DAL BRASILE

IL MIO RITORNO AD ASSIS     Inattesa partenza!     «NESSUNO HA UN AMORE PIÙ GRANDE...»

La scomparsa "prematura" e improvvisa di Padre Giorgio Pecorari, a 67 anni,
è una perdita grave per il "Pime" e per la Chiesa del Brasile.

P. GIORGIO PECORARI (1941-2008), Missionario del Pime in Brasile!

P. Piero Gheddo
("Missionari del Pime", Dicembre 2008)

Nato a Loro Ciuffenna (Arezzo) nel 1941, Giorgio Pecorari diventa "Missionario del Pime" nel 1966 e, nello stesso anno, parte per il Brasile. Erano gli anni infuocati della "dittatura militare" (1964-1984) che, "per salvare il Brasile dal comunismo", violava pesantemente i diritti dell’uomo abolendo praticamente lo stato di diritto e la libertà di stampa e di "dissenso", arrestando e torturando ogni persona sospetta di minacciare l’ordine. Nel 1972, schedato dalla polizia  e minacciato di arresto, torna in Italia e diventa "redattore" di "Mondo e Missione".
Negli anni 1972-1981 compie numerosi viaggi in America Latina e scrive un libro, "Salvador, Guatemala, Nicaragua: quale liberazione" ("Emi 1982"). Nel 1980 è in Salvador, nel periodo più tragico e sanguinoso della "guerra civile". Scriveva ("Mondo e Missione", Novembre 1980): «Avendo un po’ di conoscenza dei paesi "latino-americani", credo di poter dire che questa del Salvador è oggi la situazione più drammatica, più "disumana" in America Latina. Una "guerra civile" condotta senza esclusione di colpi, con una media di 30-50 uccisi al giorno. È come se in Italia, fatte le debite proporzioni, avessimo una media di 350-500 morti ammazzati al giorno». Nella capitale, Giorgio è «ospite di un vecchio "Seminario", dove ha sede anche l’"Arcivescovado": povero, manca di comodità elementari, con poca acqua, pochi servizi igienici, eccetera. La stanza che mi danno, "quella più bella" come dicono loro, fa invidia a San Francesco: un letto, una sedia e un tavolino, un armadio. Poi vengo a sapere che quella è la stanza di Monsignor Romero». Romero era stato ucciso il 24 Marzo 1980 dai militari che avevano assunto il potere con un "Colpo di Stato".
Nel Settembre 1981 Padre Pecorari torna in Brasile e, da questo momento, diventa difficile seguirlo negli spostamenti fra i vari impegni. Nel Novembre 1992 diventa "Vice-Superiore Regionale" del Brasile e, con Padre Vincenzo Pavan, dà inizio alla rivista "Mundo e Missao". Terminato il mandato, parte per Porto Murtinho, sul grande "Rio Paraguay", l’ultima Parrocchia del "Mato Grosso do Sul" ai confini con il Paraguay, senza luce elettrica e isolata nella foresta e steppa: terra di "avventurieri", "contrabbandieri", "indios" e "meticci", una specie di "Far West" dove si va a cavallo e armati.
Nel 2000 è richiamato in
Italia come "Direttore" di "Mondo e Missione" e poco dopo è colpito da un "cancro al mediastino". I medici gli danno due mesi di vita. Nel "Pime" si prega il suo amico "Servo di Dio" Marcello Candia e in Brasile diffondono un’immagine dello stesso con la preghiera per chiedere la grazia della sua guarigione. Il "calvario" dura alcuni mesi, ma poi, miracolosamente, Padre Pecorari guarisce. Nel 2002 ritorna in Brasile ed è parroco prima a "Vila Xavier" ad Assis e poi a Ibiporà nel Paranà (città oggi con 47.000 abitanti), dove muore lo scorso 10 Ottobre per arresto cardiaco dopo 55 giorni di coma.