Dio è guarigione contro ogni nostro male
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, 40venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava
in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». 41Ne
ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii
purificato!». 42E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu
purificato.
43E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito 44e
gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al
sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come
testimonianza per loro».
45Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare
il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma
rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.
Parola del Signore
Lode a Te o Cristo
Un lebbroso. Il più malato
dei malati, di malattia non soltanto fisica, un rifiuto della società: «porterà
vesti strappate, velato fino al labbro superiore... è impuro, se ne starà solo,
abiterà fuori dell'accampamento» (Lv 13,46). E Gesù invece si avvicina, si
oppone alla cultura dello scarto, accoglie e tocca il lebbroso, l'ultimo della
fila. Tocca l'intoccabile. Ama l'inamabile: per la legge mosaica quell'uomo era
castigato da Dio per i suoi peccati, un rifiutato dal cielo.
Il lebbroso non ha nome né volto, perché è ogni uomo. A nome di ciascuno geme,
dalla sua bocca velata, una espressione bellissima: «Se vuoi, puoi guarirmi».
Con tutta la discrezione di cui è capace dice: «Se vuoi».
E intuisco Gesù felice di questa domanda grande e sommessa, che gli stringe il
cuore e lo obbliga a rivelarsi: «Se vuoi». A nome di ogni figlio della terra il
lebbroso chiede: che cosa vuole veramente Dio da questa carne piagata, che se ne
fa di queste lacrime? Vuole sacrifici, una pedagogia di sofferenze per provare
la nostra pazienza, o vuole figli guariti?
E Gesù felice di poter rivelare Dio, di poter dire una parola ultima e immensa
sul cuore di Dio risponde: «Lo voglio: guarisci!». Ripetiamocelo, con emozione,
con pace, con forza: eternamente Dio altro non vuole che figli guariti.
A me dice: «Lo voglio: guarisci!». A Lazzaro grida: «Lo voglio: vieni fuori!».
Alla figlia di Giairo: «Talità kum. Lo voglio: alzati!». È la buona novella: un
Dio che fa grazia, che risana la vita, a cui importa la mia felicità prima e più
della mia fedeltà.
A ogni pagina del Vangelo Gesù mostra che Dio è guarigione! Non conosco i modi e
i tempi, ma so che adesso lotta con me contro ogni mio male, rinnovando goccia a
goccia la vita, stella a stella la notte.
Il lebbroso guarito disobbedendo a Gesù si mise a proclamare e a divulgare il
fatto. Ha ricevuto e ora dona, attraverso gesti e parole e carne di primavera,
la sua esperienza felice di Dio. L'immondo diviene fonte di stupore, il
rifiutato è trasformato dall'accoglienza.
Ciò che è scritto qui non è una fiaba, funziona davvero, funziona così. Persone
piene di Gesù oggi riescono a fare le stesse cose di Gesù. Pieni di Gesù fanno
miracoli. Sono andati dai lebbrosi del nostro tempo: barboni, tossici,
prostitute, li hanno toccati, un gesto di affetto, un sorriso, e molti di
questi, e sono migliaia e migliaia, sono letteralmente guariti dal loro male, e
sono diventati a loro volta guaritori.
Prendere il vangelo sul serio ha dentro una potenza che cambia il mondo.
E tutti quelli che l'hanno preso sul serio e hanno toccato i lebbrosi del loro
tempo, tutti testimoniano che fare questo dona una grande felicità.