Domenica
di Pentecoste - Anno B
Lo Spirito
ci fa liberi, è vento nel mare di Dio
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 26«Quando verrà
il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede
dal Padre, egli darà testimonianza di me; 27e anche voi date
testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
16,12Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non
siete capaci di portarne il peso. 13Quando verrà lui, lo
Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se
stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
14Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo
annuncerà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per
questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
Parola del Signore
Lode a Te o Cristo
Gli Atti degli apostoli
raccontano la Pentecoste con i colori dei simboli: il primo è la casa. Mentre si
trovavano tutti insieme... un vento riempì la casa.
Un gruppo di uomini e donne dentro una casa qualunque: »la gioia che nessun
tempio /ti contiene /o nessuna chiesa /t'incatena:/Cristo sparpagliato/ per
tutta la terra,/ Dio vestito di umanità». (Turoldo).
Le case, le creature non sono sante perché ricevono l'acqua benedetta, ma sono
degne di ricevere l'acqua benedetta perché sono sante.
Venne dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, che scuote
la casa, la riempie, dilaga e passa oltre; un vento che porta pollini di
primavera e «non lascia dormire la polvere» (Turoldo). Che è, al tempo stesso,
brezza e uragano, che conforta e incalza.
«Lo Spirito santo è il vento che fa nascere i cercatori d'oro» (Vannucci), che
apre respiri ed orizzonti, che riempie le forme, le abbandona e passa oltre.
Apparvero lingue come di fuoco che si posarono su ciascuno. Il fuoco è il
simbolo di Dio e della nostra vita accesa.
Gli uomini, i bambini, nascono accesi, poi i colpi della vita possono spegnerci.
E lo Spirito Santo, vento sugli abissi, Amore in ogni amore, viene a sostenerci
nel compito di non lasciarci invadere dal freddo delle relazioni, il rischio che
Gesù denuncia: «L'amore di molti si raffredderà in quei giorni» (Mt 24,12).
Nel vangelo Gesù sembra ritrarsi e aprire l'era dello Spirito: Molte cose ho
ancora da dirvi. Lo fa con umiltà: non pretende di aver risolto o detto tutto,
molte cose restano non dette, molti problemi nuovi sorgeranno lungo il cammino e
dovranno avere risposte nuove!
Ma per ora non potete portarne il peso: la sua pazienza per la nostra povera
misura, per noi che capiamo a poco a poco le cose. I discepoli sono "quelli
della via", secondo gli Atti degli apostoli; quelli che sono in viaggio, vele
che fremono sotto il vento dello Spirito "lui vi guiderà alla verità tutta
intera". I discepoli di Gesù non sono stanziali, camminano verso le "molte cose"
ancora da scoprire, verso profondità e intuizioni inattese. La nostra vita è un
albeggiare continuo, non un ripetere pensieri già pensati da altri.
La Bibbia risuona da un capo all'altro di un imperativo: alzati e va'! Il verbo
più caratteristico dell'uomo di Dio è camminare, avanzare, Gesù stesso dice di
sé: Io sono la via.
La sua pedagogia non è arrivare o concludere ma avviare percorsi, iniziare
processi: la verità completa è avanti, una scoperta progressiva, un fiorire
perenne.
Lo Spirito ci fa liberi e creativi, ci manda al largo nel mare della storia e di
Dio, a scoprire nuovi mari quanto più si naviga: noi la vela e lo Spirito il
vento.