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Raccolta di lettere,
inviate al fratello Don Eugenio
(2005)

2 Febbraio 2005

3 Aprile 2005

14 Giugno 2005

10 Settembre 2005

5 Ottobre 2005

1 Novembre 2005

3 Dicembre 2005

 

PROFILO DI PADRE GIANANTONIO BAIO

P. GIANANTONIO BAIO.

Nato a Isola Vicentina (Vi) il 29 settembre 1944, vocazione adulta nel seminario diocesano di Venegono, è passato in teologia al PIME diventando sacerdote missionario il 29 giugno 1973.

Inviato in Bangladesh, ha lavorato per 5 anni nella missione di Bonpara, per 7 anni a Rohanpur nella diocesi di Dnajpur, per 8 anni a Dhaka. Nel 1993 è stato chiamato in Italia per un periodo di servizio all’Istituto: 2 anni a Treviso, poi come responsabile del Centro PIME di Milano e per sei anni come Superiore Regionale dell’Italia settentrionale.

Nel gennaio 2004 ("finalmente…", dice lui) è potuto tornare nell’amato Bangladesh dove il Vescovo gli ha chiesto di consolidare una nuova missione da poco iniziata a Kewachala e di seguire anche il sottocentro di Shimulia, a 23 km., a cui fanno riferimento 20 villaggi della tribù Koch.

L’email di P. Gian Antonio è: rettore.dhaka@pime.org .

KEWACHALA (DHAKA)

KEWACHALA SI TROVA A 60 KM. A NORD DI DHAKA (la capitale). ZONA DI GRANDE POVERTÀ, SI PRESTA ALL’ANNUNCIO DEL VANGELO, ESSENDOCI IMMIGRATI DI VARIE ETNIE NON MUSULMANI. STA DIVENTANDO UNA ZONA DI SVILUPPO CON PICCOLE INDUSTRIE.
IL VESCOVO INTENDE AVVIARE UNA NUOVA FUTURA PARROCCHIA. ATTUALMENTE C'È UNA CASETTA CON TRE LOCALI E TETTO IN LAMIERA, UN OSTELLO CON 50 RAGAZZI, UNA CAPPELLA IN TERRA CON TETTO IN LAMIERA E LA SCUOLETTA. OCCORRE ACQUISTARE DEL TERRENO, CINTARE LA MISSIONE, COSTRUIRE LA CHIESA E UNA NUOVA SCUOLA... SI È AGLI INIZI! SI ASPETTANO CHE P. GIANANTONIO PROVVEDA GARANTENDO LA SUA STABILE PRESENZA.

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TOP   2 Febbraio 2005

Carissimi,

ieri l'assegnazione del “posto”, al nord di Dhaka, in una vasta zona a km. 60-70 dalla capitale, dove c'è una forte presenza tribale (Garo, Oraon, Santal...), di cui pochi cristiani, ma con un'apertura al Cristianesimo. Gente molto povera, emarginata, che soffre e lotta per la sopravvivenza, senza terra e spesso in movimento, in cerca di lavoro.
La missione continua, con fiducia e gioia, con la possibilità di dare una presenza stabile dove da tempo altri confratelli stanno operando in modo saltuario. Un salto di qualità che potrà dare un po' più  di garanzia, di assistenza, sicurezza e speranza a questi fratelli nostri, stando con loro e tra loro, in un cammino di condivisione amica, anche a nome vostro.
In queste 4 settimane ho girato parecchio, nei luoghi di un tempo, incontrando tante persone amiche, con la possibilità di dare qualche aiuto per dei malati, per l'ammissione alla scuola, per riparare qualche capanna a famiglie più in difficoltà. Una goccia, eppure sempre preziosa, data anche a nome vostro, che ridona speranza e fa bene anche a chi dona…

Ieri (1 febbraio) ho fatto visita al luogo dove mi stabilirò: Kewachala (distretto di Gazipur), dove c'è la corrente elettrica, una casetta col tetto di lamiera che si prolunga con l'ostello per 50 ragazzi, che fa anche da scuoletta, fino a che non si completa la nuova scuoletta: 3 locali in lamiera, con pilastri e pavimento in cemento. La cappella è in terra, col tetto in lamiera.

