L'ESTASI DELLA STORIA
(Audio)
Isaia 9,1-3.5-6: Ci è stato dato un figlio.
Tito 2,11-14: È apparsa la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per
tutti gli uomini.
Luca 2,1-14: Oggi vi è nato il Salvatore.
Dal vangelo
secondo Luca
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento
di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era
governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria
città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla
città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla
famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era
incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto.
Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una
mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto,
vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del
Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi
furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi
annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di
Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il
segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che
lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli
ama».
Luca ci presenta i fatti nell'umile concretezza dei particolari e contemporaneamente nella cornice dei grandi orizzonti, nel respiro della storia.
La prima condizione storica della nascita di Gesù è il censimento. Gesù nasce così perché la grande macchina imperiale ha preteso questo pressante e puntuale controllo su tutti, probabilmente per aggiornare l'anagrafe tributaria. Qualcosa di minaccioso presiede alla nascita: la tua vita mi serve per alimentare le casse dello stato, un impero brutale nel togliere dall'anonimato Maria, Giuseppe e il Bambino.
In questa tenebra dura, nella profondità del disagio di questo meccanismo, quando l'uomo è semplicemente ridotto a numero e quantità, lì si produce la nascita dell'uomo nuovo. Là dove l'uomo conta solo come numero, nella riduzione della dignità a quantità, proprio lì la storia si capovolge. E sapremo che l'uomo vale quanto vale il suo cuore.
La pressione della tenebra della storia costringe quasi Dio a rivelare la luce. Per assicurarci che quando sperimentiamo la durezza, l'oscurità, la debolezza, Dio è con noi, non solo per noi.
Lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia. Non c'era posto per loro nell'albergo. Maria partorisce in un luogo di fortuna, riservato agli animali, un luogo che aveva cercato di evitare. Eppure s'intrecciano una nota d'esclusione e una di comunione: un riparo è comunque assicurato, un sigillo d'alleanza è posto con l'intero cosmo, attraverso le creature non umane, attraverso quella mangiatoia (in latino praesepium), che la madre nell'emergenza legge come una culla.
Ecco l'escluso, Colui che in vita non avrà dove posare il capo, povero come le volpi e gli uccelli che pure hanno tane e nidi (Lc 9,58). Perfino il sepolcro gli sarà dato in prestito (Mt 27,60); è l'ospite che eternamente sta alla porta e bussa (Ap 3,20) e attende che gli si apra e domanda anche a noi quel gesto di suprema misericordia che sua madre gli ha concesso: far entrare la sua vita nella nostra vita.
E qui e ovunque la Vergine torna a partorire ancora il suo Figlio impossibile, ovunque ci siano semplicemente uomini veri. Ed ogni creatura riprende la sua avventura, quella di diventare vera, di diventare sillaba di Dio e farsi carne intrisa di cielo.
Nessuno sa più vedere Dio perché nessuno sa chinarsi così profondamente. Questo dicevano i padri del deserto. Se ti chini su te stesso, sul tuo intimo, su quella parte di te che non riveli a nessuno, né all'amico, né alla madre, né allo sposo, se ti chini sul tuo segreto più profondo, là dove nascono i sogni e l'amore, là vedrai emergere un volto che non è il tuo volto ma quello del Figlio della Bellissima, il volto del Dio amabile, un Bambino che vivrà per il tuo amore.
Nel mio cuore come nel tuo, nella mia gioia e nella mia fatica di vivere, nelle mie come nelle vostre delusioni, il segno di forza e di futuro viene da Gesù Cristo. È solo lui che dà consistenza alla vita, che dona eternità a ciò che coltiviamo in cuore. L'incarnazione di Dio è la certezza che la nostra carne in qualche sua radice è santa, che la nostra cronaca in qualche sua pagina può essere storia sacra.
IL GIUDIZIO DEL MONDO
(Audio)
Isaia 62,11-12: Ecco, arriva il tuo Salvatore.
Tito 3,4-7: Ci ha salvati per la sua misericordia.
Luca 2,15-20: I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino.
Dal vangelo secondo Luca
Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori
dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo
avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere».
Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato
nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato
detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria,
da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che
avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
È così bello che Luca prenda nota di questa sola visita! È bello per tutti i poveri, gli ultimi, gli anonimi, i dimenticati. È davvero una buona notizia: la storia cambia direzione.
Dio scommette su coloro sui quali la storia non scommette. Dio sceglie la via della periferia. La grande ruota della storia aveva sempre girato in un unico senso: dal basso verso l'alto, dal piccolo verso il grande, dal debole verso il forte.
Quando Gesù nasce, anzi quando il Figlio di Dio è partorito da una donna, il movimento del meccanismo della storia per un istante si inceppa e poi prende a scorrere nel senso opposto, nel senso del forte che si fa servo del debole, dell'eterno che cammina fra le età dell'uomo, il fiume di fuoco si abbrevia in una scintilla, l'infinito nel frammento.
Natale è l'inizio del capovolgimento totale, di un nuovo ordinamento di tutte le cose.
Non è facile il Natale. Tutta la violenza del mondo contraddice gli angeli di Betlemme, contraddice l'annuncio della pace. E la mia fede talvolta si domanda: e se fosse tutto un' illusione generata dal bambino che è in noi? Se fossimo rimandati a Dio solo dalla paura e dai disastri della storia?
Ma a Betlemme è accaduto l'inverso. È Dio che è rimbalzato fino a noi. L'asse centrale della storia è questo movimento di discesa e non l'illusione di dare la scalata al cielo. L'incarnazione è il punto centrale dello spazio e va dall'alto verso il basso; è il momento centrale del tempo, e attorno ad essa danzano i secoli.
Maria conservava tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. Conservare le cose, sottrarle all'oblio, farle vivere ancora. Quante volte nella Bibbia è detto: Ricorda, Israele! Ricorda, perché l'oblio è la radice di tutti i mali.
Conservare, per lasciarsi inserire in qualcosa più grande dell'istante.
Meditare, confrontare le cose, per cercarne il senso profondo.
Perché non è facile, non è ovvio, capire ciò che sta accadendo, la contraddittorietà, la non plausibilità di questa nascita: la gloria di Dio e la piccolezza del bambino; il canto degli angeli e la stalla. Tenere insieme le cose anche se sembrano contraddittorie, la gloriosa liturgia del cielo e l'umile liturgia dei pastori, senza eliminare l'una o l'altra: un giorno si chiariranno. Perché è proprio nel loro confronto che risiede la pienezza del cristianesimo, quella forte e dolce utopia di riuscire a unire il volto dell'altro e il volto di Dio (Ciò che avete fatto ad uno di questi piccoli l'avete fatto a me, Mt 25).
Maria meditava, cercava nei frammenti il filo d'oro che li teneva insieme, come ad assicurarci che anche nelle nostre esistenze c'è un'unità segreta, ma scoprirla è un percorso che non finirà mai, come mai si è concluso per Maria, maestra di stupore davanti a Dio, agli angeli, ai pastori, a Simeone, a suo Figlio.
DIO VIVRÀ PER IL TUO AMORE
(Audio)
Isaia 52,7-10: Tutti i confini della terra vedranno lo
salvezza del nostro Dio.
Ebrei 1,1-6: Dio ha parlato a noi per mezzo del Figlio.
Giovanni 1,1-18: Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a
noi.
