IL DIFETTO DI TOMMASO |
||
. | ||
. | ||
. | ||
Aveva 17 o 18 anni quando morì suo padre, medico di villaggio, e dovette andare a lavorare in città, alla Pepsi Cola. E’ del sud, un’area coperta dall’acqua per vari mesi all’anno, dove coltivano un tipo di riso che cresce e matura anche nell’acqua alta. |
||
Si chiama Tomas. Nonostante i pochi studi, ha tenacia e intelligenza e –cambiando varie volte lavoro e città di residenza - aiuta fratelli e sorelle a sistemarsi. Quando lo incontro gli chiedo se è già sposato. "Sì, sì" mi dice sorridendo. "Figli?". "Cinque, le prime due già sposate…". Segno che la vita dura non lo ha logorato, e che io non so capire l’età delle persone. |
||
Tutto bene dunque, e meglio ancora quando Tomas trova un posto a Dhaka e si trasferisce con tutta la famiglia nella periferia, ambiente di campagna vicino alla città. |
||
Ma Tomas ha un difetto. Grave. |
||
Probabilmente lo ha ereditato dal padre, certamente non è mai riuscito a curarsi nonostante i consigli insistenti degli amici e i guai che gli provoca. |
||
Tomas non riesce a star tranquillo quando vede qualcuno che sta male. Malato, poveraccio, piantagrane, bimbo, anziano… non importa, se uno sta male lui sente che deve fare qualcosa, e lo fa. Come può, naturalmente. |
||
La moglie? |
||
Qualche volta brontola, più che altro per abitudine. Collabora attivamente e non pare né schiavizzata né stressata. |
||
Il guaio peggiore accade quando Tomas conosce un Americano che lavora in un progetto di difesa di ciò che ancora resta della famosa "giungla", dove vive la "tigre del Bengala", nel sud ovest. I due diventano amici, e l’Americano fa una proposta: "Invece di aiutare a casaccio, tira insieme un po’ di bambini, i più strapelati, falli mangiare, mandali a scuola, curali quando sono malati e falli arrivare ad un diploma". |
||
Non ci vuol molto a raccattare 23 marmocchi di età scuola elementare. Qualcuno senza genitori, altri figli di mendicanti, o piantati in asso dal padre. Affitta due garage vicino a casa, li chiama "Alex Home". "Volevo dare il nome del mio amico, ma lui non ha accettato. Il protagonista di un romanzo che mi piaceva si chiama Alex, e ho scelto quel nome". |
||
Con i 1000 dollari al mese che gli dà l’amico, Tomas e famiglia tirano a lustro i ragazzini che è una meraviglia. Qualcuno non era mai andato a scuola, altri sì, ma il livello non era proprio eccellente: quinta elementare, deve firmare la domanda di ammissione e non sa fare la propria firma… Ora sono i più bravi, forse perché – venuti su affamati, senza vizi e senza coccole – hanno una voglia caparbia di riscattarsi, di non perdere l’incredibile fortuna che gli è piovuta addosso dal cielo. |
||
Febbraio 2004. L’amico Americano va in vacanza negli USA. E muore. |
||
Tomas vende qualche pezzo di terra che ha ancora al villaggio, il televisore, il frigorifero, e cerca disperatamente aiuti. Ma chi crede a un privato che dice di mantenere un ostello mettendoci il suo lavoro e il suo stipendio? Nemmeno vanno a vedere, e solo i parenti e gli ex colleghi della Pepsi gi danno qualcosa. |
||
Un giorno raduna i ragazzi: "Fra una settimana si va a casa, non ce la faccio più". I ragazzi sono disperati, piangono, gli propongono di mangiare di meno, di andare a lavorare, a rubare, accettano la punizione minacciata dalla scuola perché non hanno la divisa. |
||
Tomas fa debiti e non li manda via. I ragazzi, quindicinalmente, in fila davanti ai compagni fanno 20 flessioni tenendosi le orecchie come segno di vergogna perché vanno senza divisa…ma che importa? |
||
La preoccupazione gli alza la pressione e gli provoca un principio di paresi. Quando si riprende, Tomas pensa a P. Arturo. E’ un missionario del PIME che era stato molti anni al suo villaggio, quando lui era ragazzo, e ora è parroco in città. |
||
Va a trovarlo, gli chiede aiuto, ma P. Arturo ha già troppe iniziative e proprio non può far nulla. |
||
In compenso però è furbo, e mi fa uno scherzo…da prete. Scrive due righe: "Caro Franco, conosco Tomas. Vuole un prete che benedica i ragazzi dell’ostello. Tu abiti più vicino di me, quando puoi vai". |
||
Ci vado, con l’acqua benedetta, e incontro i famosi marmocchi – che ora sono trenta - mentre Tomas mi racconta la sua storia. |
||
Torno a casa dicendomi che ho già troppi impegni, non posso prendermi una grana del genere. E poi, dove trovo i mezzi per aiutarli? |
||
Entro in stanza e vedo sul tavolo una lettera da Bergamo: il gruppo missionario "Eurosolidale", della parrocchia Madonna di Loreto, ha letto un mio articolo e ha deciso spontaneamente di mandarmi 1.100 Euro. |
||
Telefono a Tomas. E mi caccio nei guai… |
||
. | ||
P. Franco Cagnasso |
||
. | ||
Post Scritto per chi non è superstizioso. |
||
Ora tre seminaristi vanno ogni settimana a fare catechismo, e mi dicono che i ragazzini sono attentissimi: vogliono essere i primi anche in religione! Ogni domenica fanno un servizio di preghiera, prima di Natale li porto qui al seminario, per partecipare (prima volta in vita!) ad una Messa con gente, canti, luci in una bella chiesa. |
||
Dopo che abbiamo fatto conoscenza, e dopo aver constatato che alla mia visita è seguito un aumento delle razioni di riso, i ragazzini si sono chiesti come ringraziarmi. Hanno discusso a lungo. Alla fine hanno approvato all’unanimità un’idea brillante: rinunciano volentieri a un pezzetto del loro piccolissimo cortile per fare la mia tomba. Così quando muoio possono prendersi cura di me. |
||
Ho l’impressione che qualcuno dei più grandi sia anche un po’ ansioso, e speri di potermi mostrare il suo affetto prima di diplomarsi e lasciare la "Alex Home"… |