P. Dominic, prete diocesano con spirito missionario, che gira nella zona da qualche anno, nei fine settimana e vacanze varie, essendo anche professore e vicerettore nel Seminario teologico a Dhaka, ha il suo “centro” lì. Per quest'anno c'è anche un seminarista che aiuta. Per poterci stare anch'io, abbiamo visto ieri la possibilità di una partizione. Tutto alla buona. Non so come si potrà stare nel periodo caldo. Ma c'è il ventilatore, che terrà impegnate anche le zanzare.
Il pezzo di terreno è piccolo e totalmente aperto, per cui resta impossibile coltivare ortaggi e fiori...

Il pezzo di terreno è piccolo e totalmente aperto, per cui resta impossibile coltivare ortaggi e fiori... L'urgenza di comperare un altro pezzo di terra a fianco e di poter fare un muro, per garantire la proprietà, per la possibilità di un po' di ortaggi e per la sicurezza, è evidente. Poi con calma e secondo le possibilità si potrà fare qualcosa di meglio. L'Arcivescovo è contento della mia disponibilità per quella zona, e mi garantisce la sua benedizione, suggerimenti ed incoraggiamenti. Circa l'aiuto finanziario è convinto che potrò avere aiuto da tanti amici.
Da gennaio ci sono già 3 Suore del Pime, bengalesi, nella loro casa, recente e ben fatta, con un piccolo ostello per ragazze. Si è agli inizi. La mia presenza stabile era attesa con fiducia e nella preghiera.

Un "bagno" di Bangladesh con tante emozioni e domande. Mi chiamano. Chiudo con un abbraccio ed una preghiera!

P. GianAntonio Baio

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TOP   3 Aprile 2005

Carissimi,
vi scrivo nella pausa a Dhaka, nella gioia di Cristo Risorto, che sempre ci offre la possibilità di toccare con mano la Sua presenza, viva più che mai. Lui lo sa che anche noi, come Tommaso, non ci accontentiamo “per sentito dire”, ma vogliamo vedere e sentire di persona.

E Lui ci accontenta, purché siamo attenti a coglierlo nelle diverse occasioni della vita…
Ieri sera ho fatto Pasqua a 48 km . da Kewachala, tra giovani Santal, lì per lavoro, 22 cattolici ed altri 53 protestanti. Una Messa ecumenica, nella gioia e gratitudine, con la loro richiesta che possa andare una volta al mese. Ho detto sì, costi quel che costi, un'opportunità per ravvivare il lumino della fede ed essere sale e lievito con la gente attorno, come vuole il Signore Risorto.
… Ho tirato un grande sospiro di sollievo per la somma depositata sul mio conto!
Spero che P. Ciceri provveda per la bimba da adottare da Silvia. Lo vedrò a giorni. Complimenti per gli impegni assunti e un rinnovato grazie per il servizio di passaggio notizie. Chiudo con un abbraccio e la benedizione del Risorto. Sempre uniti nel Suo Amore.

P. GianAntonio Baio

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TOP   Kewachala, 14 Giugno 2005

Carissimi,
da giorni il caldo è notevole e… mi trovo per alcune ore del giorno a boccheggiare, senza pretese di fare chissà che cosa, in attesa di momenti migliori, con pazienza e fiducia. Nelle ore in cui c'è la corrente, il ventilatore dà sollievo, anche la notte. Il periodo delle piogge è alle porte, con momenti maggiori di frescura. Sarà un sollievo anche per i ragazzi dell'ostello, che si alternano con febbre ed altri malanni. Nella scuoletta ho provveduto all'impianto elettrico, così il ventilatore in classe dà respiro sia a loro che alla maestra.
Da un'ora mi trovo a Dhaka per il ritiro mensile dei preti, così ne approfitto per mandarvi notizie.
Ieri abbiamo fatto festa, grazie a S. Antonio, certo alla buona, ma con gioia e partecipazione di molti. Dolcetti, pollo nel “torkarì dei ragazzi”, cena con le suore, seminaristi e catechista, con un goccetto di wisky al ghiaccio al momento della torta. Mica male!!
Un grazie per le offerte e le intenzioni di SS. Messe, che celebro secondo le indicazioni.
Ho saputo delle foto arrivate e fatte passare anche a Don Armando e Don Bruno, grazie alla creatività del Don di Rovagnate. Il P. Rusconi, primo a vederle, in luglio verrà qui per oltre un mese..., a dare una mano qua e là, convinto di trovare ancora qualche mango. Sabato viene a trovarmi a Kewachala il Martin, papà di Sikha, di Rohanpur. Ce la conteremo, magari gustando dei mango da quella zona, mentre io gli offrirò il “kathal” (frutto del pane), di cui questa zona è così ricca. È una delizia, lo mangio e mi lecco le dita pensando anche a voi, privati di tanta grazia.
Per ora chiudo così, vado a rinfrescarmi e poi al ritiro, dove c'è tempo e posto per una preghiera per voi e tutti, familiari, parenti, amici e benefattori.
Il Signore vi benedica e vi colmi di gioia nel cammino quotidiano di impegno per un mondo migliore.
Un abbraccio affettuoso!

