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PASSIONE E MORTE DI GESÙ SECONDO LUCA
(…) 47
Mentre ancora egli parlava, ecco giungere una folla; colui che si chiamava
Giuda, uno dei Dodici, li precedeva e si avvicinò a Gesù per baciarlo.
48Gesù gli disse: "Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio
dell'uomo?". 49Allora quelli che erano con lui, vedendo ciò
che stava per accadere, dissero: "Signore, dobbiamo colpire con la spada?".
50E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò
l'orecchio destro. 51Ma Gesù intervenne dicendo: "Lasciate!
Basta così!". E, toccandogli l'orecchio, lo guarì. (…)
Sono i giorni supremi, i giorni del nostro destino. «Volete
sapere qualcosa di voi e di Me? – dice il Signore –. Vi do un appuntamento: un
uomo in croce. Volgete lo sguardo a Colui che è posto in alto».
Il giorno prima, giovedì, l'appuntamento di Dio è stato un altro: uno che è
posto in basso. Che cinge un asciugamano e si china a lavare i piedi ai suoi.
Chi è Dio? Il tuo lavapiedi. In ginocchio davanti a me. Le sue mani sui miei
piedi. Davvero, come a Pietro, ci viene da dire: ma Tu sei tutto matto. E Lui a
ribadire: sono come lo schiavo che ti aspetta, e al tuo ritorno ti lava i piedi.
Il cristianesimo è scandalo e follia.
E io, nella vita, di fronte all'uomo che atteggiamento ho? Quanto somigliante a
quello del Salvatore? Sono il servitore del bisogno e della gioia di mio
fratello? Sono il lavapiedi dell'uomo?
Ve la immaginate una umanità dove ognuno corre ai piedi dell'altro? Dove ognuno
si inchina davanti all'uomo, come il gesto emozionante del vescovo di Roma che
si inchina, al balcone di San Pietro, al suo primo apparire, chiedendo preghiera
e benedizione, dando venerazione e onore a ogni figlio della terra?
La croce è l'immagine più pura e più alta che Dio ha dato di se stesso. «Per
sapere chi sia Dio devo solo inginocchiarmi ai piedi della Croce» (Karl Rahner).
Dio è così: è bacio a chi lo tradisce. Non spezza nessuno, spezza se stesso. Non
versa il sangue di nessuno, versa il proprio sangue. Non chiede più sacrifici a
me, sacrifica se stesso per me.
E noi qui disorientati, che non capiamo. Ma poi lo stupore, e anche
l'innamoramento. Dopo duemila anni sentiamo, come le donne, il centurione, il
ladro, che nella Croce c'è attrazione e seduzione, c'è bellezza. La suprema
bellezza della storia è quella accaduta fuori Gerusalemme, sulla collina dove il
Figlio di Dio si lascia inchiodare, povero e nudo, per morir d'amore. Dove un
amore eterno penetra nel tempo come una goccia di fuoco, e divampa.
Fondamento della fede cristiana è la cosa più bella del mondo: un atto d'amore
totale. La croce è domanda sempre aperta, so di non capire. Alla fine però ciò
che convince è di una semplicità assoluta:
Perché la croce / il sorriso / la pena inumana?/
Credimi / è così semplice / quando si ama. (Jan Twardowski)
Si fece buio su tutta la terra da mezzogiorno fino alle tre. Una
notazione temporale che ha il potere di riempirmi di speranza: perché dice che è
fissato un limite alla tenebra, un argine al dolore: tre ore può infierire, ma
non andrà oltre, poi il sole ritorna. Così fu in quel giorno, così sarà anche
nei giorni della nostra angoscia.
«Ciò che ci fa credere è la croce, ma ciò in cui crediamo è la vittoria della
croce, la vittoria della vita» (Pascal).