Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe
Santa Famiglia: l’angoscia e la luce
(Audio)
Dal vangelo secondo Luca
I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la
festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la
consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del
ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne
accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di
viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo
trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li
ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore
per la sua intelligenza e le sue risposte.
Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai
fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose
loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del
Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre
custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e
grazia davanti a Dio e agli uomini.
Luca racconta due
pellegrinaggi: quello verso il tempio di Gerusalemme e quello verso la casa di
Nazaret. Sono i due poli dentro i quali dovrebbe battere il cuore di ogni
famiglia, di ogni credente: le cose di Dio e le persone che ci sono affidate.
Insieme vanno a Gerusalemme, insieme ritornano a Nazaret, insieme cercano il
figlio. Insieme . Questo gesto sempre più raro nelle famiglie, vocazione da
imparare sempre di nuovo.
«Tuo padre e io angosciati ti cercavamo » , dice Maria.
«Delle cose di mio Padre mi devo occupare » , risponde Gesù. I
genitori pensano di aver ritrovato il figlio e lui dichiara di essere figlio di
un Altro. Passaggio di paternità, dalla casa di Nazaret alla casa del mondo, e
oltre. Il Vangelo apre dimensioni insospettate del vivere, varca soglie, è una
finestra di luce, è offerta di altra alleanza, dove tutti sono fratelli e la
mia famiglia è l’intera famiglia umana. Al Vangelo, allora, non chiederò
consigli spiccioli su come si conduca una famiglia, ma idee-forza per la
dilatazione della vita.
Famiglia santa quella di Nazaret eppure non le è risparmiata l’angoscia:
«Angosciati ti cercavamo» . Dialogo pacato, senza risentimenti, senza
accuse, che sa interrogare e ascoltare. Famiglia santa, eppure figlio e genitori
non si capiscono; Maria e Giuseppe sono profeti, visitati da angeli e visioni,
eppure non comprendono ciò che accade nella loro stessa casa. Da questa
famiglia santa eppure imperfetta, santa e limitata, scende come una benedizione,
una consolazione, un conforto per tutte le nostre famiglie con tutti i loro
limiti. Neppure la migliore delle famiglie è esente dall’incomprensione e
dalla crisi.
« Ma essi non compresero le sue parole» . Come tutti i figli
adolescenti, Gesù afferma la propria autonomia. Maria e Giuseppe come tanti,
come tutti i genitori, sentono che alla fine i figli non sono nostri,
appartengono a Dio, al mondo, alla loro missione, ai loro amori, alla loro
vocazione, ai loro sogni, persino ai loro limiti.
«Perché ci hai fatto così?» . C’è un dolore che pesa sul
cuore, eppure i tre si accettano di nuovo: «Gesù scese con loro, venne a
Nazaret e stava loro sottomesso» . L’incomprensione non ferma tutto, ci
si rimette in cammino anche se non tutto è chiaro, anche se non ho tutto
capito. Si cammina anche nella sofferenza, meditando, conservando, proteggendo
nel cuore, come santa Maria, gesti e dolori, parole e domande, con un atto di
fede negli altri, finché un giorno si dipani il filo d’oro che tutto
illuminerà e legherà.