P. GianAntonio Baio

TOP   10 Settembre 2005

Carissimo Don Eugenio,

ieri sono venuto a Dhaka, con 8 rappresentanti, per la festa dell'Installazione del Nuovo Arcivescovo, Bishop Paolinus Costa, da 9 anni vescovo di Rajshahi, convinto ed insistente perché, appena rientrato, rimanessi in diocesi, a Rohanpur o un sottocentro.

Ben 4 ore di cerimonia complessiva, con una preparazione e conduzione ammirevole, con forze di polizia per garantire la sicurezza. Solo al termine il pranzetto in scatola.
Ora ci ritroviamo insieme e, quanto prima, spero si possa definire lo statuto giuridico di Kewachala, con l'area di evangelizzazione di mia competenza. L'Arcivescovo Michele si trova da un mese in ospedale a Bangkok, in lenta ripresa dopo un delicato intervento al cuore. Con lui si erano fatte le premesse sul mio impegno. Intanto faccio del mio meglio. Il giorno della Patronale, domenica 28 Agosto, con S. Agostino abbiamo ricordato anche mamma Monica, a cui è dedicata la scuoletta dove, proprio sabato 27, sono iniziati gli esami del II semestre. Tre sere di preparazione e, dopo la Messa solenne, 2 dolcetti a tutti i presenti. Nel pomeriggio il primo incontro del nuovo Consiglio della "sub-parish". Piccoli passi verso una maggiore corresponsabilità.

Per una settimana i ragazzi dell'ostello, conclusi gli esami, sono a casa in vacanza, tranne uno, Bisnu, all'ospedale di Gazipur perché si è beccato la febbre nera. Spero si riprenda bene. Ho qui un altro fratellino, Punno, ambedue orfani di padre.

Da oltre un mese, nei fine settimana, viene da me P. Ruben, un sacerdote della Colombia, associato al Pime, per un po' di pratica di bengalese con i ragazzi. Certo che i primi mesi è dura e ci vuole pazienza. Ho incontrato anche ieri il P. Sebastian, che vive settimane intense, prima del ritorno in Italia. Sta benone ed è entusiasta.

P. Gervas, attuale parroco di Rohanpur, che sperava lo rimpiazzassi, è da 2 giorni l'Amministratore della diocesi di Rajshahi, in attesa che il Papa annunci il nuovo Vescovo, che in dicembre farà le Ordinazioni dei 2 candidati, di cui Cornelius, di Rohanpur, per il quale ho provveduto, tramite P. Rusconi, al calice. È l'ultimo dei seminaristi di là con cui sono molto legato.

Non ho ancora riscontri sul rientro di P. Rusconi in Italia, con mie lettere e qualche foto.

Era stato 2 giorni a Kewachala, contento.
Queste le notizie, senza grandi novità, ma sempre in cammino, con la gioia nel cuore e tanta riconoscenza.

Un abbraccio fraterno, e saluti a tutti gli amici.

P. GianAntonio Baio

 

TOP   Dhaka, 5 Ottobre 2005

Carissimi,

sono venuto a Dhaka per prelevare soldi, vedere la posta e far visita all'ex-Arcivescovo Michele, da due settimane residente a Tejgaon, in lenta ripresa dopo un intervento al cuore, 3 bypass, e 2 mesi di ospedale a Bangkok.

