P. ANTIMO BOERIO
L’agopuntura Cinese
L’agopuntura Cinese è un metodo di cura orientale assai curioso, ma che per la sua plumillenaria esperienza ha attirato ultimamente l’attenzione di molti studiosi medici europei, specialmente francesi, è la cosiddetta Agopuntura Cinese. Il principio su cui essa si basa è la famosa teoria della Energia Vitale Ynn-Yang che risale fino all’imperatore cinese Fu-Shi esistito 3.000 anni avanti Cristo. Secondo la filosofia cinese, dall’equilibrio delle due forze antagoniste Ynn-Yang, (Ynn: forza negativa, Yang: forza positiva) deriva il perfetto andamento dell’Universo. Dallo squilibrio di esse, invece, si verificano i cosiddetti cataclismi cosmici. I Cinesi che considerano l’uomo non come un microcosmo a sé stante ma come facente parte dell’Universo intero, applicano la stessa legge anche al corpo umano. Se le due forze Ynn-Yang sono ben bilanciate, il nostro corpo è in perfetto stato di salute. Se invece tra esse esiste qualche squilibrio, allora si verificano dei disturbi funzionali che ci vengono rivelati per mezzo dei punti cutanei dolorosi e ben localizzati. Per ristabilire l’equilibrio scosso, o meglio per guarire dalle malattie causate dallo squilibrio di queste due forze esistenti in tutti gli organismi umani, basta pungere con degli aghi pieni i punti cutanei dolorosi. Gli aghi dovranno essere d’oro se si vuole tonificare l’energia depressa, oppure d’argento se si vuole calmare l’energia troppo eccessiva. Tutti i punti cutanei dolorosi sono in corrispondenza tra loro per mezzo di meridiani d’irradiazione dell’energia Ynn.Yang. Il Dr.De La Fuye, presidente della Società Francese dell’agopuntura, in un suo interessante articolo, apparso sulla rivista "Hommes et Mondes" febbraio 1952, sostiene che l’utilizzazione diagnostica e terapeutica di detti punti dolorosi sul corpo umano è di massima importanza. L’utilizzazione diagnostica consiste nel ricercare attentamente questi punti dolorosi che sono i rivelatori dei disturbi interni che si vogliono guarire. Difatti dalle modalità con cui si manifestano tali disturbi e dalla ubicazione anatomica di essi, risulta chiara la diagnosi della malattia stessa. L’utilizzazione terapeutica invece consiste, come abbiamo accennato, nell’immettere degli aghi pieni (senza iniettare alcuna sostanza medicinale), a scopo curativo, sui punti dolorosi. Il primo accenno di questo metodo di cura lo si trova nella famosa opera cinese Huei-King, attribuita all’imperatore Hoang-Ti, 2640 anni prima dell’era volgare.
Con questo sistema i Cinesi riescono a guarire parecchie malattie. Nella mia esperienza di quindici anni di vita missionaria nell’Estremo Oriente, ho potuto constatare con i miei occhi varie specie di guarigione ottenute per mezzo dell’Agopuntura, specialmente nei casi di reumatismi, accessi improvvisi, colera, epilessia, lombaggini, insolazioni, ecc… Mons. L.Balconi, nel suo interessante libro di memorie missionarie "33 anni in Cina", racconta come una volta Mons. Cattaneo, allora semplice missionario, mentre si trovava nella città di Siang-Ch’eng, in giro di missione, cadde gravemente malato. La malattia si complicò talmente che il caso divenne disperato. Il medico curante cinese si era già rifiutato di dare altre medicine come dire che tutto era finito. Appena il mandarino della città, che era grande amico del missionario, venne a sapere della malattia, si portò subito a visitarlo, conducendo con sé anche il suo medico privato. Questi appena visitò il malato, fece subito uso dell’Agopuntura, e gli ficcò tre aghi un po’ sopra lo stomaco, alla distanza di tre dita l’uno dall’altro. Gli aghi rimasero pochi istanti in quella posizione e il malato sentì subito un senso di benessere diffondersi per tutto il corpo. Il medico assicurò l’ammalato che il pericolo era passato. Difatti il giorno dopo il missionario era già alzato e riprendeva la sua vita normale. Di questi casi se ne potrebbero raccontare parecchi, sia visti con i propri occhi, sia spigolando da riviste e libri che trattano dell’argomento. Ma a noi interessa fare ora un’altra osservazione.
