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"Il caro prezzi globale..."

P. ADOLFO L'IMPERIO, Missionario del Pime in Bangladesh!

Dhaka, 6 Agosto 2008

Spero che questa volta parta. Sono due giorni che tento…

Un abbraccio bagnato!

P. Adolfo L’Imperio

LA "BATOSTA"…

Dhaka, 26 Luglio 2008

Avevo iniziato queste due righe questa mattina, ma poi ho perso… il "file", e ho dovuto iniziare da capo. Cose che capitano agli anziani come me!

Ormai lo sappiamo tutti che il "caro prezzi" è un fatto globale, o mondiale che sia. I prezzi del petrolio e degli alimentari crescono senza un controllo o spiegazioni convincenti.

A fine del 2007 qui da noi ad un certo momento gli organismi finanziari mondiali hanno deciso di aumentare il costo della benzina, per "equipararlo" al costo mondiale. "La benzina deve costare un dollaro al litro, 65 Taka" – hanno scritto i giornali – perché tale è il costo al litro in altri paesi di Asia ed in Europa od America. Ma non hanno scritto che in Bangladesh un dollaro è tutto il guadagno di un giorno di lavoro, a volte di meno.

Quest’anno, 2008, continua l’aumento ed ora la benzina costa 87 Taka al litro, perché tanto costa "sul mercato mondiale" e chi lo importa se lo vuole lo deve pagare. Di conseguenza sono aumentati i costi di tutti i mezzi di trasporto. Per viaggiare bisogna arrangiarsi. I poveri cercano un posto sui "camion", sul tetto degli "autobus" o dei treni… Aria condizionata assicurata!

Non parliamo del riso. Oggi costa 35 Taka al chilo, quando lo scorso anno si comprava a 20 Taka al chilo. Me ne accorgo facendo gli acquisti per gli ammalati dell’Ospedale a Dhanjuri o per il "Boarding". Ma oltre al riso è aumentato il prezzo dell’olio di semi e di tutto quello che si compra al "bazar" (mercato). Nei primi sei mesi di quest’anno gli alimentari hanno avuto un aumento del 30%.

Si può reagire a questa "legge del mercato"? I miei Bengalesi, che devono fare la spesa, al termine della giornata di lavoro guardano la roba e riducono la spesa facendo il conto di quello che hanno in mano. Ma penso che anche da voi in Italia, od altri paesi Europei, per chi va al "mercatino rionale" si debba fare il conto con i centesimi che si hanno.

Abraham fa il guardiano notturno ed ha un figlio che studia al "College". È la sua speranza. Lui, analfabeta, desidera che il figlio abbia un futuro migliore. Ma con il suo "stipendio" non riesce a comprare il riso necessario per un mese. E poi ci sono: la moglie "malaticcia", due sorelle che vanno a scuola… non è riuscito a pagare la bolletta della luce (anche questa aumentata), e se gli tolgono la luce come faranno i figli la sera a studiare…

A Dhaka Cornelio, che frequenta l’ultimo hanno del "College" e spera di terminare il prossimo anno, ha visto duplicare, nell’arco di due mesi, la spesa dell’alloggio e vitto dove risiede... "Se continua così non so proprio cosa fare!".

Le storie da raccontare sarebbero tante. In questi giorni vengono "rimpatriati" in Bangladesh dal Kuwait qualche centinaio di operai del Bangladesh, "rei" di aver scioperato per ottenere un salario giusto. Anche altri paesi chiudono la porta ad operai, che a volte sono anche vittime di "agenzie" che speculano sul loro stato. Eppure risulta che il Bangladesh riceve come "rimesse" dai lavoranti all’estero una somma non indifferente.

Tornato da Dhaka oggi, 31 Luglio, mi rendo conto che le previsioni fatte lo scorso anno sia per il lavoro di assistenza ai lebbrosi che per le costruzioni all’Ospedale e al "Boarding" sono saltate.

Il cemento è aumentato del 50% in un anno ed il prezzo del ferro per le costruzioni è raddoppiato nello stesso periodo. Con l’aumento del riso aumenta di conseguenza il costo della mano d’opera. Da 70 Taka al giorno a 120 Taka per i manovali; per i muratori vai da 160-200 Taka al giorno.

Luglio è il mese del trapianto del riso, che a Novembre-Dicembre sarà il raccolto più importante per il Bangladesh. Questo riso ha bisogno della pioggia del "monsone" ed, in alternativa, dell’irrigazione.

