DOPO FIDEL CASTRO
Cuba, mito dannoso per il
"Terzo mondo"
Castro ha creato l’illusione della «liberazione» attraverso la guerra: sogno fallito.
P. Piero Gheddo
("Mondo e
Missione", Aprile 2008)
Il 19 Febbraio scorso Fidel
Castro ha finalmente
"abdicato" come Capo di Stato e di Governo, anche se Castro conserva
la carica di Segretario del "Partito Comunista". Lascia ai successori
un regime "imbalsamato" e al popolo la speranza di liberarsi presto
della "casta" dei comunisti «duri e puri», per poter essere liberi.
I danni peggiori Castro e il "castrismo" li hanno prodotti nel «Terzo
mondo», creando il mito della «liberazione» attraverso la guerra e l’adozione
del «socialismo reale», cioè il "comunismo". Fin dal 1959 si è
fatto promotore di un accanito "anti-americanismo" e
"anti-occidentalismo", seguendo in tutto l’"Urss" di
Kruscev e la Cina
di Mao come via di liberazione. Mezzo secolo dopo si accorge che ha fallito, ma
continua a diffondere la colossale "menzogna’ che l’Occidente è alla
radice della povertà dei popoli poveri e a coltivare il mito del «socialismo
dal volto umano» realizzato a Cuba.
Nel suo intervento alla "Fao"
il 16 Novembre 1996 a Roma, Fidel pronunziò una durissima
"requisitoria" contro gli Stati Uniti e l’Occidente, con la sua
"oratoria" di "tribuno delle plebi" in grado di "infiammare"
anche personaggi di alto livello, che infatti l’hanno applaudito entusiasti.
Quando Castro gridava: «Capitalisti, vergogna! Meno armi e più fondi contro la
fame!», nessuno s’è permesso di dirgli che Cuba ha mandato militari e armi
in una decina di Paesi africani, ha sostenuto molte delle "guerriglie" che
devastano l’Africa,
e non concorre per nulla ai fondi contro la fame della stessa "Fao",
della quale era ospite!
Il «comunismo dal volto umano» di Cuba è fallito nel 1994-1995, quando i
cubani fuggivano a decine di migliaia verso gli "Usa". Allora la
polizia "castrista" sparava su quelli che «votavano con le barche» e
li condannava dai cinque ai vent’anni di "carcere duro" per «alto
tradimento del popolo cubano». I danni che l’ideologia "castrista"
ha provocato nel mondo sono gravissimi, anche se normalmente ignorati.
In Africa una quindicina di "regimi" hanno tentato di imitare Cuba con l’aiuto
della stessa Cuba e dell’"Urss", ma nessuno di essi ha liberato il
popolo dall’indigenza e dall’ignoranza: Guinea-Conakry, Guinea-Bissau,
Guinea Equatoriale, Etiopia, Eritrea, Somalia, Mozambico, Angola, Congo
Brazzaville… E poi il Burundi di Michombero, il Burkina Faso di Thomas Sankara…
Sopravvive fino ad oggi lo Zimbabwe
di Mugabe, un altro dittatore "sanguinario" al potere da quasi trent’anni,
che ha ridotto il suo Paese, un tempo "granaio" dell’Africa, alla
fame e alla disperazione.
L‘indipendenza dal "colonialismo" e dal "capitalismo"
ottenuta con la violenza e il "comunismo" si è rivelata peggiore dei
"regimi" precedenti, certamente anch’essi non rispettosi dei
"diritti umani". Da Cuba sono fuggiti tra un milione e mezzo e due
milioni di cubani, dal Cile di Pinochet i profughi sono stati circa 30mila. Ma,
mentre il dittatore cileno ha lasciato un Paese che ha il più alto "tasso di
sviluppo" dell’America Latina, Cuba lotta ancora contro la fame. Non posso
essere "sospettato" di simpatia per Pinochet, perché quando ho
tentato di tornare in Cile nel 1976, il consolato cileno mi ha risposto che non
ero gradito, poiché dopo il primo viaggio avevo scritto contro la
"dittatura militare".
È triste pensare che nelle "sinistre" italiane, comprese quelle
cattoliche, si è creata l’"infatuazione" di Cuba, del Vietnam di Ho
Chi Minh, del Mozambico di Samora Machel, dei «sandinisti in Nicaragua» e via
dicendo. La differenza fra il rivoluzionario "marxista" e il cristiano
è questa: il primo crede di eliminare le ingiustizie con la conquista violenta
del potere politico e realizza un "regime" più oppressivo del precedente. Il
secondo, seguendo l’esempio di Cristo, sa che non basta cambiare le leggi e le
strutture dello Stato: bisogna cambiare il cuore degli uomini. A questo scopo la
violenza non serve, serve l’annunzio e la testimonianza del Vangelo. Purtroppo
le due "rivoluzioni asiatiche" d’ispirazione cristiana e realizzate
da cristiani della Corea del Sud (1980) e delle Filippine (1986) – ossia la
«rivoluzione dei fiori» e «del rosario» - non hanno lasciato alcun
"segno" nella cultura cattolica. Di Che Guevara si è parlato e
scritto in migliaia di incontri e articoli e libri, le due "rivoluzioni
pacifiche asiatiche", che hanno abbattuto due "dittature
militari", oggi nessuno più le ricorda. È un segno
"macroscopico" di quanto la nostra cultura sia stata influenzata dai
vari dittatori "sanguinari", che dicevano realizzabile il «comunismo
dal volto umano», come appunto Fidel Castro.
* Giornalista e
scrittore
( www.gheddopiero.it
)