Ognuno di noi è figlio prediletto di Dio
Dal Vangelo
secondo Matteo
13In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da
Giovanni, per farsi battezzare da lui. 14Giovanni però voleva
impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu
vieni da me?». 15Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora,
perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare.
16Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si
aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una
colomba e venire sopra di lui. 17Ed ecco una voce dal cielo
che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio
compiacimento».
Parola del Signore
Lode a Te o Cristo
Gesù si mette in fila con i peccatori, lui che era
il puro di Dio, in fila, come l'ultimo di tutti. Ed entra nel mondo dal punto
più basso, perché nessuno lo senta lontano, nessuno si senta escluso.
Gesù tra i peccatori appare fuori posto, come se fosse saltato l'ordine normale
delle cose. Giovanni non capisce e si ritrae, ma Gesù gli risponde che proprio
questo è l'ordine giusto: «lascia fare... perché conviene che adempiamo ogni
giustizia». La nuova giustizia consiste in questo ribaltamento che annulla la
distanza tra il Puro e gli impuri, tra Dio e l'uomo.
Ed ecco si aprirono i cieli e vide lo Spirito di Dio - che è la pienezza
dell'amore, dell'energia, della vita di Dio - scendere come una colomba sopra di
lui. E una voce diceva: «Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio
compiacimento». Questo fatto eccezionale, che avviene in un luogo qualsiasi e
non nei recinti del sacro, lo strapparsi dei cieli con la dichiarazione d'amore
di Dio e il volo ad ali aperte dello Spirito, è avvenuto anche per noi, ciò che
il Padre dà a Gesù è dato ad ognuno. Lo garantisce un'espressione emozionante di
Gesù: Sappiano, Padre, che li hai amati come hai amato me (Gv 17,23). Dio ama
noi come ha amato Gesù, con la stessa intensità, la stessa passione, lo stesso
slancio. Dio preferisce ciascuno, ognuno è figlio suo prediletto. Per il Padre
io come Gesù, la stessa dichiarazione d'amore, le stesse tre parole: Figlio,
amato, mio compiacimento.
- Figlio è la prima parola. Un termine tecnico nel linguaggio biblico, dal
significato preciso: «figlio» è colui che compie le stesse opere del Padre, che
fa ciò che il padre fa, che gli assomiglia in tutto.
- Amato. Prima che tu agisca, prima di ogni merito, che tu lo sappia o no, ad
ogni risveglio il tuo nome per Dio è «amato». Immeritato, pregiudiziale,
immotivato amore.
- Mio compiacimento. Termine inusuale ma bellissimo, che deriva dal verbo
«piacere»: tu mi piaci, mi fai felice, è bello stare con te. Ma quale gioia,
quale soddisfazione può venire al Padre da questa canna fragile sempre sul punto
di rompersi che sono io, da questo stoppino fumigante? Eppure «la sua delizia è
stare con i figli dell'uomo» (Prov 8,31), stare con me.
Al nostro Battesimo, esattamente come al Giordano, una voce ha ripetuto: Figlio,
tu mi assomigli, io ti amo, tu mi dai gioia. Hai dentro il respiro del cielo, il
soffio di Dio che ti avvolge, ti modella, trasforma pensieri, affetti, speranze,
ti fa simile a me.
Ad ogni mattino, anche i più oscuri, inizia la tua giornata ascoltando per prima
la Voce del Padre: Figlio, amore mio, mia gioia. E sentirai il buio che si
squarcia e l'amore che spiega le sue ali dentro di te.