Dal vangelo secondo Giovanni
1 In principio era il Verbo,il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. 2 Egli era in principio presso Dio: 3 tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. 4 In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; 5 la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta. 6 Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. 7 Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. 8 Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce. 9 Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. 10 Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. 11 Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto. 12 A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, 13 i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. 14 E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità. 15 Giovanni gli rende testimonianza e grida: «Ecco l'uomo di cui io dissi: Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me». 16 Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia. 17 Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. 18 Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato. |
1 In principio erat Verbumet Verbum erat apud Deum et Deus erat Verbum 2 hoc erat in principio apud Deum 3 omnia per ipsum facta sunt et sine ipso factum est nihil quod factum est 4 in ipso vita erat et vita erat lux hominum 5 et lux in tenebris lucet et tenebrae eam non conprehenderunt 6 fuit homo missus a Deo cui nomen erat Iohannes 7 hic venit in testimonium ut testimonium perhiberet de lumine ut omnes crederent per illum 8 non erat ille lux sed ut testimonium perhiberet de lumine 9 erat lux vera quae inluminat omnem hominem venientem in mundum 10 in mundo erat et mundus per ipsum factus est et mundus eum non cognovit 11 in propria venit et sui eum non receperunt 12 quotquot autem receperunt eum dedit eis potestatem filios Dei fieri his qui credunt in nomine eius 13 qui non ex sanguinibus neque ex voluntate carnis neque ex voluntate viri sed ex Deo nati sunt 14 et Verbum caro factum est et habitavit in nobis et vidimus gloriam eius gloriam quasi unigeniti a Patre plenum gratiae et veritatis 15 Iohannes testimonium perhibet de ipso et clamat dicens hic erat quem dixi vobis qui post me venturus est ante me factus est quia prior me erat 16 et de plenitudine eius nos omnes accepimus et gratiam pro gratia 17 quia lex per Mosen data est gratia et veritas per Iesum Christum facta est 18 Deum nemo vidit umquam unigenitus Filius qui est in sinu Patris ipse enarravit |
Ora è il tempo del nostro natale. Ancora Dio può nascere in noi. Così come Cristo è nato dal nostro sangue e dalla nostra carne, uomo come noi. Importante è che entri nel nostro fiume di peccatori e di santi, di assassini e di prostitute. Un fiume che porta tutto, fango e pagliuzze d'oro, e tutto conduce verso la foce che è Dio.
Il mistero del sangue non si sa mai che cosa nasconda. E Dio da questo nostro fango, da un fango che è come quello della creazione, rifà l'uomo da capo. Questo uomo, questa vita che è un impasto di fango e di miracolo! Allora nessuna condizione è disperata, nessuna è senza via d'uscita, dal momento che Dio è qui.
A quanti l'hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio. Ora è il tempo del mio natale. Cristo nasce perché io nasca. La natività di Gesù domanda la mia natività: che io nasca diverso e nuovo, che nasca dallo Spirito di Dio, che nasca così piccolo e libero da essere incapace di aggredire, di odiare, di minacciare.
Con occhi così puri da saper vedere tracce di Dio dovunque.
Con parole così buone da saper solo benedire e mai maledire, benedire Dio, la vita, le creature.
Se non impariamo a benedire non saremo mai felici.
«Il nostro peccato è chiamare grigia una foglia verde» (G. K. Chesterton): non vedere e non amare la vita là dove essa germina, vedere degli altri solo il peccato, scegliere tra due significati sempre il peggiore, vedere del sole solo le ombre che la luce crea, peccare contro la speranza. A Natale invece uno ieri stanco inizia a celebrare un possibile domani giovane. Perché a Betlemme Dio canta il cantico delle creature, perché ancora una volta la creatura sogna i sogni di Dio, sogna con il cuore di Dio.
Io non ho prove che dimostrino il Natale. Ma c'è un bambino in me che a Natale sa ascoltare il brusio degli angeli, che gli parli di Dio e lui lo sente respirare. Gli dici che è Natale e lui vede un volo di angeli che aprono il cielo.
C'è in me però un uomo disilluso, che ritiene il Natale una festa ormai pagana, che ha visto il cielo svuotarsi di luce. Gli dici "Betlemme" e lui contesta che duemila anni di storia hanno portato solo alla caduta delle stelle e a posti di blocco militari lungo le strade che portano al "campo dei pastori".
Ma in me c'è anche un uomo che crede e prega: Mio Dio, mio Dio bambino, povero come l'amore, piccolo come un piccolo d'uomo, umile come la paglia dove sei nato; mio piccolo Dio, che impari a vivere questa nostra stessa vita, che domandi attenzione e protezione; mio Dio incapace di difenderti e di aggredire e di fare del male; mio Dio, che vivi solo se sei amato, che altro non sai fare che amare e domandare amore, insegnami che non c'è altro senso, non c'è altro destino che diventare come te.