Pasqua è il parto di un orizzonte nuovo
Dal Vangelo secondo Giovanni
A Pasqua, un Vangelo dove tutto si colora di
urgenza e di passione. Urgenza del seme che si apre, del masso che rotola via, e
il sepolcro vuoto e risplendente nel fresco dell'alba è come un grembo che ha
partorito, come il guscio di un seme aperto.
Passione che sorregge quel lungo correre di tutti nell'alba, corre Maria,
corrono Pietro e Giovanni, perché l'amore ha sempre fretta; passione come
lacrime, quelle di Maddalena, che non si rassegna all'evidenza della morte.
Amare è dire: tu non morirai (G. Marcel).
Il Vangelo accompagna passo passo il disvelarsi della fede, che prende avvio da
un corpo assente: dove l'avete portato? Io andrò a prenderlo... io, piccola
donna e immenso cuore; io, deboli braccia e indomito amore. Poi la prima parola
del Risorto, umile, commovente, che incanta ancora: «Donna, perché piangi?» Il
Dio del cielo si nasconde nel riflesso più profondo delle lacrime. E quando
parla, la sua voce trema: non piangere, amica mia.
Il Risorto ricomincia gli incontri con il suo stile unico: il suo primo sguardo
non si posa mai sul peccato di una persona, il suo primo sguardo si posa sempre
sulla sua sofferenza. Inconfondibile: è il Signore!
Maria vorrebbe afferrarlo e non lasciarlo andare. Ma Gesù: Non mi trattenere,
dice, devo andare! Da questo giardino al cosmo intero, da queste tue lacrime a
tutte le lacrime del mondo. Non mi trattenere, sono in viaggio oltre le parole,
oltre le idee, oltre le forme e i riti, oltre le chiese. Oltre la morte. Inizia
l'immensa migrazione degli uomini verso la vita. Anche se Cristo sembra
allontanato dalla casa del mondo, egli è nella stanza più intima del mondo,
negli inferi della storia, nelle profondità della materia e della persona. E
coloro che non accettano che il mondo avanzi così, si perpetui così, coloro che
vogliono cieli nuovi e una nuova terra, sanno che la Pasqua ormai matura come un
seme di luce nella terra, come un seme di fuoco nella storia.
Cristo non solo è il Risorto, al passato, ma è il Risorgente, qui e ora, e
continua a rotolare via i massi dall'imboccatura del cuore. Cristo non è
semplicemente risorto una volta per tutte, non è solo risorgente per l'eternità
dal fondo del mio essere, egli è la Risurrezione stessa, energia che ascende,
germe di vita, vita germinante, risveglio e ascesa. Pasqua è la festa dei
macigni che rotolano via. E noi usciamo pronti alla primavera di rapporti nuovi.
Trascinati in alto dal Cristo risorgente in eterno da tutti gli inferi della
storia, della materia, della persona.
La sua Risurrezione non riposerà finché non sia spezzata la pietra che chiude
l'ultimo cuore e le sue forze non arrivino all'ultimo ramo della creazione.