Per noi occidentali di una logica cartesiana, abituati a servirci dell’anatomia, della fisiologia e fisiopatologia, ecc., a prima vista sembra troppo puerile dovere fare conto di una teoria della doppia energia Ynn-Yang, di punti cutanei dolorosi rivelatori di energia depressa o eccessiva, ecc. Eppure alla luce di alcune scoperte della fisiologia moderna, sono state fatte delle constatazioni molto curiose. La medicina occidentale riconosce nella sua sintomatologia che l’Angina Pectoris cagiona un vivo dolore al braccio sinistro, dolore che si estende alle volte fino al dito mignolo. Sappiamo ancora che la colica epatica provoca un dolore acuto alla spalla, ecc. Ora, secondo l’esperienza di alcuni studiosi, è questione di terminologia nel modo di esprimere una realtà esistente. I Cinesi, nel caso dell’Angina Pactoris, dicono che i punti dolorosi si trovano nel meridiano del cuore; per la colica epatica invece si trovano nel meridiano della vescica biliare. Secondo il Dr.Laignel-Lavastine, professore di simpatologia francese, la teoria delle forze antagoniste Ynn-Yang, ha una certa corrispondenza nella fisiologia moderna. Secondo lui la forza Yang, positiva, acceleratrice, la si può rassomigliare al sistema del gran simpatico. Mentre la forza Ynn, negativa, re frenante, non è altro che il sistema parasimpatico. Riguardo poi all’azione tonificante degli aghi d’oro, e dell’azione sedativa degli aghi d’argento, questa plurimillenaria esperienza cinese è collaborata dalla moderna elettrochimica, per cui si sa che un anodo d’oro ha un potenziale elettrico nettamente superiore a quello di un anodo d’argento. Anche i punti cutanei dolorosi hanno trovato un riferimento nella terapia moderna. Recentemente il Dr.Weihe, cultore appassionato di omeopatia, sebbene ignorasse affatto l’agopuntura cinese, ha scoperto, dietro minuta esperienza, 105 punti cutanei dolorosi, anatomicamente ben localizzati, a cui corrispondono altrettanti medicamenti omeopatici. Ebbene ben 105 di tali punti, dice il Dr. De La Fuye, corrispondono esattamente ai punti dell’agopuntura cinese, sia nella loro ubicazione anatomica, che nella loro applicazione terapeutica. Questa constatazione, continua lo stesso dottore, mi ha permesso di controllare i punti del Dr.Weihe con quelli dell’agopuntura, sintesi che porta il nome di Omeo-siniatria. Il Dr.Gello Giorgi invece nella rivista "Oltremare" dell’agosto 1950, spiegando l’azione fisio-terapeutica dell’agopuntura cinese dice: "Personalmente penso a un fatto di riflesso-terapia. Spesso ho veduto che l’introduzione degli aghi provoca fenomeni locali e generali. Localmente eccita l’insorgenza di zone arrossate che richiamano alla mente i fenomeni dell’allergia. In tutto l’organismo provoca una sensazione di dolore e reazione crescente, accompagnata spesso da una dose non indifferente di timore per la puntura. Credo che questi fenomeni locali e generali causano uno squasso tale da ristabilire l’equilibrio scosso, come (se si può ricorrere ad un paragone) la voce grave ed improvvisa di un capo militare, riesce a ristabilire l’ordine in una ciurma sbigottita o rimasta in un tempo senza capo, in balia di sé stessa, in preda a pareri contrari…"
L’agopuntura cinese ha trovato cultori in Europa. I primi a darne notizia furono i missionari e poi i medici olandesi della Compagnia delle Indie (sec. XVII). Ma il vero interesse venne suscitato, una ventina di anni fa, dalla scuola francese di M.G.Souliè De Morant, che oggi in alcuni ospedali è alla vera avanguardia in questo genere di studio. In Italia possiamo trovare solo qualche cultore isolato. Noi lasciamo ai dottori il compito di studiare e approfondire questo strano metodo di cura orientale di una esperienza plurimillenaria, e che ancora oggi viene usato con effetto da più di 450 milioni. Facciamo voti che in un domani non lontano possa anche esso portare qualche contributo ai nostri metodi di cura moderna, e qualche vantaggio all’umanità sofferente.
P. Antimo Boerio, 1952