VI Domenica Tempo
Ordinario - Anno A
Da Gesù la radice della «vita
buona»
(Audio)
Dal vangelo secondo Matteo
In
quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 17«Non crediate che
io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a
dare pieno compimento. 18In verità io vi dico: finché non
siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino
della Legge, senza che tutto sia avvenuto. 19Chi dunque
trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare
altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li
osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.
20Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà
quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. 21Avete
inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere
sottoposto al giudizio”. 22Ma io vi dico: chiunque si adira
con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al
fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice:
“Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. 23Se dunque tu
presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche
cosa contro di te, 24lascia lì il tuo dono davanti all’altare,
va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
25Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in
cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice
alla guardia, e tu venga gettato in prigione. 26In verità io
ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!
27Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”.
28Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha
già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. 29Se il tuo
occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene
infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga
gettato nella Geènna. 30E se la tua mano destra ti è motivo di
scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle
tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
31Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto
del ripudio”. 32Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria
moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e
chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
33Avete
anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai
verso il Signore i tuoi giuramenti”. 34Ma io vi dico: non
giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, 35né
per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è
la città del grande Re. 36Non giurare neppure per la tua
testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello.
37Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il di più
viene dal Maligno».
Parola del Signore.
Lode a te o Cristo
Gesù non annuncia una nuova morale più esigente e impegnativa. Queste, che sono tra le pagine più radicali del Vangelo, sono anche le più umane, perché qui ritroviamo la radice della vita buona. Il discorso della montagna vuole condurci alla radice, lungo una doppia direttrice: la linea del cuore e la linea della persona. Il grande principio di Gesù è il ritorno al cuore, che è il laboratorio dove si forma ciò che poi uscirà fuori e prenderà figura di parola, gesto, atto. È necessario guarire il cuore per guarire la vita. Fu detto: non ucciderai; ma io vi dico: chiunque si adira, chiunque alimenta dentro di sé rabbie e rancori, è già omicida. Gesù risale alla radice prima, a ciò che genera la morte o la vita. E che san Giovanni esprimerà in un'affermazione colossale: «Chi non ama suo fratello è omicida» (1 Gv 3, 15). Cioè: chi non ama uccide. Non amare qualcuno è togliergli vita; non amare è un lento morire. Ma io vi dico: non giurate affatto; il vostro dire sia sì, sì; no, no. Dal divieto del giuramento, Gesù arriva al divieto della menzogna. Di' la verità sempre, e non servirà più giurare. Così porta a compimento, sulla linea del cuore, le conseguenze già implicite nella legge antica. E poi la linea della persona: Se tu guardi una donna per desiderarla sei già adultero... Non dice: se tu, uomo, desideri una donna; se tu, donna, desideri un uomo. Il desiderio è un servitore indocile, ma importante. Dice: Chi guarda per desiderare, e vuol dire: se tu guardi solo per il tuo desiderio, se guardi il suo corpo per il tuo piacere, allora tu pecchi contro la sua persona. Tu allora sei un adultero, nel senso originario di adulterare: tu falsifichi, tu inquini, tu impoverisci la persona. Perché riduci a oggetto per te, a corpo usa e getta la persona, che invece è abisso, oceano, cielo, angelo, profondità, vertigine. Pecchi non tanto contro la legge, ma contro la profondità e la dignità della persona, che è icona di Dio. Perché la legge è sempre rivelazione dei comportamenti che fanno crescere l'uomo in umanità, o che ne diminuiscono l'umanità e la grandezza, che è come dire rivelazione di ciò che rende felice l'uomo. È un unico salto di qualità quello che Gesù propone, la svolta fondamentale: passare dalla legge alla persona, dall'esterno all'interno, dalla religione del fare a quella dell'essere. Il ritorno al cuore, là dove nascono i grandi «perché» delle azioni. Allora il vangelo è facile, umanissimo, anche quando dice parole come queste, che danno le vertigini.