IX Domenica Tempo
Ordinario - Anno A
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 21«Non chiunque
mi dice: "Signore, Signore", entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la
volontà del Padre mio che è nei cieli. 22In quel giorno molti
mi diranno: Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel
tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse
compiuto molti prodigi? 23Ma allora io dichiarerò loro: "Non
vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!".
24Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in
pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla
roccia. 25Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i
venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata
sulla roccia.
26Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in
pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla
sabbia. 27Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i
venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
Parola del Signore
Lode a Te o Cristo
La gente ascoltava Gesù e capiva. Capiva che per entrare nel suo sogno (il
regno dei cieli è il mondo come lui lo sogna) non servivano lunghe preghiere, né
le formule esatte dei dottori in teologia: non chi dice Signore, Signore.
Che bastava percorrere una strada più libera e viva: fare la volontà del
Padre. Volontà di Dio è la mia impotenza avvolta dalla sua onnipotenza, che
nessun uomo sia solo, che ognuno fiorisca a immagine di Dio, che abbia compagni
d’amicizia e di festa, che sia creativo, libero e ostinato nell’amore.
Signore, abbiamo profetato nel tuo nome, scacciato demòni, compiuto prodigi. Ma
io dirò loro: Non vi ho mai conosciuti. Voi non potete entrare.
Non entrano quelli che si vantano dei loro meriti, che si giustificano da sé,
così indaffarati nel fare, da aver dimenticato l’essenziale. L’essenziale è
dentro queste parole: non vi conosco. Dio cerca in me ciò che ben
conosce: un riflesso almeno del suo amore.
Conoscere nella Bibbia è un verbo carico di potenza e di intimità, vuol dire
incontrare, toccare, stringere, evoca l’incontro dell’uomo e della donna quando
si amano e generano vita.
Non vi conosco: avete proclamato Cristo, avete venerato Dio, ma è rimasto
esterno a voi, non c’è stato quel combaciare profondo, quello « stringiti in
me, stringimi in te » ( Testori), l’osmosi, lo scambio di vita.
Quanta gente straordinaria è lasciata fuori: profeti, esorcisti, taumaturghi! Ma
il Vangelo non chiede cose eccezionali. Noi diciamo: beati i profeti. Lui ha
detto: beati i poveri . Noi: beati quelli che fanno miracoli; Lui:
beati quelli che fanno misericordia.
Non nello straordinario, ma nel quotidiano noi assomigliamo a Cristo, in un
bicchiere d’acqua fresca offerto, in un pezzo di strada fatto con chi ha paura,
in una lacrima asciugata. In gesti come quelli di Gesù: quante volte si ferma,
solo perché qualcuno lo chiama. Si ferma e si gira, non lo vediamo mai
progettare grandi opere, ma ascoltare, imporre le mani, toccare occhi, orecchi,
labbra, spezzare il pane, entrare nelle case, sedere a mensa.
Vale per noi tutti: meno opere e più gesti.
E poi c’è il terzo momento del Vangelo: la parabola delle due case . Una
fondata sulla roccia, l’altra sulla sabbia.
Chi non costruisce le sue relazioni sull’amore, costruisce sul nulla. Chi
edifica sull’amore non avrà una vita più facile, una famiglia senza problemi:
strariperanno fiumi, soffieranno venti per gli uni e per gli altri. Non una
vita semplificata, ma una esistenza nella consistenza, con più gioia, con radici
salde, che combaciano con la roccia, una debolezza ma avvolta d’onnipotenza.