ma significa che ciò che Gesù sta
dicendo, ciò che con la sua vita sta mostrando è inscritto nelle leggi più
profonde della vita. La vita delle creature più semplici risponde alle stesse
leggi della nostra vita spirituale: Vangelo e vita sono la stessa cosa, reale e
spirituale coincidono. E come il chicco di grano è profezia di pane, così Gesù
afferma: anch'io sono un pane per la fame del mondo.
Se cerchiamo il centro della piccola parabola del seme, la nostra attenzione è
subito attratta dal forte verbo «morire»: Se il chicco non muore, se invece
muore... Ma l'accento logico e grammaticale della frase cade invece su due altri
verbi, sono loro quelli principali: Rimanere solo o produrre molto frutto. Il
senso della vita di Cristo, e quindi di ogni uomo, si gioca sul frutto, sulla
fecondità, sulla vita abbondante che lui è venuto a portare (Gv 10,10). Non è il
morire che dà gloria a Dio, ma la vita in pienezza.
Fiorire non è un sacrificio. Il germe che spunta dal chicco altro non è che la
parte più intima e vitale del seme; non uno che si sacrifica per l'altro, ma
l'uno che si trasforma nell'altro; non perdita ma incremento. Seme e germe non
sono due entità diverse, ma la stessa cosa: muore una forma ma per rinascere in
una forma più piena ed evoluta. In una logica pasquale.
La seconda immagine che Gesù offre di sé, oltre al chicco, è la croce: Quando
sarò innalzato da terra attirerò tutti a me. Io sono cristiano per attrazione,
sedotto dalla bellezza dell'amore di Cristo. La suprema bellezza del mondo è
quella accaduta sulla collina fuori Gerusalemme, quando l'infinito amore si
lascia inchiodare in quel niente di legno e di terra che basta per morire. E poi
risorgere, germe di vita immortale. Perché ciò che si oppone alla morte non è la
vita, è l'amore.