Ascensione, Gesù entra nel profondo di tutte le vite
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 46«Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni. 49Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto». 50Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. 51Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. 52Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia 52e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
Parola del
Signore
Lode a te o Cristo.
Ascensione, alla ricerca con
Cristo di un crocevia tra terra e cielo, di una fessura aperta sull'oltre, su
ciò che dura al di là tramonto del giorno: sapere che il nostro amare non è
inutile, ma sarà raccolto goccia a goccia e vissuto per sempre; che il nostro
lottare non è inutile; che non va perduta nessuna generosa fatica, nessuna
dolorosa pazienza.
Il Vangelo ci pone in bilico tra cielo e terra, in una perenne ascensione,
sospinge in avanti e verso l'alto. «Tutto il cammino spirituale si riassume nel
crescere verso più coscienza, più libertà e più amore. Anzi l'intera esistenza
del cosmo, dai cristalli agli animali, è incamminata lungo queste tre direttrici
profonde: più consapevolezza, più amore, più libertà» (Giovanni Vannucci).
Guardiamo i tre gesti ultimi di Gesù: invia, benedice, scompare.
Inizia su quell'altura la "Chiesa in uscita" (papa Francesco). Inizia con
l'invio che chiede agli apostoli, un cambio di sguardo. Devono passare da una
comunità, da una Chiesa che mette se stessa al centro, che accende i riflettori
su di sé, da una Chiesa centripeta ad una Chiesa che si mette al servizio del
cammino ascensionale del mondo, al servizio dell'avvenire dell'uomo, della vita,
della cultura, della casa comune, delle nuove generazioni. Una Chiesa rabdomante
del buono del mondo, che vuole captare, cogliere e far emergere le forze più
belle.
Convertiteli: coltivate e custodite i semi divini di ciascuno. Come faceva Gesù
che percorreva la Galilea e andava in cerca della faglie, delle fenditure nelle
persone, là dove scorrevano acque sepolte, come con la samaritana al pozzo.
Captava le attese della gente e le portava alla luce.
Così la Chiesa, sapendo che il suo annuncio è già preceduto dalla presenza
discreta di Dio, dall'azione mite e possente dello Spirito, è inviata al
servizio dei germi santi che sono in ciascuno. Per ridestarli.
Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Una lunga
benedizione sospesa, in eterno, tra cielo e terra veglia sul mondo. La
maledizione non appartiene a Dio, lo dobbiamo testimoniare. Il gesto definitivo
di Gesù è benedire. Il mondo lo ha rifiutato e ucciso e lui lo benedice.
Benedice me, così come sono, nelle mie amarezze e nelle mie povertà, in tutti i
miei dubbi benedetto, nelle mie fatiche benedetto.
Mentre li benediceva si staccò da loro. La Chiesa nasce da quel corpo assente.
Ma Gesù non abbandona i suoi, non se ne va altrove nel cosmo, ma entra nel
profondo di tutte le vite. Non è andato oltre le nubi ma oltre le forme: se
prima era insieme con i discepoli, ora sarà dentro di loro, forza ascensionale
dell'intero cosmo verso più luminosa vita.