PRESENTAZIONE
DI GESÙ AL TEMPIO -
IV Domenica Tempo
Ordinario - Anno A
Gesù, la luce
preparata per i popoli
Dal vangelo secondo Luca
22Quando
furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di
Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al
Signore – 23come è scritto nella legge del Signore: «Ogni
maschio primogenito sarà sacro al Signore» – 24e per offrire
in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la
legge del Signore. 25Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome
Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo
Spirito Santo era su di lui. 26Lo Spirito Santo gli aveva
preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo
del Signore. 27Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e,
mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge
prescriveva a suo riguardo, 28anch’egli lo accolse tra le
braccia e benedisse Dio, dicendo: 29«Ora puoi lasciare, o
Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola, 30perché i miei occhi
hanno visto la tua salvezza, 31preparata da te davanti a tutti
i popoli: 32luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo
popolo, Israele».
33Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si
dicevano di lui. 34Simeone li benedisse e a Maria, sua madre,
disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e
come segno di contraddizione 35– e anche a te una spada
trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
36C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della
tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni
dopo il suo matrimonio, 37era poi rimasta vedova e ora aveva
ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e
giorno con digiuni e preghiere. 38Sopraggiunta in quel
momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti
aspettavano la redenzione di Gerusalemme. 39Quando ebbero
adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea,
alla loro città di Nàzaret. 40Il bambino cresceva e si
fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.
Parola del Signore
Lode a Te o Cristo
Maria e Giuseppe portano Gesù al tempio per presentarlo al
Signore, ma non fanno nemmeno in tempo a entrare che subito le braccia di un
uomo e di una donna se lo contendono: Gesù non appartiene al tempio, egli
appartiene all'uomo. È nostro, di tutti gli uomini e le donne assetati, di
quelli che non smettono di cercare e sognare mai, come Simeone; di quelli che
sanno vedere oltre, come Anna, e incantarsi davanti a un neonato, perché sentono
Dio come futuro. Gesù non è accolto dai sacerdoti, ma da un anziano e un'anziana
senza ruolo, due innamorati di Dio che hanno occhi velati dalla vecchiaia ma
ancora accesi dal desiderio. È la vecchiaia del mondo che accoglie fra le sue
braccia l'eterna giovinezza di Dio.
Lo Spirito aveva rivelato a Simeone che non avrebbe visto la morte senza aver
prima veduto il Messia. Parole che lo Spirito ha conservato nella Bibbia perché
io le conservassi nel cuore: tu non morirai senza aver visto il Signore. La tua
vita non si spegnerà senza risposte, senza incontri, senza luce. Verrà anche per
me il Signore, verrà come aiuto in ciò che fa soffrire, come forza di ciò che fa
partire. Io non morirò senza aver visto l'offensiva di Dio, l'offensiva del
bene, già in atto, di un Dio all'opera tra noi, lievito nel nostro pane.
Simeone aspettava la consolazione di Israele. Lui sapeva aspettare, come chi ha
speranza. Come lui il cristiano è il contrario di chi non si aspetta più niente,
ma crede tenacemente che qualcosa può accadere. Se aspetti, gli occhi si fanno
attenti, penetranti, vigili e vedono: ho visto la luce preparata per i popoli.
Ma quale luce emana da questo piccolo figlio della terra? La luce è Gesù, luce
incarnata, carne illuminata, storia fecondata. La salvezza non è un opera
particolare, ma Dio che è venuto, si lascia abbracciare dall'uomo, mescola la
sua vita alle nostre. E a quella di tutti i popoli, di tutte le genti... la
salvezza non è un fatto individuale, che riguarda solo la mia vita: o ci
salveremo tutti insieme o periremo tutti.
Simeone dice poi tre parole immense a Maria, e che sono per noi: egli è qui come
caduta e risurrezione, come segno di contraddizione.
Cristo come caduta e contraddizione. Caduta dei nostri piccoli o grandi idoli,
che fa cadere in rovina il nostro mondo di maschere e bugie, che contraddice la
quieta mediocrità, il disamore e le idee false di Dio.
Cristo come risurrezione: forza che mi ha fatto ripartire quando avevo il vuoto
dentro e il nero davanti agli occhi. Risurrezione della nobiltà che è in ogni
uomo, anche il più perduto e disperato.
Caduta, risurrezione contraddizione. Tre parole che danno respiro alla vita,
aprono brecce. Gesù ha il luminoso potere di far vedere che le cose sono abitate
da un «oltre».