PASQUA: RISURREZIONE DEL SIGNORE
(Estratto da una meditazione sulla Pasqua)
Testo completo: http://www.figlididio.it/meditazioni/triduo.html
(Audio)
L'unica cosa importante è dire al mondo: "Il Signore è risorto, Egli
è con noi!". La testimonianza nostra non può essere che questa. Non
importa dirlo con queste parole; si deve dire con la vita in modo che il mondo
sappia non solo che Gesù è risorto, ma che vive in noi, che in noi, ora, Egli
è vivente.
La resurrezione continua, continua nella fede che nasce nei cristiani. La
resurrezione del Cristo ha fatto nascere la fede della Chiesa, la resurrezione
del Cristo deve continuare a dare questa fede al mondo, deve rendere
testimonianza di Sé nella nostra medesima fede. Nell'Oriente, voi lo sapete, il
saluto che si fa per Pasqua è questo: "Il Cristo è risorto! Egli è
veramente risorto".
Nel 1922 in un'assemblea di atei, a Mosca; si alzarono prima uno scienziato, poi
un politico e tutti bestemmiando e negando qualsiasi dimensione religiosa della
vita. Al termine ci fu un uomo sparuto, magro, che chiese la parola; gliela
dettero. Egli andò sulla cattedra e disse semplicemente: "Fratelli, Cristo
è risorto!" Tutta l'assemblea si alzò in piedi: "Cristo è veramente
risorto". Bastarono queste parole a distruggere tutto quello che gli altri
avevano detto. Tutta l'assemblea, davanti alla testimonianza di questo umile
prete che non si conosceva nemmeno come tale, balza in piedi acclamando e
confessando la fede. È questo che dobbiamo far noi. Se noi porteremo questo
annuncio, il mondo risorgerà perché nascerà anche negli uomini la medesima
fede che prima si è accesa nei nostri cuori. Ma dobbiamo saperlo dire con la
medesima fermezza, con la medesima semplicità con cui questo umile uomo,
andando sul palco, dopo tutte le bestemmie che erano state dette, pronunciò
queste parole.
Miei cari fratelli, questa è la ragione del vivere quaggiù sulla terra. Se il
contenuto di tutta la vita della Chiesa è l'annuncio, è evidente che non c'è
altra ragione del tempo, dopo la resurrezione del Cristo, che questo prolungarsi
dell'annuncio nel tempo, questo dilatarsi nello spazio. E noi dobbiamo portare
questo annuncio, dobbiamo essere testimoni della resurrezione. Se non siamo
testimoni della resurrezione non siamo nulla, specialmente noi preti. Voi potete
essere quelli che siete sul piano naturale: uno infermiere, l'altro medico, tu
professore di lettere. I laici possono avere un contenuto di vita sul piano
naturale indipendentemente dal cristiano, ma non i sacerdoti e i religiosi:
l'unico contenuto della nostra vita è questa testimonianza. Ma anche per voi
laici, se volete che la vostra vita abbia un senso definitivo attraverso tutto
quello che fate dovete essere testimoni della resurrezione di Gesù.
Testimoni del Cristo, ecco la ragione del nostro vivere quaggiù sulla terrà. E
non possiamo essere testimoni se non abbiamo veduto. Non si tratta di vedere
Gesù risorto; San Pietro non vide Gesù risorto; vide le bende stese per terra.
Anche noi abbiamo motivi di credibilità sufficienti perché la nostra fede
divenga sempre più ferma, e noi possiamo rendere testimonianza di questa fede
al mondo. Che vedano gli altri, in noi stessi, i testimoni della resurrezione
del Signore; sicché nessuno fra gli uomini possa dire di non avere ascoltato
l'annuncio.
Vedete come tutto nel Cristianesimo sia di una semplicità estrema, ma insieme
di una ricchezza infinita perché rendere testimonianza del Cristo vuol dire
rendere testimonianza dell'Incarnazione, della morte di Croce, della
resurrezione del Cristo; e vuol dire rendere testimonianza di un amore infinito
che ci salva.
Si diceva il primo giorno del Triduo che l'unica cosa importante nella vita è
credere; le altre cose nel Cristianesimo sono quasi una sciocchezza ma la fede
è la cosa più difficile ed urgente. Vi ripetevo quello che mi aveva detto
tanti anni fa Mons. Bartoletti e che anche io andando avanti negli anni sento
come vero: "L'unica cosa importante è credere". Non avendo fede, si
cerca di rimpiazzare la pochezza della nostra fede (o la mancanza della nostra
fede) con delle opere, con dei discorsi e non ci rendiamo conto che così
facendo non diamo agli uomini altro che delle frasche, altro che delle foglie
morte. Gli uomini non sanno di che farsene di tutto quello che noi diamo loro,
se non diamo questa testimonianza di fede. Si cerca di giustificare la Chiesa
attraverso le opere che fa, e le opere che fa, molto spesso, non risolvono
nulla. Dopo aver compiuto tutto, siamo al punto di partenza. È la fede,
soltanto quella che il mondo attende da noi, e la fede non può essere
sostituita da cosa alcuna. È evidente che tutto quello che facciamo
indipendentemente dalla fede ha sempre una dimensione naturale ed umana, storica
se volete, ma sempre conclusa in questo mondo; la fede invece spezza i confini
di questa creazione, i confini del nostro vivere quaggiù; spezza questi confini
e ci apre all'immensità stessa di Dio. La fede è la forza dirompente che
spezza tutte le misure dell'essere e del vivere umano e ci mette in comunione
con l'Infinito.