Un amico a Canton
Da quattro anni Padre Mario vive a Canton con i suoi amici disabili.
Di questo ringrazia Dio tutti i giorni, ma anche chi lo sostiene con la
preghiera,
l’amicizia e l’aiuto concreto.
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P. Mario Marazzi
("Missionari del Pime", Febbraio 2008)
Faccio mie le parole che Don Andrea
Santoro, il prete ucciso due anni fa in
Turchia, diceva ai suoi benefattori: "La vostra ricompensa sarà la lode
del Signore e la gioia di quanti sono beneficati. Senza dimenticare che sono i
poveri a farci del bene perché ci consentono di liberarci dalla nostra zavorra
trasformandola in carità".
Continuo a vivere in una "casa-famiglia" con un gruppetto di portatori
di "handicap" mentale. Recentemente ci sono stati dei cambiamenti: l’appartamento,
che era in cattive condizioni, è stato sistemato benino grazie in particolare
all’aiuto della "Caritas diocesana" di Como. A prendersi cura dei
ragazzi e di me in casa c’è una brava "mamma". Dalle conversazioni
con lei mi pare di avere imparato un po’ quanto sia dura la vita di tanta
gente che abbandona la propria terra e famiglia e sta lontano da casa per
guadagnare qualche soldo. Sono venuto qui pensando di dare qualcosa a questi
ragazzi (e certamente qualcosa do), ma è più quello che ricevo da loro e da
quelli che li assistono. I disabili mentali mi hanno insegnato a essere più
paziente, a "perdere tempo" guardando la televisione o giocando con
loro, a vedere i lati positivi di queste persone che spesso la società
considera scarti, a comprendere i drammi delle famiglie con figli disabili. E
quanti, in cambio di un magro salario, si prendono cura di loro mi mettono in
crisi per la mia voglia di spendere, quando vedo con quanta attenzione cercano
di non sprecare i pochi soldi che guadagnano.
Sono spettatore di una Cina che sta
cambiando a grandi passi. Si vede in tutti
una forte volontà di lavorare, di darsi da fare, di guadagnare. Canton è come
un’enorme cantiere sempre in azione. In Italia vi immaginereste di vedere
squadre di muratori che di sera tardi tirano su un edificio o coprono il manto
di una strada alla luce di qualche lampada elettrica? Il successo economico
della Cina si spiega anche con questa laboriosità.
Ma non mancano i problemi. Le ampie e lunghe strade "sopraelevate"
costruite di recente in città sono spesso intasate da tanti veicoli, che
aumentano a vista d’occhio. Esiste una forte disuguaglianza tra i ricchi (si
calcola che siano il 10% della popolazione) e gli altri. C’è gente che spinge
biciclette con pesanti carichi o che fruga nei bidoni della spazzatura per
cercare carta o bottiglie di plastica da vendere per pochi soldi. I livelli di
inquinamento di aria e acqua sono preoccupanti. Purtroppo la coscienza ecologica
è scarsa. Lo constato ogni giorno nel mio quartiere di periferia, dove la gente
butta per le strade e nei fossi ogni tipo di immondizia. Molti vengono dalla
campagna e sono abituati a fare così da secoli. Ci vorrà del tempo perché si
capisca l’importanza del rispetto per l’ambiente come, per esempio, avviene
già a Hong Kong.
Vedo il mio servizio all’interno di "Huiling" come un piccolo
contributo perché in questo Paese cresca l’attenzione verso le persone
bisognose. "Pur nell’impossibilità di accogliere tutti i portatori di
‘handicap’ mentale - si legge in un nostro stampato - l’impegno di ‘Huiling’
rappresenta tuttavia un forte richiamo a una società realmente umana che
manifesti l’accoglienza e il rispetto dei più piccoli e dei più
deboli". Ma il dono più grande che possiamo fare ai nostri amici cinesi è
di aiutarli a conoscere Gesù e il suo Vangelo. La preghiera che lungo la
giornata faccio più spesso è: "Signore, fa’ che attraverso le mie
parole e le mie azioni possa passare tu, soltanto tu, nel modo che vuoi
tu".
Raccomando alle vostre preghiere la Chiesa sofferente di Cina: una Chiesa
sottoposta a tante limitazioni, abusi, "vessazioni" e che la
propaganda del regime vorrebbe far credere che sia libera. E raccomando anche me
perché "Dio ci apra la porta della predicazione e possiamo annunziare il
progetto di salvezza rivelato da Cristo" (Col 4,2).