Con lui c'è un legame di lunga data, dal mio primo incarico a Bonpara nel 1975, tanta stima, amicizia e riconoscenza. Mesi fa ha accolto con gioia il mio rientro e l'aver accettato di lavorare a Kewachala.

Ora lui, 80nne, è in pensione, e devo collaborare con il nuovo Arcivescovo Paolinus Costa.

Fra un paio di mesi spero che possa venire a far visita, in modo da intenderci come procedere nel cammino dell'annuncio, nelle priorità di strutture necessarie. Mi sto rendendo conto giorno dopo giorno che la necessità della chiesa nuova si impone come prima scelta.

Da 2 settimane, dopo la morte di una mamma anziana e malata, sepolta alle 9,30 di sera, in un supposto cimitero, giungla-sterpaglia, dove da anni il gruppo Garo seppellisce i suoi morti, mi sono convinto che anche lì bisogna decidere qualcosa. Si tratta di convincere la gente, e riscattare quel pezzo di terra a nome della diocesi, e trasformarlo un po' nel luogo che dovrebbe essere: luogo sacro, di memoria, di rispetto e preghiera, pur nella semplicità.

Da giorni pioggia in abbondanza, troppa in tante zone, con conseguenti perdite umane e di raccolto, con speranze deluse. Solo il Signore sa di preciso il numero di morti e le sofferenze di molti. Pochissime e generiche le notizie che riesco ad avere a Kewachala.

Quando vengo a Dhaka ne approfitto per aggiornarmi un po' sia sul Bangladesh che sul mondo, Italia in primis. Circa altre foto per adozioni, le invierò in seguito, mentre sto aspettando intanto risposta dal Centro Pime‑Milano circa le foto a loro inviate per adozioni, in modo da poter far le cose nel modo migliore, senza malintesi, a vero beneficio dei bambini e famiglie.

Sempre nello stupore, gioia e gratitudine al Buon Dio, più vicino che mai, che ci “ama da morire” non una volta sola, ma sempre, giorno dopo giorno, per quello che siamo, tutti e ciascuno. Più lo si scopre e più viene voglia di dirlo a tutti, anzi, di cantarlo a voce alta, insieme. È il Cristo in croce, che ci dice di seguirLo portando la nostra, giorno dopo giorno.

Ed a volte pesa e si vorrebbe mollare. Ma Lui ha pazienza e, senza forzarci, non ci molla.

Ci diamo una mano nella preghiera e ora riprendo il cammino di ritorno al villaggio, tra la mia “famiglia”.
Un caloroso e riconoscente abbraccio!

P. GianAntonio Baio

 

TOP   1 Novembre 2005

Carissimi,

ci scambiamo gli Auguri in questa festa di tutti i Santi.

Una moltitudine immensa lassù, di ogni razza e colore, di cui noi conosciamo solo alcuni. Ci sono senza dubbio anche i nostri cari. Sarà una meraviglia, uno stupore continuo, insieme nel contemplare il Suo Volto. Siamo anche noi "santi in cammino", senza la pretesa di fare grandi cose, ma nel vivere quotidianamente le Beatitudini, con semplicità, fedeltà e gioia, facendoci "prossimi" ai fratelli.

Loro, i Santi, ci stanno aiutando.

A Kewachala celebro nel pomeriggio, mentre domani ci sentiremo in comunione nel ricordo dei cari defunti, pronti ad intercedere per quanti di loro ancora non godono il paradiso e contano molto anche nella nostra preghiera. Una Messa la celebrerò nel luogo dove ci sono quasi 25 tombe della famiglia qui da lungo tempo, la più numerosa. Comperando un pezzo di terreno attiguo, quello diventerà il cimitero parrocchiale, luogo da tenere un po' più in ordine, con una recinzione, luogo santo.

Giovedì 27 ottobre l'Arcivescovo è venuto a trovarci, a rendersi conto del posto, delle prospettive. Solo 3 ore, ma un momento di gioia per tutti, un dono di attenzione e di amicizia. Il Suo incoraggiamento è benedizione perché si continui nel cammino intrapreso. Dopo il muro di cinta, anche Lui condivide la priorità di fare la chiesa e poi l'ostello ragazzi, mentre le Suore a mesi inizieranno la costruzione dell'ostello ragazze. Nell'istruzione e formazione umana il nostro primo aiuto alla tribù dei Koch, poveri e strapelati, numerosi nei villaggi della zona. Al Signore il dono della fede. Intanto cresce la conoscenza reciproca, l'amicizia.