Le campagne sono piene di donne e uomini, che curvi trapiantano la piantina del riso in linee orientate in modo da ricevere il sole per la maggior parte del giorno. Un lavoro che stanca ma è il segno della speranza di un raccolto nuovo. Altri hanno piantato il granoturco (mais). È tutto di un bel colore verde che fa bene agli occhi. A Dhanjuri i ragazzi e le ragazze del "Boarding" si sono uniti alla gente del villaggio, ed hanno aiutato in questo "rito" del trapianto. A sera, anche se stanchi, hanno cantato e danzato dopo una cena abbondante, nella speranza di un buon raccolto.

La "batosta", come la chiamo io, è arrivata e, senza guardare chi è che te la pone sul collo, la devi portare, ma devi avere il coraggio di imparare a guardare avanti e costruire un società dove non comandi "la legge del mercato", ma "la legge della giustizia e della solidarietà"; una società di diritti e doveri per il bene di tutti.

Al momento del raccolto, cosa ci aspetta ?

Mi piace allora risentire quello che mio nipote Giovanni ha scritto nel presentare il suo libro di poesie, e utilizzare parte delle sue parole per attutire il colpo della "batosta" che è calata su di noi…

Cari amici, per fortuna abbiamo un cuore!

Sostenere le iniziative che nel mondo persone come Padre Adolfo ed i suoi collaboratori stanno realizzando a Dhanjuri, credo sia un atto stupendo di solidarietà verso chi impegna "trasparentemente" le proprie energie per aiutare concretamente il prossimo; un prossimo fatto di malati ed emarginati, ma anche di ragazzi veri e vivi, che rivendicano il loro diritto allo studio nell’inadeguatezza culturale delle realtà "tribali" del Bangladesh.

Il domani dipende anche da questi ragazzi, che stanno studiando a livelli sempre più alti e che finalmente possono guardare al futuro con le giuste capacità, grazie all’opera incessante di persone che stanno adoperandosi affinché ciò avvenga con sempre più continuità.

Quando pensiamo al domani dei nostri figli, dobbiamo intravedere orizzonti di ottimismo e libertà, e questo, nella attuale società occidentale, è un dato di fatto; riuscire a pensarlo per i giovani di Dhanjuri e del Bangladesh è doveroso da parte nostra!

Coraggio, quindi, perché non è un accettare o subire la "batosta" passivamente, ma l’invito a trovare risposte adeguate alla realtà di oggi. A Dhanjuri sta maturando l’idea di inserire alla "Scuola Superiore" una "sezione agricola". Un accompagnamento di tre anni con "curriculum" per ragazzi delle Classi VIII, IX e X. Classi teoriche e pratiche, che riguardano anche la "meccanizzazione" e l’irrigazione, l’uso delle sementi e dei fertilizzanti. L’agricoltura deve essere al centro della formazione dei nostri giovani.

È stato un sogno per tanti Missionari, ma sta diventando realtà grazie anche al "pungolo" dell’amico Bruno, all’incoraggiamento di Padre Berutti e di altri, ed alla collaborazione di "laici" di Dhanjuri che vogliono far diventare realtà il sogno.

Oggi, Domenica 3 Agosto, la liturgia ci ha proposto l’ascolto della "moltiplicazione dei pani" riportata da San Matteo (Capitolo 14, 13-26). È una pagina che ho spesso meditato e direi anche vissuto in prima persona, in momenti in cui davanti alle folle ho avuto la tentazione di dire al Signore: "Per favore, mandali nei villaggi vicini per comprarsi il cibo necessario!".

Lui guarda la folla ed "ha compassione". Cari amici, per fortuna abbiamo un cuore! È il partecipare a questa "compassione", che è un lasciarsi prendere e vivere con passione le vicende degli altri, specie i piccoli o gli esclusi. La passione per il lavoro, per la famiglia, è uno spendere la vita. Questa passione ci distingue da quelli che operano per "professione".

Disse ai discepoli di "farli stendere sull’erba", e si sedettero sul prato. Questa figura contrasta con le file che si vedono in alcune zone del Bangladesh per la compera a prezzo basso agli "Spacci Governativi", o alla "TV" e sui giornali in paesi poveri. Gente in fila, controllata dalla polizia e a volte dai soldati, per una distribuzione di cibo. Spintoni, grida, desiderio di "accaparrare".

La distribuzione fatta con amore è diversa. Sedersi e partecipare del cibo che si ha. "Qua abbiamo solo cinque pani e due pesci!". Lui li accetta. Su questo "poco" recita la "benedizione". Lo restituisce, perché venga distribuito alle folle.

Cari Amici, per Amore abbiamo ricevuto tanto, ed è bello poter continuare a credere che il "miracolo" della solidarietà continua ad essere presente nella nostra vita…

"O Padre, nostra forza e nostra speranza, effondi su di noi la Tua misericordia, perché da Te sorretti e guidati usiamo saggiamente dei beni terreni nella ricerca dei beni eterni!".

P. Adolfo L’Imperio