Ieri sera sono andato dall'Arcivescovo insieme al Superiore Pime ed a P. Dominic, occasione per schiarirci le idee, aspettative e coinvolgimento Pime in quella zona. Nell'incontro Pime a Dinajpur, a metà novembre, se ne parlerà insieme.

Ho un CD con 50 foto che penso di inviarvi alla prima occasione, mentre per altri bambini da adottare aspetto verso fine anno, quando potrò incontrare quanti sono in altri ostelli e chiarire anche con le Suore le mie responsabilità nei loro riguardi.

A tutti ed a ciascuno un abbraccio.

P. GianAntonio Baio

 

TOP   Festa di S. Francesco Saverio - Kewachala, 3 Dicembre 2005

Carissimo Don Eugenio e comunità,

mi faccio vivo direttamente con i migliori Auguri di un Santo Natale e Anno Nuovo a te ed alla comunità, insieme a sincera riconoscenza per l’aiuto ricevuto.

Domenica 11 ero a Bonpara per la Professione solenne di 7 suore del Pime, tra cui 2 di Rohanpur: Sr. Celestina e Sr. Maria Goretti, ambedue Santal, ragazzine all’ostello quando io ero loro parroco. Sr. Maria Goretti da 6 mesi è la preside della nostra scuoletta di Kewachala dedicata a S. Monica, con 84 alunni... Si vedono i frutti della missione che continua!

Fa molto bene, con generosità, entusiasmo e cooperazione. Da 2 mesi viene P. Ruben nei fine settimana a far pratica di bengalese. È sacerdote della Colombia, associato al Pime come “fidei donum”. A fine febbraio, concluso lo studio della lingua, andrà a Beneedwar, dove c’è parroco P. Scuccato Luigi, detto il barbone, di 85 anni compiuti. Superiora della comunità delle Suore è Sr. Gertrude, nostra conoscenza, sempre molto aperta e dedicata.

La visita del nuovo Arcivescovo, pur breve, ha permesso di chiarire il tipo di responsabilità. Oltre a Kewachala e villaggi attorno, devo seguire anche il sottocentro di Shimulia, a 23 km., a cui fanno riferimento 20 villaggi della tribù Koch, poveri, emarginati, di cui alcuni ragazzi sono all’ostello.

La priorità è la Chiesa da costruire. Dopo 10 mesi di presenza sono più che convinto di questa necessità. L’Arcivescovo incoraggia, conta su di me e sull’aiuto di tanti amici. I soldi che ho da voi sono una buona base di partenza, poi conto sulla Provvidenza, che sempre mi ha accompagnato.

Così oso tendere la mano qua e là, con grande fiducia.

Ho risolto i problemi con il terreno, ora provvedo alla recinzione, mentre ho già coinvolto P. Ezio a preparare un disegno per la chiesa, per 450-500 posti.

Mentre le Suore a mesi inizieranno la costruzione dell’ostello per le ragazze (70-80), io provvederò in seguito, in modo da poter ospitare altrettanti ragazzi tribali. Credo molto in questa forma di educazione e promozione umana dei tribali, poveri in canna, sempre più emarginati.

Così contatto i genitori ed il villaggio. Al Signore il dono della fede.

Nella Solennità di Cristo Re, un ricordo speciale per tutti i benefattori nella S. Messa, mentre invitavo la comunità a farsi prossima con i più poveri, nel quotidiano, via sicura per incontrare il Signore: "Ogni volta che..., l’avete fatto a Me". Stupendo! Quale gioia!

Buon Natale, occasione sempre nuova di incontrare Lui, il Signore. I poveri vicini e lontani ci possono donare questo incontro e renderci colmi di gioia, fratelli universali.

C’è sempre il rischio e la presunzione di incontrarLo altrove, con grande delusione.

Rinnovati Auguri e te ed alla Comunità anche per un Nuovo Anno colmo di benedizioni, con la riconoscenza che si fa preghiera, insieme alla mia "famiglia adottiva" di Kewachala.

Un abbraccio fraterno.

P. GianAntonio Baio